
Robert Eggers: la sua avversione per il contemporaneo ridefinisce il cinema storico
- Robert Eggers evita intenzionalmente le ambientazioni moderne nei suoi film, preferendo periodi storici fino agli anni '50.
- Il regista si distingue per la sua cura meticolosa nei dettagli storici, come dimostrato nei film 'The Witch', 'The Lighthouse' e 'The Northman', 'Nosferatu'.
- Eggers critica l'uso dilagante della tecnologia nei film contemporanei, sostenendo che porta superficialità piuttosto che profondità narrativa.
Robert Eggers, noto per il suo approccio distintivo nel panorama cinematografico, ha espresso chiaramente il suo disinteresse per le ambientazioni contemporanee, affermando che solo l’idea di filmare un’automobile o un cellulare lo fa star male. Questa dichiarazione non solo provoca una forte presa di posizione nei confronti dell’attuale narrazione cinematografica, ma impone uno sguardo critico sull’uso dilagante della tecnologia nei film odierni. Eggers preferisce esplorare periodi storici che stimolano la sua immaginazione, evitando appositamente il mondo contemporaneo a favore di un passato ricco e complesso, fino a un massimo degli anni ’50, preferendo ambientazioni precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Questa scelta, seppur radicale, permette all’autore di concentrarsi su trame e ambientazioni che altrimenti verrebbero oscurate dagli elementi moderni così comuni e prevalenti.
Eggers ha spiegato che questa avversione gli permette di evitare la banalità dell’uso della tecnologia nelle narrazioni attuali, sostenendo che elementi come i cellulari sono spesso sinonimo di superficialità, piuttosto che profondità narrativa. La sua prospettiva solleva questioni sul modo in cui i film contemporanei si fondano pesantemente su tali dispositivi per portare avanti una storia, mentre Eggers trova ispirazione ed intimità nel costruire mondi distanti, capaci di rispecchiare la complessità dell’esperienza umana senza distrazioni moderne. Con l’intento di produrre opere che portano lo spettatore a un’esperienza intima e profonda, Eggers si discosta dai paradigmi contemporanei, introducendo film che mettono in risalto aspetti culturali e sociali di epoche passate.
Stile e influenze storiche
Robert Eggers si distingue per una cura meticolosa nei dettagli storici, un elemento che emerge in maniera prominente in “The Witch”, “The Lighthouse” e “The Northman”. Ogni suo lavoro è intriso di un’accuratezza storica che non solo arricchisce l’ambientazione, ma diventa parte integrante della narrazione. Con “The Witch”, Eggers evoca il nel XVII secolo, costruendo una visione del folklore e delle superstizioni che caratterizzavano l’epoca puritana. La storia della famiglia isolata nei boschi non è semplicemente una storia di terrore, ma un esame degli aspetti più oscuri della natura umana, riflettendo sulla paranoia e sul fanatismo religiose proprie di quell’epoca.
“The Lighthouse affonda ulteriormente nel passato, riprendendo lo stile espressionista degli anni ’20, instaurando una connessione con il cinema dell’epoca, particolarmente visibile nell’uso del bianco e nero e nei temi della follia e dell’isolamento. Eggers si dimostra maestro nel creare atmosfere che attingono dalle influenze di registi come Murnau, la cui ombra di Nosferatu è percepibile nella struttura e nella tensione. Infatti, Eggers ha diretto anche il recente Nosferatu, un altro film ambientato nel passato, in cui ricrea con maestria l’atmosfera gotica e inquietante del capolavoro originale. Attraverso una cura maniacale per i costumi, che riflettono fedelmente il periodo storico, e scenografie che catturano l’oscurità e la decadenza di un mondo in bilico tra realtà e mito, Eggers restituisce nuova linfa alla figura del vampiro, arricchendo il racconto con una visione personale ma profondamente radicata nell’estetica del cinema classico. Con questo film, il regista conferma la sua capacità di reinterpretare i codici del passato per esplorare la complessità della psiche umana e i confini tra reale e soprannaturale.”
Ne “The Northman”, Eggers esplora le saghe epiche dei vichinghi, realizzando un’opera visivamente affascinante che intreccia mito e realtà in una narrazione potente e primordiale. Le ambientazioni, i costumi e la cura per i dettagli linguistici dimostrano una dedizione che eccede la semplice rievocazione storica, partecipando attivamente all’estetica del film e fornendo un’esperienza cinematografica che invita alla contemplazione delle antiche tradizioni contro cui l’uomo si misura.
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Implicazioni nel panorama cinematografico
Le scelte stilistiche di Eggers, oltre a sfidare il cinema contemporaneo, aprono una finestra sulle potenzialità narrative che il periodo storico offre, ridefinendo il genere in un modo che pochi registi contemporanei osano affrontare. Questa attenzione al dettaglio e alla fedeltà storica ha implicazioni significative per l’industria cinematografica, rispondendo alla necessità di narrazioni che offrono più che il semplice intrattenimento, offrendo una riflessione profonda sui temi universali che persistono nel tempo.

Eggers riesce a conquistare una platea di spettatori che trova rifugio nelle sue storie audaci e tecnicamente meticolose, proprio perché lontane dalle convenzioni contemporanee. L’importanza di questo approccio viene riconosciuta non solo dal pubblico, ma anche dalla critica, che apprezza la sua sfida alle norme dell?industria cinematografica che sovente predilige blockbuster dall’impatto immediato, fugace e non sempre memorabile. Le sue opere fungono da testimoni silenziosi del potenziale narrativo del passato, viaggiando attraverso paesaggi emotivi intensi che svelano strati di significato al di là dell?immediato.
Nonostante il successo, vi è anche una critica da considerare rispetto a questa direzione: l’ostinazione di Eggers verso il passato potrebbe limitare l’innovazione nella narrazione di temi moderni, sottolineando un allontanamento da questioni urgenti della contemporaneità. Tuttavia, il regista sostiene che il suo intento è permettere al pubblico di perdere la percezione del tempo presente attraverso un’immersione totale in un mondo reso vivo da dettagli viscerali e autentici.
I nostri consigli cinematografici
Per coloro che desiderano approfondire le tematiche trattate da Robert Eggers, si raccomanda di visionare “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman, un’opera capace di esplorare l’interazione tra passato e presente attraverso simbolismo e allegoria. Inoltre, gli appassionati di cinema potranno scoprire film cari alla tradizione espressionista come “Il Gabinetto del Dottor Caligari”, una pietra miliare che ha influenzato numerosi cineasti, incluso lo stesso Eggers.
Per una riflessione sulle dinamiche della narrazione storica, è interessante studiare l’impatto del cinema giapponese con film come “Rashomon” di Akira Kurosawa, che offre una struttura narrativa innovativa che ha lasciato un segno indelebile nella cinematografia mondiale.
La scelta di Eggers di mantenere una riflessione profonda sui temi proposti attraverso il contatto con il passato è un invito a guardare oltre ciò che è visibile sullo schermo. È un richiamo per ogni spettatore a considerare come il cinema, in quanto arte, permetta di riflettere sulle profondità più recondite del nostro essere, mettendo in discussione la comprensione della nostra identità nel tempo.
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