Contro Pornhub


pornhub è l’amazon della pornografia online, anzi forse è peggio.

una volta c’erano tanti siti porno, piccoli, medi e grossi, ma per lo più medi. poi a un certo punto sembravano tanti siti simili ma diversi e in realtà appartenevano tutti agli stessi proprietari, ovvero quello che oggi conosciamo come pornhub.

l’azienda si chiama mindgeek ed è davvero l’amazon del porno.

ha di fatto fatto strage di tutti gli altri siti piccoli, indipendenti, strambi. è rimasta una manciata di grossi siti che appartengono tutti agli stessi proprietari, il cui più famoso a livello mondiale è appunto pornhub.

che ha un piccolo problema, diciamo così: trae profitto anche da video di stupri, abusi sessuali e quello che chiamiamo “revenge porn”, più in generale di video messi online senza che uno dei due (o in alcuni casi più rari ENTRAMBI i partner, o più persone) lo sappiano.

ci sono diversi casi più o meno noti, ma ovviamente è difficile inquadrare con precisione l’ampiezza del fenomeno (qualcuno ci sta provando), quindi pornhub si difende come tutti i grossi del web: ma che dite, noi facciamo di tutto perché il mondo sia un posto meraviglioso! certo, non riusciamo a stare dietro a tutte le segnalazioni, però…

di fatto pornhub gioca in modo ambiguo su questo fronte: ci sono tantissimi video pro che imitano i video amatoriali di stupri e abusi e per molti utenti è praticamente impossibile distinguerli. questo, oltre ad aprire discussioni molto complesse che non saprei affrontare, molto semplicemente rende più difficile per il singolo utente sapere se sta guardando un video “verificato” oppure un vero e proprio abuso. per non parlare del fatto che diventare un utente verificato è una cazzata, una ipocrita formalità: come dimostrato in più articoli, ci vogliono 10 minuti e un indirizzo email.

ora, qualcuno potrebbe dire: beh ma per un sito così grosso è inevitabile che… insomma, è “un effetto collaterale”, un collateral damage, per usare un linguaggio bellico.

sì, stocazzo.

primo: per me non dovrebbe esistere un sito così grosso, secondo, io se avessi un’azienda con anche UN singolo caso di questo tipo, fermerei immediatamente “la macchina”, perderei i miei milioni per trovare una soluzione (e col fatturato che hanno potrebbero farlo: è che non gliene frega nulla). questo anche per UN solo caso, e qua parliamo di centinaia.

per capirci: parliamo di stupri a 14enni, caricati su pornhub e rimossi a fatica dopo una lunga lotta.

se ne parla, in parte, qua
https://www.theguardian.com/global-development/2020/mar/09/worlds-biggest-porn-site-under-fire-over-videos-pornhub

le associazioni che si sono messe a cercare i video di abusi parlano di centinaia di casi come della “punta dell’iceberg”. e prima che vi parta l’automatismo libertino-libertario, proviamo a tradurlo in modo più semplice: è una mega azienda che fattura centinaia di milioni di dollari all’anno diffondendo ANCHE video di abusi, stupri e revenge porn.

e lo fanno per soldi: non gliene frega un cazzo del sesso, della pornografia, del libertinaggio, della gioiosa indipendenza ed emancipazione sessuale: semplicemente money money money.

la società proprietaria è MINDGEEK, che nel 2015 fatturava 460 milioni di dollari, ora probabilmente molto di più.

in tutto questo (ma ci sarebbe molto altro, cercate), che per me già basta per dichiarare guerra, pornhub viene percepito nell’immaginario collettivo come SIMPATICO.

perché? perché sono furbi come satana con il marketing.

le pubblicità ironiche e simpaticissime, i giornali di merda che fanno le classifiche delle “migliori pubblicità di pornhub” (wired) o “i tre divertenti nuovi spot di pornhub” (ilpost), ovviamente il green-washing, pornhub che salva il pianeta, il pink washing, pornhub per i diritti lgbt (sotto dovete sempre sentire la formula esoterica MONEY MONEY MONEY in loop), pornhub per gli studenti poveri, pornhub per i senzatetto, pornhub contro la violenza domestica (già, amara ironia), fino a cose deliranti come “guarda i video su pornhub e contribuisci alla ricerca contro il cancro”, che se non bestemmio guarda (cit.).

