Todd Terje, dalla Norvegia con brio

Todd Terje

Un profeta del Verbo moroderiano senza dubbio, amante dell’exotica, della musica da cocktail (definizione ridicola di una cosa però effettivamente esistente o quantomeno e a quello che pensi ascoltando certa musica e quindi amen, è gioco-forza definirla tale) e dei robottini francesi ovviamente.

Quest’esempio rende alquanto bene l’idea di cosa potete trovare in It’s Album Time:

Assolutamente da ascoltare nella sua interezza il disco (d’altronde It’s Album Time) che regala diversi brani giochicchiosi, carammellosi, piacioni e via vezzeggiando, compreso un pezzo di elevata caratura pop in feat. nientepopodimeno che con sua altezza Bryan Ferry con una voce tanto roca quanto bella.

Enjoy Yourself, Have Fun!

Oneohtrix Point Never R+7

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Una formula: chimica e magica insieme. L’ultimo disco di Lopatin conferma l’autore statunitense in un posto ben saldo del mio cuore, che ha battuto con gioia sul ritmo (pazzo all’inizio, non è stato facile) delle sue ultime alchimie sonore. Parte forte, molto forte e mescola tante cose (il gioiellino Americans su tutto, uno dei miei brani preferiti dell’anno), poi arriva al climax, Zebra:

dopo il mood cambia notevolmente, rallenta sempre più svelando una quiete inaspettata e per questo ancor più gradita.

Non un capolavoro, ma un disco da coccolare. Lo ritroverete in classifica ’13.

La dolce malìa di Julia Holter

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Classe ’84, artista, polistrumentista e cantautrice losangelina, dopo due album belli e acclamati, ha da poco pubblicato il suo terzo, Loud City Song, bellissimo.

Spiccano (ma sono quasi tutte di altissimo livello le canzoni) le due parti di Maxim’s:

Può non sembrare ad un primo ascolto ma è un disco che regala anche divertimento e in definitiva emozioni molteplici a volte contrastanti, come appunto la grande Arte sa fare. Una ragazza da tenere d’occhio insomma.

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Chiudo con un live radiofonico: