Le stagioni di Artavazd Pelechian

Le stagioni di Artavazd Pelechian (1972) part 1part 2part 3

Questa è la versione originale, quella con le musiche di Vivaldi, ed è un capolavoro. Ma ne esistono due versioni più recenti, una musicata da Gavino Murgia e una da Arnaldo Pontis. Sulla prima purtroppo credo sia assolutamente impossibile trovare una testimonianza, se non nel ricordo di chi ha assistito all’esibizione durante il Babel Festival di Cagliari dell’anno scorso. Invece per quanto riguarda la seconda, quella di Arnaldo Pontis, è possibile visionarla unicamente presso la sede della Cineteca Sarda, quindi diciamo che è solo leggermente meno introvabile della prima. Ed è un peccato, perché è assolutamente magnifica, principalmente elettronica, con loop di cori armeni, canti gutturali manipolati, parti alla Popol Vuh e un finale praticamente post-rock che si combina alla perfezione con la lotta tra uomo e natura e il continuo susseguirsi di intemperie, scivolate, pendii, rapide e “vita in tumulto” del corto di Pelechian. Il finale in particolare, con i pastori armeni che scivolano in una scarpata abbracciati alle pecore (a quanto pare una versione particolarmente spettacolare della transumanza) è immediatamente diventata una delle mie combinazioni suono-immagine preferite in assoluto, dritta in classifica con il volo di Steiner musicato dai Popol Vuh. Mi sembra di capire che Arnaldo Pontis sia noto anche come Magnetica Ars Lab, che segnalo volentieri anche perché mette a disposizione gratuitamente la propria musica.