Un amore ctenaforo


(altri avanzi, stavolta da facebook: prendere la trama di un romanzo italiano e trasformare i protagonisti in funghi mucillaginosi, muffe e organismi bioluminescenti)

vorrei mandare questo soggetto a un editore:

Lea è una spora plasmodiale, ha tre figli, un lavoro stimolante e un marito di cui è innamorata. Nella loro relazione irrompe improvvisamente Carlo, un ctenaforo beroida che lavora in una galleria d’arte e che nel tempo libero fa il filtratore planctonico per beneficienza. I due si conoscono durante un concerto di Salvo, una muffa larga 10 metri che occupa la sala principale della una galleria d’arte frequentata da entrambi. Mentre Lea e Carlo ascoltano Salvo, scoprono di avere tanto in comune, nonostante la loro apparente diversità tassonomica. Lea impara a leggere i segnali bioluminescenti e inizialmente accoglie con curiosità e allegria questo nuovo incontro, ma presto scopre dei lati nascosti di Carlo. Parlando con un’amica in comune, Sara, un’alga microscopica unicellulare, scopre che Carlo ha dei lati oscuri, ad esempio non ha un sistema nervoso centrale ma una rete nervosa subepiteliale, il che a volte lo rende molto irascibile e perfino violento. Nel frattempo il marito di Lea si ammala e diventa lo sclerozio di una muffa melmosa. Lea si sente in colpa: è attratta dall’affascinante e un po’ inquietante ctenaforo Carlo, ma sente ancora qualcosa per suo marito, soprattutto ora che è in una fase difficile del suo ciclo vitale. A causa dell’eccessivo stress Lea un giorno, mentre fa pilates, si trasforma improvvisamente in un’unica massa citoplasmatica. L’amica Sara va a trovarla e, trovandola in quelle condizioni, le propone di distrarsi andando a trovare una loro vecchia amica che fa la pittrice a 4000 metri di profondità, Iwalda. I tre, ritrovandosi insieme, si lasciano andare ai ricordi di gioventù, bevono tutta la notte e il tempo passa, alla fine si trovano in una nuova era geologica

(il romanzo finisce così, con un finale aperto. è il primo di una saga, tipo l’amica geniale di elena ferrante)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *