earl grey


ho deciso che per il resto della mia vita comprerò solo tè di qualità. non importa quale sarà il mio livello di povertà, e se riuscirò o no a risalire questo imbuto – da oggi fino a quando schiatto berrò solo tè buonissimi. bevo il tè due o tre volte al giorno, tutti i giorni. mi è capitato di bere delle qualità scarse, comprate nei supermercati economici, e le ingoiavo tristemente pensando che quella era la vita. non amara, non dolce, semplicemente non buona. per questo inverno sto usando dei vecchi pantaloni in velluto, buoni perché tengono caldo, cattivi perché hanno sul davanti delle cuciture che si stanno disfacendo e nel didietro, proprio lì, uno squarcio imbarazzante, oltre a essere lisi sulle ginocchia. dunque vanno bene per uscire senza essere visti – meno per situazioni sociali. ma c’è quella zona grigia che è il supermercato, dove di fatto ci sono interazioni sociali, se non con le altre persone sicuramente con la commessa o il commesso, visto che dove vado non ci sono le casse automatiche. al supermercato ho deciso che posso andare con i pantaloni caldi ma distrutti, tanto conosco poche persone e quelle poche forse si aspettano da me che sia vestito così, e che me ne freghi. in questi casi non mi curo tanto nemmeno dei capelli, o di malattie della pelle, di eventuali buchi nella giacca, né di altri banali indizi di sopravvenuta indigenza. mi soffermo davanti allo scaffale del tè. twinings sempre irraggiungibile. forse quando lo mettono in offerta, ma non capita mai. ho fantasticato spesso di rubare delle scatole di tè twinings. quelle e l’avocado sono tra le cose che ruberei al supermercato, anche perché sono tra i prodotti che non metteranno mai nei pacchi alimentari della caritas. twinings ha un copywriter molto capace, come si intuisce da questo formidabile incipit sul loro sito: “In un tempo in cui si beveva solo caffè, Thomas Twining sfidò le convenzioni e iniziò a commerciare tè con le Indie Orientali”. sembra già la trama di un film di hollywood, tutti che bevono caffè, arriva questo pazzo che spiega a qualcuno che il futuro è nel tè, nessuno gli crede, gli danno del matto, ma alla fine ha ragione lui e fa i soldi. poi a fianco a twinings c’è sir winston tea, ottimo tè da supermercato, ma anche questo sempre troppo per le mie tasche, quindi tocca prendere quelli economici, o attendere che qualche amico o amica ti regali quelli buoni. ho già ricevuto del tè in regalo quest’anno, un tè matcha molto buono, se ci si abitua. penso: chissà cosa direbbe mia nonna se mi vedesse andare in giro con questi pantaloni. lei in casa aveva sempre il tè twinings ed era molto netta per quanto riguarda la differenza tra i vestiti da casa e i vestiti per uscire. anche in casa in realtà si vestiva bene, perché poteva sempre arrivare un ospite. ma quando si usciva bisognava essere perfetti, e anche diventata molto vecchia si controllava allo specchio prima di uscire di casa e si spruzzava un po’ di profumo. ed eccomi qua, nonna, con la mia puzza di caprone e legna umida, i pantaloni bucati, due avocado nelle tasche, una scatola di earl grey della twinings nella giacca, pronto per la mia scalata al successo.


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