LICHENI n.1 "CORPO" luglio 2021

Soggetto per un film con l’artista [OMISSIS]

di Mauro Eucaliptus

“un poliziotto gli dà un blister di aspirina, che lenisce sì le sofferenze ma è termogenica e stimola la sudorazione. e la perdita di fluidi disidrata e spossa oltremisura, perché lui, la vittima, raccoglie i carciofi e i poparuoli tanto amati da [OMISSIS], che è ghiottissimo dei piatti della cucina romana.”

La milza rotta

di Daniele Finkbräu

“Quasi come un’allucinante caravella di Cristoforo Colombo in un oceano di sangue, budella e grasso, compare in lontananza un’isoletta viola, spesso con una profonda spaccatura sulla sua superficie, e il navigante dice “eccola”, “milza, milza”, terra, terra”

Resistere Alle Giornate Accettando D’Inciampare

di Elena Ortolani

“Riassumendo, adattarsi gioiosi al drammatico incidente risulta addirittura grottesco
allorquando distrutti introduciamo, rivolti a guarire, abominevoli dilatatori in reconditi anfratti già abbastanza doloranti”

Pausa merda

di Dario Meneghetti

“Se penso che Javed c’è venuto a piedi dal Pakistan per finire a pulire sto disastro merdizzato di relitto umano, provo più pena per lui che per me stesso. Ma lui non fa una piega, sembra non fargli schifo niente, è impermeabile all’orrore lui, perché c’è venuto a piedi dal Pakistan, e per uno così, la merda è solo un dettaglio”

Parto per la luna

di Charo Segrè

“A un certo punto mi è sembrato di essere sommersa da un’onda anomala che mi ha lasciato senza fiato per un tempo indescrivibile. So di aver detto ‘io non ce la faccio più, lasciamolo lì dentro, ci è stato 9 mesi perché deve uscire oggi? lasciatemi una tregua, torno a casa, dormo un po’ e poi ricomincio domani’.

Ricorpi storici

di Mario Trap

“Corpi: dotati di fori di ogni genere e dimensione. La bocca introduceva cibo che veniva espulso dall’ano. Le orecchie insufflavano parole che spesso finivano sputate dalla stessa bocca. Le narici inspiravano aria che sempre la bocca estrometteva dopo averla arricchita di ogni genere di sozzure ramazzate al proprio interno. Un continuo andirivieni che otteneva l’unico risultato di degradare il corpo e l’ambiente che lo ospitava”

Il risveglio

di Alessandro Troisi

“Stivali di pelle, espressione decisa. E il cavallo un imponente, muscoloso destriero bruno. Ma sono confusi, lei e il cavallo, fra i tronchi, tutt’uno con la natura. E le loro figure sono presenza e assenza, visione e allucinazione. Io cerco di trasformare in materia l’insensibile. Il mio corpo è rigido. Il mio abito impeccabile. Ma la mia faccia è una colomba. La mia faccia è una mela”

Nel buio bagno di mutanda

di Gianluigi Concas

“Ti sembra di essere fatto di gomma elettrificata, di essere preda di una metamorfosi corporea. Forse mi stavano crescendo 20 braccia e dieci gambe, e probabilmente la testa stava girando su se stessa.”

Quello che resta

di Mirco Roncoroni

“Una piccola depressione del greto è diventata una pozza di acqua stagna, la secca ne ha fatto una placenta verdastra che odora di alghe marce, centinaia di uova gelatinose dalle pupille nere vibrano nel filo di corrente che ancora scorre in grembo”

Ballare da soli

di Simone Righini

“E cosa si sente all’interno del corpo? Cosa si sentirà dal centro della caverna? Camminiamo insieme verso una zona oscura, dalla quale perderemo il contatto col cinguettio degli uccellini. Resta il frusciare proprio dello scorrere del sangue vicino al timpano. Se camminiamo ancora troviamo un prurito. E più in fondo, se riusciamo a non grattare, toccheremo il nostro futuro”

La nera cupa massa del lavoro

di Guido Caserza

“scheletri di vecchi / corpi lividi senza pace / alcuni / con una gamba di carbonio, / altri tutti bendati ed esangui, / corpi senza pace, / quasi tutti morti, o lì per esserlo, / credono che sia ancora il loro padrone, / sollevano i veli e mi guardano / con occhi di follia e rancore”

Catetere pazzo

di Lidio Pellegrini

“Peraltro, giorno dopo giorno, assisto a un fenomeno piuttosto interessante dal punto di vista scientifico, se solo riguardasse qualcun altro. Il mio vecchio arnese sembra solo un lontano ricordo. Si ritrae. Lentamente ma inequivocabilmente. Rimpicciolisce. Ormai l’appellativo più corretto per definirlo è “pisellino”. Soffre. Brucia. Patisce. Ma il suo grido d’aiuto rimane inascoltato”

Pars menstruans

di Gaia Melis

“Entrai già vergognandomi e vidi che l’unico commesso presente in quel momento era un uomo. Di solito c’erano due signore. Gli chiesi se avevano degli assorbenti e lui andò sul retro a cercarli, probabilmente imbarazzato più o meno quando me. “Ecco, abbiamo questi” mi disse tornando e mostrandomi le pezze della vergogna”

Un’eclisse totale del cuore

di Enrico Rossi

“Lacrime nere rigano le sue guance. Le ferite sul suo corpo ora si sono concentrate sulla schiena, strisciando come insetti sotto la sua pelle. Formano un fitto reticolo, e il disegno che tracciano è mostruoso. Sono ali”

La visita

di Martina Pinna

“- C’è un bivio? – Mmmmm – Mmmmm cosa? C’è un bivio oppure no? – Sì, c’è una membrana sottile e oltre mi sembra si possa andare verso l’alto o verso il basso. – È il bivio. Bene, taglia delicatamente la membrana, attraversala e vai verso il basso. Non andare verso l’alto altrimenti ti perdi e non la finiamo più”