Com’è il sesso con le prostitute: la storia di Carlo

Pubblico la storia integrale di Carlo, che originariamente era nata come commento a questo articolo dedicato ai motivi per cui gli uomini ricorrono alla prostituzione. Ne ho fatto una pagina separata dal commento poiché gli argomenti sono talmente tanti da poter suscitare a loro volta molti altri commenti. Grazie Carlo!

Trovo molto interessante questo articolo. Sicuramente come si è detto, le ragioni che spingono a frequentare le prostitute possono essere le più disparate. Nonostante il caso dell’uomo appagato dalla propria compagna che faccia ricorso al sesso a pagamento per il brivido della scoperta sia qualcosa di reale, la maggior parte dei casi è riconducibile a due filoni:

  • gli uomini impegnati che non fanno sesso quanto e come vorrebbero
  • gli uomini single che non fanno sesso quanto e come vorrebbero

Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma la verità è che la maggior parte degli uomini fa sesso molto meno di quanto vorrebbe e con molte meno donne di quante sogna.
Senza contare che non sono molte le donne capaci di sedurre e intrigare.
Mi rendo conto che ad una mente femminile questa visione risulti incomprensibile e venga tacciata con l’arroganza tipica a cui siamo abituati, ma è un po’ come se da uomo giudicassi una donna che scegliesse liberamente di andare a letto con un uomo ben più grande di lei e nemmeno attraente, come capita spessissimo nei confronti di docenti, capo ufficio, dirigenti.
Potrebbe mai esistere una dottoressa house? Una dottoressa storpia, antipatica e brutterella ma con un gran cervello e che per questo fosse attorniata da giovani e aitanti dottorandi o da altri affascinanti dottori?
Una trama così non starebbe in piedi, mentre il dottor house ha macinato stagioni su stagioni. E avrebbero mai potuto fare un fattorino house? Direi di no. Ovviamente di serie televisive simili è pieno l’etere, cambiando qualche particolare la sostanza non cambia.
Questo per dire banalmente che uomini e donne affrontano la sessualità in modo reciprocamente incomprensibile. Tra l’altro, le donne che puntano il dito contro i fruitori delle prostitute, giudicandoli severamente, sono davvero loro stesse senza colpe? Non hanno mai avuto neanche un’avventura sessuale con chi ritenevano figo anche sapendo che non ci sarebbe stata relazione seria? Perché alla fine di questo si tratta: poter fare sesso quando ne sentiamo l’impulso, anche se non è “giustificato” da più nobili e specchiati sentimenti. L’unica differenza è che noi generalmente dobbiamo pagare, loro no.
E c’è anche da dire che questa sorta di parità sessuale ha portato vantaggi a molte donne e a un numero esiguo di uomini (i socialmente alfa). Infatti donne anche brutte possono piuttosto agevolmente avere avventure sessuali anche con uomini attraenti.
Sono validi anche i ragionamenti logici tipici del maschile: in sostanza perché pagare per un risultato non garantito, più costoso e artefatto (il corteggiamento), quando si può avere la stessa cosa (tra l’altro di solito visivamente migliore), garantita, più economica e meno ipocrita ad un costo inferiore?
Altro aspetto importante è che infondo, tolti i casi di sincero innamoramento reciproco, una donna la devi comunque pagare, tanto vale farlo in maniera diretta. Che senso ha il teatrino degli inviti a cena e regalini se lo scopo è arrivare al rapporto sessuale? Anzi, non si rischia di danneggiare una donna che con quel corteggiamento è indotta a credere che ci sia un reale interessamento?
Ora vengo alla mia esperienza. Ho iniziato a frequentare le prostitute quando stavo con la mia ex moglie, la quale dopo un periodo iniziale durato meno di un anno, smarrì del tutto la libido sessuale. A nulla valsero richieste di confronti e chiarimenti, era così e basta e per lei non era nemmeno un problema. Emerse che per lei era normale, era sempre stata così (per non parlare poi di quando subentrano i figli). Così per frustrazione provai ciò che avevo sempre più o meno condannato, sicuramente disprezzato: il sesso a pagamento.
Devo specificare che anche io come altri tentai prima la carta del sesso inteso come ricerca del reciproco piacere, per cui a qualche amica o conoscente cercai di far capire cosa andavo cercando ma le risposte erano del tipo: si, non mi dispiacerebbe, ma voglio altro, una storia, il sentimento.
Perché queste donne avevano già vissuto la storia sessuale con l’uomo di turno (che le aveva attratte fortemente dal punto di vista fisico) e ne erano rimaste bruciate. Si erano legate e sentite usate. Per cui ora arrivavo io, frescone, e pretendevo di far sesso così, per puro divertimento. Ma io, che avevo già amato, pazientato, compreso (invano), non avevo intenzione di pazientare ulteriormente. Ne’ di comportarmi da uomo innamorato se non mi sentivo tale.
Da li a ora ne è passata di acqua sotto i ponti, posso dire tra l’altro che la prostituta cambia molto a seconda del luogo di provenienza e che porta in sé, la mentalità della propria terra. Quella dell’est, bella ma distaccata, la cinese, economica e più rispettosa della figura maschile, la sudamericana più calda e coinvolta e infine l’italiana, pessima. L’aspetto “divertente”è che la prostituta italiana incarna infatti i difetti delle conterranee, è aggressiva, disprezza l’uomo e i suoi desideri. Quando sei li con lei senti che ti sta giudicando negativamente, ti trasmette rabbia e astio. Ovviamente sono generalizzazioni, basate sulla mia non vasta esperienza, eppure valide per la comprensione del bagaglio culturale che si porta dietro ognuno di noi.
Sembrerebbe quindi che il ricorso alla prostituzione rappresenti quindi la soluzione di ogni problema, ma non è così. Perché, chi come me, cerca un lato umano (e secondo me la maggioranza dei clienti), resta fondamentalmente insoddisfatto. Molti non vogliono vivere il rapporto sessuale come una seduta di allenamento in palestra, cercano anche altro. Forse anche solo desiderare e sentirsi desiderati. E la maggior parte delle prostitute non è in grado di darti nulla più che un corpo. Chi come me è stato un ragazzo carino e educato, “colpevole” di non saperci fare e di essere troppo rispettoso, vive il ricorso alla prostituzione come un trauma, come qualcosa lontana dal proprio modo di essere. Un male necessario.

