Mese: giugno 2013
The Beastles
RAM memories
nicolas jaar ha remixato interamente RAM dei daft punk, e si ascolta qui.
The Doors of Perception
Le porte della percezione Huxley le schiuse con la mescalina, ma un’anima allenata può farlo anche attraverso la trascendenza indotta dall’ascolto di determinata musica. Ciò avviene con la musica (quasi sempre denominata ambient) di alcuni artisti, quali i due di cui vi voglio brevemente parlare: Steve Roach, uno dei maestri indiscussi di quest’arte immaginifica e Dirk Serries, ovvero Vidna Obamana, belga autore di innumerevoli opere di valore in questo settore, come Revealed By Composed Nature. Ho scoperto che i due, nel lontano 1995, collaborarono alla genesi di una trancemusic (in doppio disco) che univa l’ambient più meditativa e trascendentale sia ad un etnicismo da rituale che ad una kosmichemusic da perdita dei sensi. E la collaborazione tra queste due anime destinate ad incontrarsi continuerà con altri album di (quasi) uguale spessore.
Non potete far altro che farvi tra(n)sportare.
The Drop
La vitale necessità dell’adattamento conduce inevitabilmente alla formazione di precisi modelli di comportamento, il cui scopo ideale sarebbe una sopravvivenza quanto più possibile efficiente e priva di sofferenze.
evolution
Bombino – Nomad (2013)
se qualcuno dovesse chiedermi cos’ho fatto nel 2010, intendo nel corso dell’intero anno, la mia risposta sarebbe “ho ascoltato imuhar”. a 3 anni di distanza, e dopo altri bellissimi album, esce Nomad, una specie di raccolta di vari pezzi del grandissimo Omara “Bombino” Moctar prodotti da dan aurebach dei black keys. al blues desertico di bombino, tutto cuore e chitarra, viene fatta un’iniezione di rock psichedelico: più suoni, più ritmo, più produzione, più tutto. e il risultato è eccellente, anche se in alcuni casi – soprattutto in imuhar, qui in una versione più energica e a tratti quasi ethio-jazz – si prova la stessa sensazione che si prova ascoltando le cover dei pezzi che amiamo: sì bella, però preferisco l’originale. molto bella la chiusura del disco, tamiditine.
[audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2013/06/04-Imuhar.mp3]
Bombino – Imuhar
Quello che pensa che chiunque sia in grado di scrivere un groove dei Daft Punk
un certo tipo di musicisti colti: favoloso post di marco lenzi.
Aterùe
Mi ricordo Monteverdi (ecco un titolo che quelli di Radio3 non avrebbero mai fatto)
Dimentichiamo velocemente la citazione di Marcella Bella e dedichiamoci alla celebrazione del genio musicale di Claudio Giovanni Antonio Monteverdi. Uno degli illuminati del Seicento, del millennio passato e probabilmente anche di quello futuro. Noto per aver inventato l’opera (è sua la prima: L’Orfeo) e per i numerosi madrigali, su cui lavorò praticamente per tutta la vita. Diciamo che è uno di quelli da citare quando sentite qualcuno dire “la musica classica/l’opera ah che palle, che noia”, ovviamente dopo aver colpito lo sventurato interlocutore con un potente schiaffo a cinque dita, possibilmente inanellate.
Ma non è solo per incitare alla violenza che scrivo questo post, ma anche e soprattutto per chiedere soldi. Parliamo dopotutto di musica, di teatro, quindi la moneta è fondamentale. Infatti accade che, mentre la massa dei loro coetanei si anestetizza il cervello con opere mediocri, consolatorie e derivative che non solo non sfiorano ma nemmeno vedono da lontano le potenzialità sublimi della musica, un gruppo di giovani donne ha deciso di portare avanti quello che a me sembra un vero e proprio discorso politico: fare, nel 2013, Il ballo delle ingrate di Monteverdi. In particolare riporto questo passaggio, per me addirittura commovente, tratto dalla loro dichiarazione d’intenti:
L’intento non è solo esplorare, ancora una volta, le sfumature infinite di questo capolavoro di Monteverdi, ma anche di divulgare (per quanto ci sarà possibile) tra i nostri coetanei la bellezza della musica barocca e la maestria inimitabile di questo compositore, per dimostrare che, realizzata in un certo modo, non solo può travalicare i secoli, ma anche le generazioni.
Ecco, fosse per me raderei al suolo ogni pub, ogni centro sociale, ogni area concerti, ogni luogo di socializzazione e condivisione della musica, compresi i teatri, anzi: soprattutto i teatri. Ma questo perché io ho perso la speranza già da tempo, dunque – da anziano – mi fa piacere sapere che c’è qualcuno che pensa sia possibile portare Monteverdi alle orecchie di chi quando va a fare la spesa al supermercato si becca Marco Mengoni se gli va bene o qualche gruppo indie simpaticissimo se gli va male. Questo loro non lo dicono e probabilmente non lo pensano (nonostante la loro passione per Monteverdi sono comunque delle giovani) ma lo dico e lo penso io.
Perché questo è uno di quei casi in cui una dichiarazione estetica, poetica, è una vera dichiarazione di guerra: contro la mediocrità, contro i contemporanei, contro chi si accontenta. Noi invece non ci accontentiamo: largo al futuro e quindi largo a Monteverdi, Carlo Gesualdo, e ovviamente Rossini, Rossini, Rossini.
Però per portare avanti questa iniziativa ovviamente servono dei soldi. Dunque le giovani terroriste della musica barocca hanno messo su una raccolta fondi e chiunque può aiutarle con un piccolo contributo. Noi di Guylum Bardot sosteniamo convinti – ancora per poco, poi lo sconforto riprenderà il sopravvento – questa lodevolissima iniziativa. E per incitare anche i nostri fedeli lettori allo sganciamento di moneta, vi ricordiamo che per ogni quota donata un musicista mediocre verrà ucciso, sacrificato sull’altare della Grande Musica Sublime. Dunque è uno di quei casi in cui doni qualche euro e fai un’opera buona.
Insomma, fatelo per il mondo, fatelo per i vostri figli.
Fatelo per Monteverdi.
SOSTIENI IL BALLO DELLE INGRATE SU PRODUZIONI DAL BASSO (una quota 5 euro, non fate i poveri: si tratta di salvare il mondo dalla mediocrità)
Qui la pagina Facebook dell’iniziativa.