
Come il cinema ha raccontato la natura
- In 'The New World' del 2005, la natura rappresenta la bellezza e la perdita culturale.
- 'Aguirre, furore di Dio' del 1972 esplora il fallimento umano di fronte a una natura indomabile.
- 'The Tree of Life' del 2011 collega il viaggio umano ai cicli naturali dell'universo.
- Nel 2014, 'Wild' utilizza la natura come catalizzatore per la rinascita personale.
- 'La Principessa Mononoke' del 1997 critica la modernità e promuove il rispetto ambientale.
- 'Avatar' del 2009 utilizza Pandora per riflettere sull'equilibrio ecologico.
- 'The Revenant' del 2015 mostra la brutalità e bellezza della natura selvaggia.
Nel corso degli anni, il cinema ha dedicato una particolare attenzione alla rappresentazione della natura, non solo come sfondo pittoresco, ma come un personaggio vivente che interagisce e influenza le vicende umane. Non si tratta di semplici documentazioni visive bensì di narrazioni che interpretano e amplificano l’essenza della natura stessa. Nei film “The New World”, “Aguirre, furore di Dio”, “The Tree of Life”, “Wild”, “La Principessa Mononoke”, “Avatar”, “The Revenant” e “Into the Wild”, la natura diventa protagonista assoluta, plasmando il destino degli esseri umani che vi sono immersi. Questi film di finzione esaminano la natura in termini molto diversi, offrendo prospettive uniche sulle dinamiche uomo-natura.
“The New World” di Terrence Malick, uscito nel 2005, racconta l’incontro tra i coloni inglesi e i nativi americani all’inizio del XVII secolo. Attraverso la storia di Pocahontas e l’ufficiale inglese John Smith, il film rielabora il concetto di “Nuovo Mondo”, dipingendo scene di una natura incontaminata prima dell’arrivo del colonialismo europeo. La bellezza visiva è associata a un senso di perdita culturale ed ecologica, creando un contrasto potente tra l’innocenza della natura e le ambizioni umane. I critici del film hanno spesso osservato come Malick riesca a far rivivere i paesaggi dell’America pre-coloniale con un uso magistrale della cinematografia, che diventa uno strumento di narrazione tanto quanto il dialogo.
“Aguirre, furore di Dio”, diretto da Werner Herzog nel 1972, presenta un’altra prospettiva sulla natura attraverso la sua storia di conquista e follia. Il film segue l’odissea di Lope de Aguirre, un conquistador spagnolo alla ricerca del mitico El Dorado nella giungla sudamericana. Herzog offre una rappresentazione affascinante e temibile degli elementi naturali, che si oppongono alle ambizioni megalomani dei suoi personaggi. Le riprese nelle foreste peruviane sottolineano la difficile relazione tra uomo e natura, trasformando il paesaggio in un antagonista silenzioso ma onnipresente. Con la sua capacità di evocare la grandiosità e l’ostilità della natura, “Aguirre, furore di Dio” esplora l’inevitabilità del fallimento umano di fronte a un mondo che non può essere dominato.
I temi filosofici e spirituali tra microcosmi e macrocosmi
“The Tree of Life”, sempre di Terrence Malick e rilasciato nel 2011, è un’opera complessa che si occupa di temi esistenziali e cosmici, affrontando il ciclo della vita attraverso il microcosmo di una famiglia texana. Il film collega la storia personale dei membri della famiglia all’evoluzione dell’universo, facendo sì che la natura diventi un elemento riflessivo del viaggio umano. Con una narrativa non lineare e sequenze visivamente sbalorditive, Malick esplora la relazione tra amore, perdita, e la ricerca di significato. Le immagini di alberi, vulcani, mari in tempesta e foreste rigogliose servono a stimolare una contemplazione filosofica sui ruoli che gli esseri umani giocano nella grandiosità della creazione.
Attraverso il film “Wild” del 2014, il regista Jean-Marc Vallée si concentra sul viaggio fisico ed emotivo di Cheryl Strayed, interpretata da Reese Witherspoon. Dopo eventi personali sconvolgenti, Cheryl decide di percorrere a piedi il Pacific Crest Trail, una lunga e ardua distanza attraverso il paesaggio incontaminato degli Stati Uniti occidentali. Utilizzando la natura come mezzo catartico di rinascita personale, Vallée cattura la bellezza e la difficoltà del cammino. La critica ha evidenziato come “Wild” differisca da film simili, come “Into the Wild”, non per il contesto selvaggio ma per la sua rappresentazione della natura come opportunità di auto-scoperta e superamento del trauma.

- 🎥 Un'ode visiva alla natura sul grande schermo......
- 👎 Troppa enfasi sulla natura, rischio di banalizzare......
- 🌍 La natura come personaggio attivo: un approccio rivoluzionario......
La natura come metafora di conflitto e unione
“La Principessa Mononoke” del 1997, diretto da Hayao Miyazaki, esamina il rapporto tumultuoso tra umanità e natura attraverso il prisma del mito e del folklore giapponese. Ambientato in un Giappone medievale immaginario, il film narra la battaglia tra gli esseri umani espansionisti e gli spiriti protettori della foresta. Miyazaki introduce una narrativa complessa in cui la natura è rappresentata come un insieme di divinità guardiani e forze elementali in conflitto con la distruzione umana. Attraverso animazioni dettagliate e una storia ricca di simbolismi, il film riveste una critica della modernità e un’esortazione al rispetto per l’ambiente.
“Avatar” di James Cameron, uscito nel 2009, utilizza la natura aliena del pianeta Pandora per esplorare temi di colonizzazione e ambiente. Gli effetti visivi e la tecnologia 3D di cui il film si avvale creano un mondo visivamente affascinante, il quale mette a confronto l’armonia ecologica dei nativi Na’vi con le ambizioni depredatrici dei terrestri. La narrazione mette in rilievo le tematiche ecologiche e le allegorie politiche, riflettendo sulla necessità di equilibrio tra sviluppo umano e sostenibilità.
“The Revenant” del 2015, diretto da Alejandro González Iñárritu, ci riporta alla frontiera americana, narrando la lotta per la sopravvivenza di Hugh Glass. Filmato prevalentemente in condizioni di luce naturale, “The Revenant” è conosciuto per la sua rappresentazione brutale e realistica della natura selvaggia. Il contrasto visivo tra gli imponenti paesaggi innevati e la storia personale di vendetta di Glass rivela la dualità tra bellezza e pericolo naturali, evidenziando una narrativa in cui la resistenza umana alla natura inesorabile diventa un viaggio spirituale di trasformazione.
I nostri consigli cinematografici
Considerando che il ventaglio di questi film offre uno sguardo penetrante e variegato sulla relazione tra cinema e natura, invitiamo gli appassionati di cinema a intraprendere un viaggio oltre la superficie delle immagini. Ogni film esplora la nostra connessione con la terra in modi singolari, proponendoci narrazioni che arricchiscono la comprensione della nostra posizione nel regno naturale. Per un’esperienza cinematografica indimenticabile, consigliamo di immergersi nei classici di Werner Herzog per comprendere ulteriormente il suo linguaggio metaforico legato alla natura. Chi cerca di scoprire perle rare del cinema potrebbe esplorare il lavoro di registi come Andrei Tarkovsky, le cui opere invitano a riflettere sul rapporto simbiotico tra uomo e ambiente.