Sarei curioso di sapere se negli anni i clienti delle prostitute sono aumentati o diminuiti. Con il livello di libertà sessuale raggiunto dovrebbero essere relativamente pochi, in realtà credo che siano un numero elevato, forse addirittura in aumento. Segno che comunque qualcosa non va.

 

Piaciuto l'articolo? Ricevi un'email quando scriverò ancora (circa 2-3 all'anno)

potrebbe interessarti...

Commenti

  1. Ciao Carlo, per una volta sono il primo a commentare su un articolo del mio sito 🙂 Prima di tutto grazie per la condivisione dei tuoi pensieri e della tua esperienza.

    Il punto principale a cui vorrei dar seguito riguarda la ricerca di quell’eterno “altrove“, che in fondo è una prerogativa umana, e che come hai notato a volte trova sfogo nella prostituzione.

    Il fatto che gli uomini cerchino qualcosa di “altro” rispetto al semplice sesso a pagamento è rappresentato su vari fronti, c’è persino la categorizzazione “GFE” ovvero “Girl Friend Experience” che si trova anche sui forum di clienti delle prostitute. Questi uomini cercano l’emozione del primo fidanzamento.

    Ed è in fondo quella stessa cosa che si perde dopo alcuni anni nel rapporto con una donna. Nel mio caso è come se fossi passato attraverso a varie “maggiori età”. Il primo innamoramento, sentirsi pronti per essere genitore, il primo figlio, il primo divorzio.

    Penso siano fasi di cambiamento più o meno radicale che avvengono sia nell’uomo che nella donna e che tuttavia decretano a volte l’inizio e la fine di tante storie.

    Quella sfera sessuale non si esaurisce, ma cambia forma e sostanza nel tempo. E genera insoddisfazione ogni volta in cui venga relegata ad una ricerca esterna da noi. L’altro, l’altra, l’altrove… sono rappresentazioni di un nostro spettro interiore che non si sfama. Nel caso della prostituzione è più evidente che in altri casi, è evidente per la natura stessa del rapporto nel quale le donne mettono nel contratto solo l’affitto del proprio corpo… e guarda caso gli uomini più soddisfatti sono quelli che non trovano solo il corpo ma anche soprattutto una presenza di spirito che come hai notato cambia addirittura da persona a persona, da prostituta a prostituta.

    Ho sempre trovato molto significativo il fatto che un film come Pretty Woman sia stato tanto amato da tante donne. La prostituta che si innamora del principe azzurro, che le offre una strada sia per riscattarsi che per evolvere. In fondo, tutti cerchiamo una persona che ci prenda per mano e ci aiuti a superare le tante metamorfosi che le tante “maggiori età” ci consentono.

    Se avrai altre storie da raccontare qui per te ci sarà sempre una porta aperta. ciao e ancora grazie!

  2. Ciao Simone, innanzitutto ti ringrazio per lo spazio concessomi e mi scuso per il ritardo di questa mia risposta. So che non era per forza richiesta, ma quando ho letto il tuo commento avrei voluto rispondere, tuttavia mi è mancata l’ispirazione, mi sono mancate le “parole giuste”.
    Credo ci sarebbe molto da dire su questo argomento, il tuo intervento ha del filosofico e mi sembra di capire che abbiamo un modo simile di pensare la realtà.
    E’ vero che il ricorso alla prostituzione può rappresentare anche un tentativo di appagamento dell’altrove, anche perché sono convinto che se per ipotesi un uomo potesse fare sesso con tutte le donne che desidera, non sarebbe comunque pienamente “felice”. Questo non lo metto in dubbio, ma non è mia intenzione spingermi tanto in là. Credo sia anche indicatore di un disagio che vive la sfera maschile. Si parla di femminicidi e maschilismo (o machismo), ma del malessere maschile in una società occidentale nessuno ne parla. Con la libertà sessuale che abbiamo oggi, che senso avrebbe andare a prostitute? Eppure è un fenomeno di enorme portata. Ho letto il tuo interessante articolo sul rimorchio in internet.. come ha detto anche qualcun altro entra in gioco anche l’asimmetria tra maschile e femminile, per cui un maschio ha notevolmente più difficoltà a vivere una vita sessuale appagante che non una femmina. Tu stesso hai provato sulla tua pelle la difficoltà della conquista, mentre per loro, inutile negarlo, è molto più facile. Sui social tutto questo è gonfiato, sembra sempre che siano molti più uomini in cerca che non donne.
    Se un uomo non è alfa, ricadrà per forza di cose nel mare magnum della normalità, con tutto ciò che ne consegue (molte minori possibilità di scelta e di essere scelti), inoltre da ciò che ho vissuto (più volte) e da ciò che sento in giro, anche chi è sentimentalmente legato frequentemente non è pienamente appagato dal punto di vista sessuale. Sesso sporadico, poco fantasioso. Molte donne nella scala delle loro priorità mettono il sesso dopo stendere il bucato e prima di buttare la spazzatura. Non so da cosa derivi questo, sicuramente in parte dalla repressione cattolica, ma non solo. Credo anche che l’ego principesco femminile sia gonfiato a dismisura, tutto questo porta ad insoddisfazione.
    Forse basterebbe che sapessero amarci davvero.

Comments are closed.