Per un uso corretto dello sfollagente


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mi sembra doveroso fare un po’ di sana divulgazione, visti i recenti episodi che hanno visto ancora una volta contestatori e forze dell’ordine confrontarsi. c’è un punto soprattutto sul quale secondo me si fa tanta confusione: lo sfollagente, ovvero il manganello.

leggendo nel sito della Police Combat, una scuola di combattimento di Pordenone che fa corsi di aggiornamento ai corpi di polizia, si legge una guida entusiasta a questo fantastico strumento che, come scrivono loro, “è troppo spesso considerato uno strumento  iniefficace inadatto ed anacronistico da gran parte degli operatori che lo hanno in dotazione”.

parole sante. soprattutto i più giovani forse vorrebbero bazooka o laser o cose  da iron man, invece sottovalutano il manganello semplicemente perché in molti casi – non in tutti, parliamo di una parte, ci sono anche quelli che sanno usarlo benissimo – non ne conosco del tutto le potenzialità.

ma prima vediamo le caratteristiche del “presidio” (lo chiamano così).

L’arma è realizzata in gomma, solitamente nera con dimensione totale di 60 cm. La sezione è circolare di diametro di circa 3cm la punta è arrotondata ed il manico realizzato in corpo unico e semplicemente sagomano con dimensione di 12 cm. il peso dell’arma è di circa 420 gr. L’arma solitamente è corredata da un laccio di “trattenimento”

La principale caratteristica principale è, non tanto la deformabilità della gomma rispetto al suo asse longitudinale, quanto l’aumento della stessa in base all’aumento della temperatura, sia essa esterna (dovuta alle caratteristiche atmosferiche), sia interna dovuta all’uso.

Per dare un esempio, è stato testato dallo scrivente che dopo 15 colpi portati su un manichino, la temperatura interno dello strumento (misurata con una sonda), aumenta di 2.5° circa. Un tale aumento con temperatura esterna di 27° a partita di forza impressa aumenta il raggio di curvatura sull’asse longitudinale di ben 35.2 mm.

Ne consegue che l’utilizzo dello strumento per tecniche di contenimento passive (es. leve articolari), deve essere fatto con particolare attenzione e consapevolezza..

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dunque prima cosa importante da sapere: se colpite per 15 volte una persona ricordatevi che la temperatura interna del manganello aumenta di due gradi e mezzo (circa). questo aumenta il raggio di curvatura sull’asse longitudinale.

durante i corsi si cerca di creare un feeling tra il presidio (il manganello) e il suo utilizzatore (l’operatore di polizia):

Il programma addestrativo, pur nei limiti di tempo imposti dalla logica e dalla logistica delle caratteristiche lavorative, prevede un utilizzo costante dello strumento, che deve essere maneggiato anche nelle pause didattiche, allo scopo di sfruttare tutto il tempo a disposizione per creare il giusto feeling operatore – arma.

altre cose importanti, sapere dove colpire e non lasciarsi andare troppo, anche per questioni di immagine:

…peculiarità dell’intervento di Polizia, mirato non all’annientamento dell’avversario, bensì al controllo del sospetto, nell’ottica della tutela del sospetto, dell’operatore e dell’immagine del corpo di appartenenza, da ciò:

– Individuazione dei bersagli da colpire, individuati con il collaudato sistema dei colori abbinati alle varie zone anatomiche.
– Massima mobilità.
– Massima attenzione a non farsi sottrarre lo strumento.
– Studio delle tecniche di difesa portate retrocedendo.

 

per quanto riguarda gli aspetti più tecnici, è fondamentale l’impugnatura, la migliore è quella corta:

Impugnature, classica, doppia (presa con due mani), corta (particolare impugnatura che permette di usare l’arma a cortissima distanza con estrema efficacia e con bassissimo impatto visivo, ottima per ordine pubblico).

sugli usi alternativi rimandiamo alla prossima lezione.


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