
I più grandi fallimenti economici nella storia del cinema
- I cancelli del cielo: budget di 44 milioni di dollari, incassi di soli 3 milioni
- Cutthroat Island: budget di 115 milioni, incassi di 11 milioni
- Milo su Marte: budget di 150 milioni, incassi di 39 milioni
- Battaglia per la Terra: budget di 75 milioni, incassi di 30 milioni
- Popeye: nonostante incassi di 60 milioni, considerato un flop
Nel panorama del cinema, il successo non è sempre garantito. Talvolta, film con grandi budget e notevoli aspettative falliscono al botteghino. Questo è accaduto a una serie di produzioni che, malgrado le premesse e le capacità artistiche coinvolte, si sono rivelate enormi flop economici. Tra di essi troviamo titoli emblematici come I cancelli del cielo di Michael Cimino e Cutthroat Island – Corsari di Renny Harlin, sino ad opere come Milo su Marte e Battaglia per la Terra. Questi film non solo hanno segnato la carriera dei registi, ma hanno anche avuto un impatto significativo su case di produzione e generi cinematografici.
I cancelli del cielo: un sogno infranto
I cancelli del cielo (1980), diretto da Michael Cimino, è un esempio di un’avventura western che si è trasformata in un incubo produttivo. Ambientato nel Wyoming del 1890, il film racconta una storia di tensioni tra ricchi proprietari terrieri e immigrati europei. Cimino, reduce dal successo de Il cacciatore, si prese la libertà di dilatare il budget da 7,5 milioni di dollari fino a toccare i 44 milioni. Le aspettative erano alte, ma l’accoglienza tiepida del pubblico e della critica si rifletté in incassi domestici di soli 3 milioni di dollari. Questo fiasco non solo danneggiò la sua carriera, ma comportò anche una crisi per la United Artists, portando l’industria a ripensare l’assegnazione della libertà creativa registica.
L’eccessivo dispendio di risorse e il protrarsi delle riprese segnarono la produzione, mentre la visione di Cimino, pur audace, non riuscì a conquistare il pubblico. Il film è stato a lungo considerato uno dei maggiori insuccessi commerciali della storia del cinema, fungendo da monito per le produzioni future. Eppure, con il passare del tempo, alcuni critici hanno rivalutato l’opera, evidenziandone la complessità narrativa e la raffinata estetica cinematografica, fino a definirla, da alcuni, un capolavoro incompreso.
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Il naufragio di Cutthroat Island

Quando si parla di disastri al botteghino, Cutthroat Island – Corsari (1995) rappresenta uno dei casi più iconici. Il film, diretto da Renny Harlin e interpretato da Geena Davis, cercava di rinverdire il genere pirata con una narrazione di avventura e azione nei Caraibi del XVII secolo. Tuttavia, ciò che ne seguì fu un clamoroso fallimento. Con un budget impressionante di 115 milioni di dollari, riuscì a raccogliere solo 11 milioni, portando la casa produttrice Carolco Pictures sull’orlo del fallimento.
Dalle ambizioni produttive smisurate agli imprevisti durante le riprese -come la scelta di distruggere e ricostruire intere navi scenografiche – il film non riuscì a conquistare il suo pubblico, scoraggiando i produttori dall’investire nel genere per anni. Solamente il futuro successo della serie Pirati dei Caraibi riaccese l’interesse per le avventure sui mari, segnando la netta separazione tra gli errori del passato e un rinnovato approccio al tema pirata.
Science fiction e animazione: Milo su Marte e Battaglia per la Terra
Tra le produzioni più recenti, Milo su Marte (2011) ci offre un esempio di come anche l’animazione possa fallire. Diretto da Simon Wells e accompagnato dalla tecnologia e dai fondi della Disney, questo film racconta di un ragazzo che intraprende un viaggio su Marte per salvare sua madre dagli alieni. Costato 150 milioni di dollari, registrò un incasso totale di appena 39 milioni. Il disastro ai botteghini portò alla chiusura della ImageMovers Digital, a riprova che nemmeno l’animazione è immune agli insuccessi commerciali. Il film non è riuscito a connettersi con il pubblico, sollevando interrogativi sulla gestione dei contenuti ed evidenziando l’importanza di una comunicazione efficace nel lancio di film d’animazione.
Il 2000 ha visto anche il lancio di Battaglia per la Terra, diretto da Roger Christian. Tratto dall’opera del fondatore di Scientology L. Ron Hubbard, il film è ricordato per essere uno dei peggiori fallimenti nella storia del cinema di fantascienza. Malgrado l’impegno economico e creativo, a fronte di un budget di 75 milioni di dollari, incassò poco meno di 30 milioni. Troppi difetti quali la presentazione, i dialoghi, gli effetti speciali e l’eccesso di inquadrature inclinate sembrerebbero colpite da una «sbornia visiva». lo relegano tra i film decorati da critiche negative. L’ambizione del progetto e la partecipazione strategica di John Travolta non furono sufficienti a salvare la produzione dalle feroci critiche e dalle perdite finanziarie.
Popeye e la sfida della nostalgia
Chiudiamo la nostra carrellata con Popeye (1980), un film che rappresenta uno sforzo di trasposizione cinematografica di un fumetto amato da intere generazioni. Diretto da Robert Altman e interpretato da Robin Williams, Popeye mirava a ricreare l’atmosfera leggera e colorata delle strisce comiche di E. C. Segar. Con un budget di 20 milioni di dollari, il film incassò oltre 60 milioni a livello globale ma fu comunque etichettato come un insuccesso perché non riuscì a centrare l’obiettivo di blockbuster previsto dai produttori.
Mentre il giudizio critico fu abbastanza variegato, tra apprezzamenti per le performance attoriali e rifiuto generale della struttura narrativa e delle canzoni, Popeye soffrì dell’aspettativa di fare sensazione senza però offrire un risultato narrativo soddisfacente. La speranza di catturare lo spirito nostalgico dei fumetti non si tradusse appieno, ribadendo che la trasposizione di un medium non sempre garantisce il successo.
I nostri consigli cinematografici
Nonostante il loro insuccesso commerciale, molti dei film considerati grandi flop meritano di essere riscoperti. I cancelli del cielo (1980), ad esempio, è oggi rivalutato come un capolavoro visivamente straordinario, mentre Speed Racer (2008) viene celebrato per il suo stile unico e innovativo. Anche Final Fantasy: The Spirits Within (2001), pur avendo decretato la fine della Square Pictures, resta un’opera pionieristica nell’animazione in CGI. Questi e altri titoli dimostrano come il valore di un film non si misuri solo in base al suo successo economico, ma anche nell’impatto che può avere nel tempo. Per gli appassionati di cinema, esplorare queste opere significa scoprire visioni audaci, sperimentazioni tecniche e narrazioni che, pur non avendo trovato il loro pubblico all’epoca, possono ancora sorprendere e affascinare.