Das Leben der Schmetterlinge


Oh, finalmente qualcosa di interessante. Ho scoperto Roberto Omegna e mi piacerebbe fare un film basato su questa scena:

«Per studiare e riprodurre in cinematografia la vita delle farfaIle ho cominciato col raccogliere in campagna un duecento bruchi, che secondo la loro diversa specie ho continuato a nutrire con foglie di ortica, di finocchio e di altri vegetali […] Perché i miei minuscoli allievi non mi scappassero io li tenevo in certe gabbiette smontabili. Per facilitare ed accelerare alquanto lo sviluppo di questi animaluzzi durante l’esperimento, che malgrado il metodo accelerato, è durato un mese e mezzo circa, li tenevo in un ambiente riscaldato artificialmente. E noti che era di luglio […] Rimediavo in parte a quell’eccesso di temperatura mettendomi una vescica .con ghiaccio sul capo. […] si vedono le farfalle posarsi sui fiori. Per avere questa scena di graziosissimo effetto finale, ricorsi ad uno stratagemma. Una volta che le .farfalle avevano messo le ali certo sarebbero volate via per il teatro lasciandomi con un palmo di naso. Ma io provvidi a trattenerle nel mio dominio con la cura ugolinesca del digiuno. […] Dopo questa lunga dieta apersi la gabbia: ma prima avevo avuto cura di disporre intorno fiori freschi imperlati dell’acqua con cui erano stati annaffiati. Le farfalle affamate ed assetate, subito volarono e si posarono avidamente sui fiori. La fame e la sete […] avevano pure addomesticate le farfalle, che senza alcun timore, dopo essersi saziate sui fiori, venivano anche a posarsi sulla mia persona e sulla macchina» (R. Omegna, “La Gazzetta del Popolo “, 23.12.1913).

E’ strepitoso. Lui che in luglio crea una serra tropicale in casa e gira con “una vescica con ghiaccio sul capo” instaurando un “dominio con la cura ugolinesca del digiuno” su queste farfalle… Me lo immagino in canottiera, sigaretta pendente dalle labbra, con un 78 giri di Caruso a riempire la casa e le farfalle svolazzanti… che poi si ribellano e diventano tipo gli uccelli di Hitchcock però in versione lenta, con lui ubriaco e disperato, ricoperto di farfalle (e Caruso). Capolavoro (l’ho già scritto, diretto e recensito, è venuto bene, sono contento).

Il risultato è un documentario di 10 minuti del 1911 (per capirci, siamo poco dopo Méliès, stesso anno dell’Inferno di Bertolini, De Liguoro e Padovan, che avevo musicato qui) per la gloriosa Ambrosio Film, assolutamente delizioso, che mi ricorda un altro capolavoro italiano, successivo, che ho usato l’anno scorso in un corto che non posso mostrare, e cioè L’erba delle meraviglie di Fernando ed Ernesto Armati.

A Omegna l’idea per il documentario sulle farfalle era stata proposta da Guido Gozzano, il poeta, cugino di Omegna nonché appassionatissimo di cinematografia, ma che purtroppo è morto prima che potesse fare qualche film (mentre, ahimè, molti altri sono nati dopo per fare cose inutili, ma si sa che va così).

Di questo “La vita delle farfalle” si trovano solo pochi minuti in questo video di Youtube dal minuto 3.44, ma sarebbe da vedere intero e su uno schermo gigante.

Strepitoso – e intero, grazie a Dio –  La vita della chiocciola che ovviamente ho inconsapevolmente omaggiato più volte in Adiosu (inconsapevolmente perché all’epoca non l’avevo ancora visto, ma evidentemente già comunicavo con il buon Omegna). Questo, come altri film, Omegna l’ha fatto con la collaborazione di Eugenio Bava – padre di Mario Bava – con cui si divertiva a fare queste cose spudoratamente Méliès, sempre per la gloriosa Ambrosio Film.

Insomma le premesse c’erano tutte. Come poi si sia arrivati a quello che si fa oggi non si sa.


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