LICHENI n.1 "CORPO" luglio 2021

La visita

di Martina Pinna

– Allora, dimmi cosa vedi.
– C’è un corridoio, anzi direi più un tunnel.
– È l’entrata, vai oltre, non perdiamo tempo.
– Sembra molto buio in fondo.
– E lo sarà sempre di più. Che problema c’è? Non avrai paura del buio? Vai, vai.
– Va bene, sto camminando. Sulla superficie c’è qualcosa di… sembra putrescente, viscoso.
– Tutto normale, continua.
– È scivoloso.
– Continua. Dimmi cosa vedi.
– Le pareti si abbassano, e crescono delle piante pelose che non ho mai visto.
– Chiaro che non le hai mai viste, è la tua prima volta. Vai avanti. Dove ti trovi ora? C’è un bivio?
– Mmmmm
– Mmmmm cosa? C’è un bivio oppure no?
– Sì, c’è una membrana sottile e oltre mi sembra si possa andare verso l’alto o verso il basso.
– Bene, è il bivio. Taglia delicatamente la membrana, attraversala e vai verso il basso. Non andare verso l’alto altrimenti ti perdi e non la finiamo più.
– Taglio la membrana? Come?
– Come sarebbe come? Con le chele!
– Certo, perdoni la domanda stupida.
– Dai, su, un taglio sottile e leggero, basta poco.
– Va bene, fatto. Sto andando verso il basso. Ora è tutto molto umido, si scivola.
– Meglio, per fare prima ritrai le zampe e lasciati scivolare giù.
– Cioè mi lascio cadere dentro questo… Cos’è? Dove mi trovo?
– Fidati, lasciati andare e basta, non è la strada più comoda ma è la più corta. Ritrai le zampe.
– Va bene, mi lascio andare.
– Ecco, bravo. Che fai, urli?
– Sono atterrato… da qualche parte. Ci sono molti liquidi che scorrono e fili gelatinosi che…
– Sì, sei nel posto giusto.
– Sì ma non vedo praticamente nulla.
– Ti ricordo che sei bioluminescente.
– Ma si vede pochissimo. Non capisco dove andare.
– Stai calmo, ora ti dico. C’è una fessura, la riconosci perché si nota come un rigonfiamento tra due parti.
– L’ho trovata!
– Ecco. Ora, devi infilarti in quella fessura.
– Ma non ci passo.
– Ci passi, fidati. Ci sono passato io che sono quasi il doppio di te. Infilati là, ritrai le antenne e tieni le chele all’indietro, e semplicemente vai avanti.
– Ci provo.
– Non è che ci devi provare, devi farlo. È l’unico passaggio da lì.
– Lo sto facendo, è tutto molto… gommoso, strano.
– Stai avanzando?
– Sì sì. Per terra inizia a salire il livello dei liquidi.
– Tra poco sarai fuori dalla fessura e ti troverai in una specie di lago. Bene, dalle urla che sento ci sei già.
– Non poteva avvisarmi prima?
– Ti ho avvisato prima!
– Intendo prima prima!
– Dai su, sai nuotare bene. Vai dall’altra parte, attraversalo.
– Quale parte? Qua sembra tutto uguale, non c’è una direzione.
– Infatti è tutto uguale, vai in una direzione qualunque, arriverai a una parete.
– Ecco, forse ci sono.
– Molto bene. Ora c’è l’ultimo passaggio difficile, siamo quasi arrivati. Devi trovare un punto che abbia una fessura simile a quella di prima, ma sarà ancora più stretta.
– Ah, andiamo bene.
– L’hai trovata?
– No.
– Dai, non abbiamo tutta la notte.
– Mmmm credo di averla trovata. Sì, direi che è una fessura.
– Ecco, so che ti sembrerà impossibile ma infilati dentro. Buttati proprio, verrai come inglobato. In realtà è piuttosto divertente.
– Divertente?
– Io lo trovavo divertente, ai miei tempi.
– Mi sono infilato, è opprimente. Non capisco dove andare. È spugnoso. Sembra di stare al centro di una spugna.
– Vai verso l’alto, dai una spinta verso su e sali.
– Mi arrampico con le chele?
