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evidentemente ho un approccio leggermente ansioso ai social network: quando commento lo faccio con le dita che tremano, correggo varie volte le frasi (all’inizio normali, comprensibili, scorrevoli, poi diventano sempre più brutte), tentenno sul tasto invio… pubblico? non pubblico? ma no, non pubblico. e il 90% delle volte faccio questi commenti virtuali, che poi ricordo di aver fatto e mi chiedo come mai tizio o caio non mi rispondano, ma che in realtà non ho pubblicato. oppure, quando ho commentato davvero, dopo mi viene da aggiungere 3mila commenti lunghissimi, spiegare perché ho detto una cosa, spiegare il contesto, ipotizzare possibili incomprensioni, immaginare ogni possibile punto di vista, gli errori cognitivi, la condizione socio-economica di chi scrive e di chi legge, raccontare della mia vita, scrivere una storia del mondo, tassonomie animali, la tavola periodica degli elementi, le costellazioni, e si era partiti dalla domanda “ma voi usate il grana o il parmigiano?” (nessuno dei due).


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