Perfect as Cats: a tribute to The Cure

tributo/raccolta di cover dei cure ad opera dell’etichetta manimal vinyl, già responsabile di un tributo a madonna che sicuramente syn conosce. questa volta sono presenti anche alcuni dei nostri idoli e amici come jesu, indian jewerly e devastations con ottime e drogate cover di robert smith e soci. la copertina è di una bruttezza inspiegabile. veramente.

[siccome il maledetto formato m4a a quanto pare non piace molto al player audio del blog, metto i link diretti: indian jewerly, jesu, devastations)

Donnie Darko – Devil May Cry pre-classifica

Donnie Darko

Svisceriamo ‘sto tipo nella sua fenomenologia della scoperta. L’ha beccato mio fratello in rete cercando parole chiavi al limite tra il puerile ed il videoludico: Donnie Darko, Devil May Cry, soundtrack in primis.
Così gli si è palesato un artista di nome Donnie Darko ed il suo album del 2007 intitolato Devil May Cry. Pagliaccio? Sfigato? Nerd? O semplicemente underground?
Di certo è di opinabile utilità e creatività la scelta di questo nick. Se da un verso esiste la possibilità di un bieco sfruttamento di nome, dall’altro non deve essere rincuorante trovarsi la faccia di Jake Gyllenhaal ad ogni ricerca Google.
Ma, continuando ad infierire, è difficile non notare la copertina orripilante, i titoli delle canzoni degni di nerdaggine acuta, la tag horrorcore che spavoneggia su last.fm o gli utenti che si accapigliano sul perchè c’è questa commistione tra soundtrack del film e un nero che rappa. E l’ennesima beffa è avere un solo rate su rate your music (che rate your lulz!). Il caso di superficie e le questioni di lana caprina, però, possono essere momentaneamente accantonate, alla luce della sue canzoni. Insomma, consigliato.

Un Tom Jones – 24 Hours pre-classifica

giuro che quando in “i’m alive” fa NA NAAA NA NAAA pensavo partisse raffaella carrà con mi è sembrato di sentire un rumore, rumooreee! comunque nuovo ottimo disco e tom jones sempre in forma. sembra ieri che cantavamo nei casinò di las vegas e passavamo la notte a bere e suonare insieme… ehh sì. e c’è anche la tristissima ballad 24 hours con relativo video cupissimo in bianco e nero, da non perdere.

Autotune, cuori infranti e solitudine pre-classifica

bon iver è quello che ha registrato il disco in una casa in mezzo a un bosco e tutti ci tengono a ricordare questa cosa, chissà perché. dov’è la stranezza? c’è chi ci abita e ci caga, in mezzo a un bosco. la canzone, comunque, è molto bella, ed è tratta dall’EP blood bank. kanye west invece è più conosciuto come “dio negro dei beat spaccaculi”, forse ne avrete sentito parlare. il nuovo album (808s and Heartbreak – già il titolo è Amore), tutto autotune, drum machine e anima tormentata è decisamente dark e quelli che dicono erameioprima non capisconoproprioniente. il video del singolo love lockdown è ormai già Storia,  e inoltre, per gli appassionati delle curiosità: sapevate che la madre di kanye è morta mentre si faceva ridurre le tette? pensateci mentre lo ascoltate.

Sfogo pre-classifica

Nell’attesa che la classifica dei BEST OF 2008, di rito, prenda piede, voglio sic et simpliciter mandare affanculo le riviste musicali, specialmente tutte. E non voglio neanche proferire descrizioni precise e teorie funamboliche, perchè non ne ho voglia (magari leggendo qualcosa di passato su queste latitudini qualcosa si comprende). Et ergo, Ondarock, Sentireascoltare, Storia della musica, vi seguo per conoscere nuove band ed artisti, però, per favore, dovete andare un po’ AFFANCULO. Le vostre inutili recensioni non le leggerò manco morto. Esiste più sensibilità in un tronista di uomini e donne. I vostri arti traballanti e neuroni salterini non potranno neanche lontanamente interrogarsi su cosa voglia significare l’oggetto delle vostre accurate quanto inani disamine. Fatiche di Sisifo spacciate per erudite analisi con tanto di citazioni ed interconnessioni. ANDATE BEATAMENTE AFFANCULO. Snobbettini (sine nobilitate) dei miei testicoli trasandati, vi calate nelle discipline come un rullo compressore accarezza una rosa. Per il momento vi odio, ma vi consiglio caldamente di non beccarmi in conferenze, incontri, presentazioni ove si parli di queste tematiche di caratura estetica, perchè non mi tirerò indietro dallo smerdarvi coram populo, facendovi ingoiare quella dogmaticità e facendovela rigettare per l’altro orifizio, quello non adibito all’eloquenza. Capito?
ANDATE AFFANCULO.

Evil Music For Evil People

e a proposito di film, negli ultimi tempi ben due sul black metal norvegese: Until the lights takes us e Once upon a time in Norway, che si trova pure su youtube. ma ovviamente, come nel post sotto, noi consigliamo il regolare acquisto dei dvd originali, le preghiere mattutine e almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno. mentre aspettate che il negozio apra per precipitarvi ad acquistare i dvd potete approfittarne per guardare in streaming “true norwegian black metal”, documentario in 5 puntate (#1 #2 #3 #4 #5) su gaahl, il simpatico leader dei gorgoroth (di cui consiglio questo video). poi certo, per chi non si accontenta e aspira a una vera e propria cultura sul genere viene in soccorso la rete internet con ben 8 documentari sul black metal. ma come diceva louis armostrong666: “se chiedi cos’è il black metal, amico mio, non lo capirai mai”.

I Justice sono rock'n'roll

“A Cross the Universe” è un documentario sul tour in America dei Justice, non so se li conoscete. Riassunto: sono due francesi e sono pazzi, nel senso di malati.
Nel video la componente musicale è del tutto secondaria, e la maggior parte delle riprese si concentra su loro che, costantemente ubriachi o strafatti (ma possibilmente entrambe le cose), si impegnano nel fare quanti più danni è possibile, con una decadenza che non si vedeva da tempo e un perenne KILL THE ENTHUSIASM stampato sui loro volti.
Vediamo infatti i Nostri compiere svariate imprese tra cui:
– scoreggiare durante le interviste e rispondere fissando insistentemente le tette dell’intervistatrice
– dare pasticche agli scoiattoli nel parco
– comprare abbastanza armi da radere al suolo tre licei e un college (salvo poi farsi beccare dalla polizia mentre le sventolano in un ristorante)
– sposare a Las Vegas una groupie appena conosciuta presentandosi in chiesa in occhiali da sole & bottiglia
– rovesciare alcool sui capelli di una fan cretina sì da poterli agevolmente dare alle fiamme

– interrompere un live set mandando a fanculo il tecnico del suono per non si sa bene quale motivo (ma probabilmente solo perché loro possono)

La loro epica raggiunge però il culmine con un finale veramente d’altri tempi che li consacra definitivamente ad eroi, ma che la redazione lascia volentieri scoprire al Gent.mo Lettore.
I Justice dunqe possono piacervi o no, ma sappiate che in loro scorre vigoros lo Spirito del rock’n’roll.
Il documentario dura solo un’ora e merita di essere visto.

“A Cross the Universe” ve lo potete comprare (ahahah) qui ma se ne detenete già una copia regolarmente acquistata nel pieno rispetto delle normative sul copyright, lo potete prendere anche da qui.

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