– No! Ti sembra che è quello che ho detto? Non usare le chele, potresti danneggiare il tessuto. Datti una spinta, la pressione ti farà salire verso l’alto. Ci sei? Lo stai facendo?
– Sì! Funziona! È come scivolare, ma al contrario.
– Te l’ho detto che era divertente.
– Sto continuando a salire.
– Sì, tra poco spunterai nel punto giusto, più o meno.
– Eccomi, sono fuori. Gli spazi sono sempre più stretti.
– Lo so, striscia verso dove la parete è più scura.
– E poi?
– E poi ti fermi, perché finisce lo spazio.
– Mi sa che ci sono.
– Ottimo, ci siamo. Ricordi quello che hai studiato, sì?
– Sì.
– Bene. Taglia la parete nel punto più scuro, un taglio verticale, finché non vedi apparire della materia bianca. Non spingere troppo, mi raccomando. Usa le chele con delicatezza. Ricorda le esercitazioni.
– Sì, lo sto facendo.
– A che punto sei?
– È molto morbido.
– Non fare danni inutili, ricordati quello che hai studiato. Delicatezza.
– Sì, sì. Me lo ricordo.
– Allora?
– Mi sa che ci sono, sento qualcosa di… Ah, ecco la materia bianca.
– Bene, dovresti essere nel punto giusto. Ora estrai lo stiletto e inietta il liquido nella materia bianca.
– Sembra molto dura.
– Entrerà senza difficoltà, esattamente come hai studiato. Vedrai, è più facile di quello che credi.
– Va bene, procedo. Le confesso che sono un po’ emozionato.
– È la prima volta, è comprensibile. Però resta concentrato, non hai una seconda possibilità. Pungi e inietta il liquido.
– Ci sono, lo sto facendo.
– Bene, ora sfila lo stiletto dalla materia bianca. È tutto a posto?
– Sì, sembra di sì. È rimasto un puntino minuscolo sulla parte bianca, il liquido sembra essere entrato completamente.
– Ottimo, missione compiuta. Sei stato bravo, tutto sommato.
– Grazie! La ringrazio davvero. Mi perdoni se ho perso il controllo per qualche istante.
– È normalissimo, tranquillo. Era la tua prima volta. Ora dobbiamo farti uscire da lì, ma sarà più semplice, sai già la strada.
– Il liquido farà effetto subito?
– Dipende. A volte basta qualche ora, a volte settimane. Dipende dall’ambiente. Si vedrà. Il tuo compito per ora è terminato.
– Bene. Grazie del suo sostegno signor istruttore.
– Dovere.
– Verrà anche lei a festeggiare più tardi? So che si organizza una festa per la prima volta.
– Oh, no no. Non partecipo mai, è una cosa fra voi reclute.
– Ah, va bene.
– Su, ora non perdere tempo, il tuo lavoro è finito, puoi uscire.

***

– E quando si è accorto dei primi sintomi?
– Non saprei con esattezza… Ricordo di essermi svegliato con una strana fitta alla schiena qualche settimana fa, l’ho detto a mia moglie, ma non pensavo a qualcosa di grave.
– Non siamo ancora sicuri che lo sia, aspettiamo l’esito della tomografia.
– Sì, certo. Però, ecco, non è un banale mal di schiena. Questo mi pare che possiamo dirlo dottore, o no?
– Purtroppo no, mi dispiace. Dalla radiografia c’è la possibilità che sia un tumore, questo sì. Ma ripeto, aspettiamo la tomografia e, come le dicevo, probabilmente anche una biopsia, se necessaria.
– Mi auguro di no.
– Nemmeno io, ma sa com’è, la prudenza non è mai troppa. Purtroppo come vede la macchia è abbastanza espansa… e nitida.
– Ma così, da un giorno all’altro?
– Mi dispiace, spesso è difficile capirne le cause. Questioni ereditarie…
– Pensavo solo di avere un po’ di mal di schiena, un’ernia magari.
– Ora attendiamo i risultati degli esami, cerchi di essere positivo.
– La ringrazio del suo sostegno dottore.