
La paura nei film horror: ecco cosa ci affascina davvero
- La quota di mercato del genere horror è raddoppiata negli ultimi vent'anni, passando dal 5% al 10%.
- Uno studio ha coinvolto partecipanti di età compresa tra i 18 e i 76 anni per valutare le risposte emotive ai film horror.
- L'attivazione della corteccia prefrontale e dell'amigdala è essenziale per la cosiddetta paura condensata.
Il fascino dei film horror risiede nella loro capacità di suscitare emozioni contrastanti di paura e piacere. Questo genere cinematografico ha visto la sua quota di mercato raddoppiare negli ultimi vent’anni, passando dal 5% al 10%, segno di un crescente interesse verso esperienze che, pur evocando paura e disgusto, riescono a generare emozioni piacevoli come eccitazione e divertimento. La paura ricreativa è un fenomeno che si manifesta quando il contesto è percepito come sicuro, permettendo all’eccitazione di trasformarsi in piacere. Diverse teorie cercano di spiegare questa apparente contraddizione. L’excitation transfer di Zillman suggerisce che il piacere derivi dal sollievo provato alla fine di una scena spaventosa. Ci sono anche teorie, come l’idea del masochismo benigno, che suggeriscono l’horror come un meccanismo adattativo per prepararci a situazioni minacciose nel mondo reale.
Reazioni emotive e fattori personali
Uno studio recente condotto da un team di ricercatori dell’Università di Pécs ha analizzato come diverse caratteristiche personali e del film influenzino la risposta emotiva degli spettatori. I partecipanti, di età compresa tra i 18 e i 76 anni, hanno visionato scene horror di vari sottogeneri e le hanno valutate su cinque dimensioni: paura, realismo, disgusto, piacere ed eccitazione. I risultati hanno indicato che la paura, il senso di realtà e la curiosità verso contenuti macabri sono fondamentali nel determinare quanto siano emozionati e appagati gli spettatori. Tuttavia, il disgusto percepito ha influenzato negativamente il piacere, suggerendo che eccitazione e piacere sono vissuti indipendenti e influenzati da fattori differenti.
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Il piacere cognitivo della paura
La visione di film horror permette di confrontarsi con le proprie paure in un ambiente controllato, stimolando alcune aree del cervello che si collegano al piacere cognitivo. Questo fenomeno è simile a quello che avviene in pratiche come il BDSM, dove il controllo della situazione è fondamentale. La paura si innesca in risposta a uno stimolo minaccioso, attivando diverse aree del cervello a seconda della prossimità del pericolo. Quando il pericolo è imminente, si attivano aree come la corteccia prefrontale e l’amigdala, provocando reazioni intense. Tale esperienza di paura intensa è riconosciuta come paura condensata. La ricerca di sensazioni forti è spiegata da teorie psicologiche che coinvolgono la parte più istintiva e primordiale dell’essere umano. La visione di film horror può quindi fornire un appagamento adattivo, simile a quello provato durante la pratica di sport estremi.
I nostri consigli cinematografici
Per chi si avvicina al mondo del cinema horror, un suggerimento è quello di iniziare con film che bilanciano sapientemente paura e narrazione, come “Psycho” di Alfred Hitchcock. Questo classico del 1960 non solo ha definito il genere thriller psicologico, ma ha anche introdotto tecniche di regia innovative che hanno influenzato generazioni di cineasti. Per gli appassionati esperti, un film cult poco conosciuto da esplorare è “Carnival of Souls” di Herk Harvey, un’opera del 1962 che, pur non avendo avuto un grande successo commerciale, è stata rivalutata nel tempo per la sua atmosfera inquietante e il suo approccio sperimentale.
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