
The Brutalist: un viaggio epico nell’architettura e nell’anima umana
- 215 minuti di durata per un'esperienza cinematografica immersiva.
- La pellicola è stata girata in VistaVision 70mm per una qualità visiva eccezionale.
- Il film ha vinto il Leone d'argento per la Miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia 2024.
- Uscirà al cinema in Italia il 25 gennaio 2024
“The Brutalist”, diretto da Brady Corbet, è un film che si estende su un arco temporale di tre decenni, raccontando la vita dell’architetto ebreo ungherese László Tóth. Dopo essere sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, Tóth emigra negli Stati Uniti nel 1947. Il film, girato in VistaVision 70mm e della durata di 215 minuti, è un’opera ambiziosa che esplora le complessità del sogno americano attraverso gli occhi di un immigrato. La trama si concentra sulle sfide che Tóth affronta nel tentativo di affermarsi come architetto in un paese che promette libertà e opportunità, ma che spesso si rivela ostile e ipocrita. La sua relazione con il mecenate Harrison Lee Van Buren, interpretato da Guy Pearce, diventa il fulcro di una dinamica di potere che riflette le tensioni culturali tra l’Europa e gli Stati Uniti.
Il brutalismo come metafora
Il film, nelle sale italiane dal 23 gennaio 2025, prende il nome dalla corrente architettonica del brutalismo, uno stile che privilegia la struttura e la funzionalità rispetto all’estetica. Questo approccio si riflette nella visione di Tóth, che cerca di sublimare il suo dolore e le sue esperienze in edifici monumentali. Il brutalismo diventa così una metafora per la lotta interiore del protagonista, un uomo che cerca di costruire un nuovo mondo dalle macerie del passato. La scelta di Corbet di utilizzare questo stile architettonico è un commento sulla società contemporanea, un invito a guardare oltre le apparenze e a confrontarsi con la realtà nuda e cruda.

- Un capolavoro epico e travolgente che cattura il cuore... 🌟...
- Troppo lungo e presuntuoso, non riesce a coinvolgere... 😕...
- Il brutalismo come metafora della resilienza umana... 🤔...
Accoglienza critica e premi
“The Brutalist” ha ricevuto una calorosa accoglienza alla sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, dove ha vinto il Leone d’argento per la Miglior regia. La critica ha elogiato la regia di Corbet, descrivendola come un’opera di grande intensità e complessità. Adrien Brody, nel ruolo di László Tóth, è stato particolarmente apprezzato per la sua interpretazione sfaccettata e intensa. Tuttavia, non sono mancate le critiche riguardo alla durata del film e alla sua struttura narrativa, che alcuni hanno trovato eccessivamente ambiziosa e autocompiaciuta. Nonostante ciò, il film ha ottenuto un punteggio del 97% su Rotten Tomatoes, dimostrando un ampio consenso tra i critici.
I nostri consigli cinematografici
Per chi è interessato ad approfondire il tema dell’architettura nel cinema, “La fonte meravigliosa” di King Vidor, che ha ispirato “The Brutalist”, è un punto di partenza essenziale. Questo film del 1949 esplora temi simili di integrità artistica e compromesso. Per gli appassionati di cinema che desiderano esplorare ulteriormente il lavoro di Brady Corbet, “L’infanzia di un capo” e “Vox Lux” offrono uno sguardo affascinante sulla sua evoluzione come regista. Entrambi i film sono caratterizzati da una narrazione complessa e da una forte attenzione ai dettagli visivi. In conclusione, “The Brutalist” è un’opera che invita alla riflessione sul ruolo dell’arte e dell’architettura nella società. La sua rappresentazione del brutalismo come metafora della condizione umana è un invito a guardare oltre le superfici e a confrontarsi con le verità più profonde. Per chi si avvicina al cinema, questo film offre un’opportunità unica di esplorare la relazione tra forma e contenuto, mentre per gli esperti rappresenta un esempio di come il cinema possa essere utilizzato per esplorare temi complessi e sfidanti.
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