‘L’ultima spedizione’, il documentario su Wanda Rutkiewicz
- Wanda Rutkiewicz è stata la prima donna europea a raggiungere l'Everest.
- Il documentario esplora le sfide femminili nell'alpinismo degli anni '70 e '80.
- Il film combina immagini d'archivio e credenze buddiste legate al Kangchenjunga.
Eliza Kubarska unisce le sue abilità di cineasta con la sua esperienza da scalatrice per esaminare il vissuto di Rutkiewicz attraverso un prisma intimo e inquisitorio. L’ultima spedizione si articola su due fronti temporali: quello moderno dell’indagine compiuta dalla regista e quello storico composto da immagini d’archivio e registrazioni intime della protagonista stessa. Oltre a evidenziare le prodezze sulle cime montuose di Rutkiewicz, Kubarska analizza il milieu socioculturale e mistico in cui quest’ultima agiva. Un elemento chiave nel film sono le credenze buddiste associate al Kangchenjunga, la montagna fatale per Rutkiewicz, che infondono ulteriore profondità spirituale al resoconto delle sue spedizioni.
Tematiche e critiche
Nel documentario si analizzano vari argomenti come la condizione femminile nella società odierna, la competizione tipica degli sport estremi e l’influsso delle filosofie asiatiche. Rutkiewicz emerge come una persona sfaccettata, intrappolata fra le ambizioni di gloria personale e le suggestioni spirituali del buddismo. La sua misteriosa scomparsa durante una missione nel 1992 continua a suscitare interrogativi; alcuni sostengono possa essersi rifugiata in un monastero buddista.
Il documentario firmato Kubarska sprona a considerare come il mezzo cinematografico possa amplificare l’esperienza visiva offrendo al pubblico non solo immagini ma anche occasioni per penetrare nelle intricatezze della natura umana. Nonostante ciò, la critica segnala una mancanza di coerenza narrativa del film che passa senza soluzione di continuità dal profilo psicologico all’indagine investigativa creando nello spettatore un’inevitabile incertezza interpretativa.
- Una celebrazione intima di Wanda Rutkiewicz... 🌟...
- Critico sulla coerenza narrativa del film... 😒...
- Un'analisi affascinante del buddismo nel suo alpinismo... 🤔...
I nostri consigli cinematografici
Chi è affascinato dai film che sondano la condizione umana e i confini personali troverà in L’ultima spedizione uno studio dettagliato su un personaggio storico dell’arrampicata. Per un’analisi del ruolo delle donne negli sport estremi, Free Solo, diretto da Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, rappresenta una scelta imprescindibile, seguendo le avventure dello scalatore Alex Honnold. Gli appassionati di cinema non dovrebbero perdere The Climb, di Michael Angelo Covino, una pellicola meno nota ma profondamente influente, che offre uno sguardo originale sull’amicizia e sulla competizione.
Per chi cerca un’immersione nella spiritualità dell’alpinismo, Gasherbrum – Der Leuchtende Berg, diretto da Werner Herzog, si distingue come un’opera unica. Il documentario esplora non solo le sfide fisiche, ma anche il viaggio interiore degli alpinisti Reinhold Messner e Hans Kammerlander durante l’ascesa di due vette himalayane in un’unica spedizione. Herzog, con il suo inconfondibile stile, cattura il silenzio maestoso della montagna e la profonda introspezione che essa evoca.