più recentemente, pornhub che si offre di aiutare l’inps dopo il noto fail del primo aprile. e tutti: eheheh che ridere, se pornhub gestisse il mondo le cose andrebbero meglio.

ma sono riusciti ad approfittare anche del coronavirus, cioè, di una cazzo di pandemia! come? offrendo l’abbonamento premium gratuito agli utenti italiani. immaginate queste persone in una sala riunioni, circondate d’oro, a fare ragionamenti del tipo: ah c’è una pandemia che miete vittime, beh è un’ottima occasione per 1) farci pubblicità, 2) acquisire nuovi clienti, 3) comprarci 10 nuove ville a testa.

QUESTO è, realmente, pornhub.

ma nell’immaginario collettivo pornhub è simpatico, è uno di noi, usa i meme, però è anche buono, o meglio non è cattivo (“don’t be evil” per citare il motto di google). la cosa peggiore è che gli utenti – non del sito eh, in generale chi li segue sui social ecc. – fanno la pubblicità al posto loro, il sogno di tutte le grandi aziende, sempre.

se pornhub vendesse armi, sarebbe il male. ma siccome vende masturbazione, allora è simpatico e buono.

insomma, ogni volta che fate mi piace a pornhub state baciando in bocca satana vestito da hitler. che può anche essere una bella perversione, per carità. fate voi.

a margine: anche nel porno professionale (e legale), ovviamente non è tutto rosa e fiori. cazzo, non è tutto rosa e fiori in NESSUN settore, manco tra i collezionisti di francobolli, volete che lo sia nel porno? ci sono ovviamente migliaia di testimonianze di abusi (e sfruttamento economico) anche tra le professioniste e i professionisti, cioè in quella parte di materiale caricato su pornhub che in teoria non dovrebbe essere problematico, figuriamoci sul resto.

vabbè, non ho voglia di scrivere un articolo approfondito, ma qualcuno lo faccia. e ripeto: toglietevi l’automatismo “ma è sesso! andare contro pornhub sarebbe come andare contro il sesso e questo farebbe di me un bigotto!”.

no, il sesso una cosa, la pornografia è una cosa, l’azienda mindgeek è un’altra.

un vero libertino-libertario andrebbe davanti alla sede di mindgeek e lancerebbe molotov, non farebbe cuoricini ai loro post e non riderebbe dei loro meme di merda.

ecco.

amen.

p.s.

già sento qualcuno che mi dice: ma che ragionamento è, allora hanno ragione quelli che vogliono chiudere telegram perché ci sono i gruppo pedo o di revenge porn. no, non è proprio la stessa cosa, ma è vero che è un problema simile e che in generale apre al problema più grosso di cosa possono fare realmente gli utenti, quanto veramente possono scegliere e quanto è davvero possibile gestire siti, spazi, servizi che diventano così grossi. forse è impossibile, non lo so: la questione è aperta. aggiungo anche questo editoriale con qualche spunto https://www.theguardian.com/global-development/2020/mar/09/pornhub-needs-to-change-or-shut-down ma, ripeto, questo non è un articolo giornalistico, il messaggio che vuole passare è semplicemente pornhub merda, molotov.

aggiornamento 2021:

ovviamente avevo ragione e ora tutti i giornali del mondo lo scrivono, a parte in italia dove pornhub viene considerato ancora il sito per farsi le seghe simpatico e ahahah hai visto l’ultima pubblicità troppo forti

Opinion | An Uplifting Update, on the Terrible World of Pornhub – The New York Times (nytimes.com)
 
ma dopotutto c’è chi considera jeff bezos un modello di vita, quindi ok così. ricordate: quando avete la vostra mano sul vostro cazzo, o sulla vostra clitoride (più improbabile, ma.. ) in realtà è il cazzo di hitler che state masturbando. fate come volete, fate sborrare hitler, ma sappiate quello che state facendo.
 
e andavetene a fanculo, idioti.

2 risposte a “Contro Pornhub”

  1. ma in realtà sai che non mi piace, è che non trovo un tema DAVVERO minimal, tipo html anno 2013, che si legga bene anche con i telefoni portatili

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