
Viaggio nel lutto tecnologico in ‘The Shrouds’ di Cronenberg
- Il protagonista Karsh usa GraveTech dopo la morte della moglie nel 2017.
- La tecnologia mostra in diretta la decomposizione dei corpi sepolti.
- L'accoglienza critica è stata mista sulla riuscita del film.
Il nuovo film di David Cronenberg, The Shrouds – Segreti Sepolti, presentato in concorso al Festival di Cannes 2024 e uscito nelle sale italiane il 3 aprile, affronta temi complessi come il lutto, la morte, la tecnologia e l’ossessione per le immagini. Il film segna un ritorno alle tematiche care al regista canadese, esplorando il rapporto tra corpo e tecnologia, la percezione della morte e la riflessione sulla memoria.
La storia ruota attorno a Karsh Relikh, interpretato da Vincent Cassel, un imprenditore che, dopo la perdita della moglie Becca (Diane Kruger) avvenuta nel 2017, sviluppa una tecnologia controversa chiamata GraveTech. Questa tecnologia consiste in sudari high-tech dotati di videocamere che permettono di osservare in diretta il processo di decomposizione dei corpi sepolti. Karsh, incapace di superare il lutto, utilizza questa tecnologia per monitorare costantemente il corpo della moglie defunta.
Il cast include anche Guy Pearce nel ruolo di Maury, ex cognato di Karsh ed esperto di tecnologie, e Sandrine Holt, che interpreta Soo-Min, una donna cieca che stringe un legame con il protagonista. Diane Kruger interpreta anche Terry, la sorella gemella di Becca.

The Shrouds affronta diverse tematiche centrali nel cinema di Cronenberg.
Il lutto e la morte: Il film esplora il modo in cui Karsh elabora il lutto attraverso la tecnologia, trasformando la morte in uno spettacolo voyeuristico. La necessità di Karsh di controllare e osservare il corpo della moglie defunta riflette una difficoltà nell’accettare la perdita e nel lasciar andare il passato. *La tecnologia e il corpo: Cronenberg continua a indagare il rapporto tra tecnologia e corpo, mostrando come la tecnologia possa essere utilizzata per estendere il controllo umano sulla vita e sulla morte. I sudari tecnologici di GraveTech rappresentano un tentativo di superare i limiti della mortalità attraverso la manipolazione digitale del corpo.
*L’ossessione per le immagini: Il film mette in discussione il ruolo delle immagini nella società contemporanea, evidenziando come l’iperconnessione e la proliferazione di simulacri digitali possano allontanarci dalla realtà. L’ossessione di Karsh per le immagini del corpo in decomposizione della moglie riflette una dipendenza dalla rappresentazione visiva come forma di elaborazione del lutto.
*Il cospirazionismo: Il film introduce una sottotrama thriller che coinvolge servizi segreti russi e cinesi, interessati alle potenzialità strategiche offerte dai sistemi GraveTech. Questa componente cospirativa, sebbene non pienamente sviluppata, aggiunge un ulteriore livello di complessità alla narrazione.
L’accoglienza critica a The Shrouds è stata mista, con pareri discordanti sulla riuscita del film.
Alcuni critici hanno apprezzato la capacità di Cronenberg di affrontare tematiche complesse con uno stile provocatorio ed elegante. La regia calibrata e la fotografia sontuosa sono state lodate per aver creato un’atmosfera opprimente e oscura, tipica del cinema del regista. Vincent Cassel e Diane Kruger sono stati elogiati per le loro interpretazioni, considerate credibili nel veicolare il lutto e l’impossibilità di ricongiungersi con la persona amata.
Tuttavia, altri critici hanno espresso riserve sul ritmo lento del film e sulla sottotrama thriller, ritenuta poco convincente e incapace di sostenere l’interesse dello spettatore. Alcuni hanno trovato che il film si impantanasse in una serie di teorie cospiratorie, perdendo di vista il nucleo emotivo della storia. La lentezza del ritmo è stata vista come un riflesso dell’immobilità del protagonista, ma anche come un difetto che rischia di far perdere lo spettatore in un’atmosfera opprimente e quasi noiosa.
Nonostante le critiche, The Shrouds rimane un’opera personale e riflessiva, in cui Cronenberg esplora il lutto e la morte attraverso il suo caratteristico stile visionario. Il film affronta tematiche disturbanti e complesse, invitando lo spettatore a confrontarsi con le proprie paure e ossessioni.
The Shrouds è un film che stimola la riflessione sulla natura della morte e sul modo in cui la tecnologia può influenzare la nostra percezione della realtà. Se siete interessati a esplorare ulteriormente queste tematiche, vi consigliamo di recuperare altri film di David Cronenberg, come Videodrome (1983), Crash (1996) ed eXistenZ (1999), che affrontano il rapporto tra corpo, tecnologia e media.
Per chi si avvicina al cinema di Cronenberg, The Shrouds potrebbe rappresentare un punto di partenza interessante, sebbene non sia il suo film più accessibile. La sua natura intima e personale lo rende un’opera toccante, capace di suscitare emozioni profonde e di interrogare lo spettatore sulla propria mortalità.
Per gli appassionati esperti, un approfondimento interessante potrebbe essere l’analisi del rapporto tra The Shrouds e l’opera di William S. Burroughs, in particolare la sua riflessione sulla morte come “seme dal quale io cresco”. Questo parallelismo offre una chiave di lettura ulteriore per comprendere il significato del film e la visione del regista sulla trasformazione del corpo e della mente.
Il cinema di Cronenberg ci invita a riflettere su come la tecnologia e le immagini influenzino la nostra percezione della realtà e della morte. The Shrouds* è un’opera che ci spinge a interrogarci sul nostro rapporto con il corpo, con la tecnologia e con la memoria, offrendoci una visione unica e provocatoria sul mistero della vita e della morte.
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