1000 volt tutti insiem – VMC+

1000 volt tutti insiem


mbisns

ciao, sono inattuale, quindi sulle cose ci ragiono e ci arrivo mesi dopo. ad esempio:

sulla frase del poliziotto della diaz* che ha detto “lo farei 1000 volte” nessuno, che io sappia, ha preso la cosa alla lettera.

cioè che lui sarebbe disposto veramente a farlo 1000 volte.

l’idea secondo me può ispirare un film di quelli che escono ogni anno e che in sostanza scopiazzano philip dick da 60 anni. cioè del personaggio che è intrappolato in un loop in cui si ripete sempre la stessa scena. in questo caso il nostro protagonista è un poliziotto che entra alla diaz. la prima volta è dura e sorprendente, succede di tutto e nemmeno capisce bene dov’è finito. l’incubo sembra finito, ma si ripete una seconda volta. poi una terza, una quarta.

alla ventesima il poliziotto capisce che è sempre la stessa scena (prima pensava a coincidenze) e allora cerca di comportarsi diversamente. fino alla cinquantesima si diverte, poi inizia a stancarsi un po’.

ora, nella realtà, probabilmente, così come ha dichiarato, potrebbe rifarlo mille volte e poi dormire meglio di me la notte, però rendiamo il film più interessante** quindi facciamo quella cosa dell’Evoluzione del Personaggio (EVOLUZIONE TRAMICA IN ATTO, OCCHIO).

alla trecentesima ripetizione il poliziotto è come una marionetta disperata che ripete gli stessi gesti schiavo del destino, tipo coreografia di pina bausch. manganella, corpo che schizza sangue, manganella, corpo che schizza sangue, manganella manganella manganella.

il nostro piagnucola mentre manganella le zecche della diaz, la volta successiva è sempre più stanco, poi smette di agire, si lascia andare, si mette in un angolo e piange.

a questo punto però i suoi colleghi lo scambiano per uno dei giovinastri della diaz e iniziano a manganellarlo e sfotterlo, e lui scopre che stare dalla parte della vittima è effettivamente peggio. allora si dice: “e no che cazzo, tanto vale…” e ricomincia a manganellare.

la parte finale diventa tipo predator, lui che vede solo corpi da colpire, sangue, sudore, non c’è più trama, solo manganellate, schizzi di sangue, gente che piange, poi titoli di coda e un fotogramma subliminale con una foto di massimo d’alema.

oppure una versione musical, stesse scene ma montate come quelle della coreografia degli spazzacamini di mary poppins.

*c’è questa sindrome, a sinistra, di cercare di mettersi nella testa dell’altro sempre a tutti i costi, anche quando è impossibile. perché pure quando siamo poveri pensiamo da borghesi che dobbiamo capire il popolo e quindi silenzio compagni, facciamo parlare il compagno poliziotto, sentiamo cosa ha da dire. poi il compagno poliziotto dice cose che sembrano uscite da un racconto di lovecraft, allora quelli di sinistra cercano di capire: no un momento, cerchiamo di capire perché vuole spellare vivo un negro, impalarlo e bruciarlo lentamente. ci sarà una ragione, facile etichettarlo come un gesto violento, crudele e razzista. che snob che siete, voi che non volete capire i nostri compagni del popolo. in realtà è questa la vera posizione snob, di chi si pone di fronte agli altri come un etnologo dell’800 che vuole capire l’indigeno, e non lo tratta da pari. perché tra pari, se uno dice una puttanata, quella resta una puttanata. non mi importa se sei più povero o sfigato o ignorante di me. hai detto una puttanata. anche in questo caso del poliziotto della diaz, allora cerchiamo di capire. all’epoca avevamo pensato che era stato un inferno anche per loro, perché caino e abele e in ogni crimine le vittime sono due e via dicendo. quindi chissà come avrà vissuto questi anni, povero poliziotto vittima del sistema che la mattina si deve alzare presto per andare a difendermi dai cattivi. chissà che brutti sogni, chissà le scene davanti allo specchio a chiedersi chi sono, i litigi con la moglie che non capisce, le citazioni di pasolini e tutte queste cose da film italiano insomma. invece no. scopriamo che lui si è goduto la cosa alla grande e la rifarebbe 1000 volte e che la maggior parte dei suoi colleghi approvano le sue parole, sono d’accordo con lui. io al solo pensiero di farla due volte un’esperienza del genere mi cago sotto. sarei uno strelnikov (scusate amici del popolo ma cito un libro) moltiplicato 1000. alla terza volta forse ci potrei arrivare, e  con uno sforzo incredibile, forse arriverei anche alla quarta o quinta, ormai in preda a tremori, incubi da sveglio, colon irritabile, e inizierei a fare i conti per i futuri anni di psicoterapia. ma 1000 volte? entrare 1000 volte alla diaz? mi sembra impossibile.

**ricordo un’intervista a vicari, il regista del film diaz, dove spiegava che per la sceneggiatura si era basato sugli atti del processo e che il personaggio interpretato da claudio santamaria, lo sbirro che ha i dubbi, che sente che forse stanno esagerando, era inventato, perché dal processo era emerso che nessuno aveva avuto scrupoli, ma che la cosa sembrava poco credibile e quindi nel film si erano inventati questo personaggio. cioè la realtà era troppo assurda e quindi, nella finzione, avevano aggiustato un po’ il tiro.


Una risposta a “1000 volt tutti insiem”

  1. forse non ti ricordi (io non mi ricordavo, l’ho trovato su google per caso) tanto tempo fa avevo scritto questo: https://www.harrr.org/rrr/il-sub-sconcio/ riguardo al subconscio che ormai “sporcato” di esagerazioni ci fa dire stime esagerate.

    Seguire l’esagerazione e provarla davvero è un compito del cinema quindi i 100 colpi di spazzola potrebbero diventare 1000 manganellate o anche 10.000 battiti di ciglia, e sarebbe forse istruttivo. comunque, ho pensato due cose:

    1) il poliziotto forse non intendeva davvero 1000 volte, ma bensì 273 volte
    2) i comunisti che preferisco sono quelli che cercano di pensare come pensano i cattivi, non perchè siano più in alto o più in basso di loro ma solo perchè i cattivi sono meno rappresentati a livello numerico. per intenderci, oggi i veri comunisti votano berlusconi perchè è sceso in minoranza, indipendentemente dal pensiero della minoranza.

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