"Esibizioni più o meno strambe di musica strambissima": ecco cosa si dissero John Cage e Mike Bongiorno

Della partecipazione di John Cage a Lascia o raddoppia nel 1959 avevamo già parlato in questo post del 2009. Per un periodo c’era perfino chi pensava che potesse essere una leggenda metropolitana – anche perché nella biografia di Mike ci sono diverse cose a metà tra realtà e mito – ma le testimonianze sono tante e c’è perfino una foto, anche se continua a mancare la testimonianza video o quantomeno audio. Ci andiamo vicini con questa trascrizione dell’ultima puntata (jpeg 1,44 MB) a cui prese parte Cage, che comprende i dialoghi tra il compositore e grande teorico musicale e il conduttore televisivo Bongiorno, l’everyman di quegli anni secondo la celebre definizione di Umberto Eco nella sua “Fenomenologia di Mike Bongiorno”. Nella trascrizione si parla principalmente di funghi, dato che Cage partecipava al programma in qualità di esperto micofilo (sul perché e il per come vi rimando a un post di Marco Lenzi che si è occupato più volte della vicenda e a un post del 2003 di Ventura) ma c’è anche una parte divertente dove Bongiorno dileggia lo “strambo” Cage.

In questo scambio di battute molti fan di John Cage ci vedono l’ignoranza al limite del bullismo di Bongiorno nei confronti del genio incompreso, ma io sinceramente non ci vedo nulla di male nemmeno nella famigerata battuta di commiato (“Era meglio il contrario”): mi sembra una semplice battuta. Cage era un personaggio strambo, e sicuramente stramba fu la sua performance con vasca da bagno, piano, innaffiatoio, pentola a vapore ecc., e in un contesto nazional-popolare come quello di Lascia o raddoppia non poteva che essere trattata con ironia. Va detto poi che anche oggi Cage è a suo modo diventato pop: mi capita spesso di vederlo usato come occasione di ironia nei forum o nei commenti dei video di Youtube, dove molti giovani commentatori consigliano l’ascolto di 4.33 (recentemente suonata, sempre con ironia, anche durante un programma tv italiano).

Alcuni stralci della puntata erano già apparsi negli anni in vari siti ma questa credo sia la prima volta che possiamo leggere la trascrizione integrale dell’ultima puntata, e di ciò ringrazio Carmine/errennepi, responsabile dello scan di questa pagina di Gong, rivista musicale degli anni 70 che, per dire, faceva copertine come quella che segue, e già il fatto che parlasse della grande Bonzo Dog Doo Dah Band fa venire voglia di recuperarla…

Qui lo scan ad alta definizione della trascrizione dell’ultima puntata di Lascia o raddoppia con John Cage e Mike Bongiorno (jpeg 1,44 MB)

Altre informazioni (e altre fotografie) in questo post del blog John Cage Trust.

Comunque ogni volta che penso all’esibizione di Cage a Lascia o raddoppia mi viene in mente questa scena di Alberto Sordi al concerto di musica contemporanea:

12 thoughts on “"Esibizioni più o meno strambe di musica strambissima": ecco cosa si dissero John Cage e Mike Bongiorno”

  1. tanto per restare in tema su youtube c’è una indimenticabile partecipazione dei Depeche Mode ad un programma italiano che conduceva Mike Buongiorno, con relativa surreale intervista al gruppo inglese…

  2. @mongodrone
    ho letto anche altrove di qualcuno che si ricorda di averla vista, però nessuno si ricorda dove. considera che c’è anche chi si ricorda mike che dice “ahi ahi ahi signora longari, mi è caduta sull’uccello”, quando in realtà questa scena non esiste (o meglio, esiste una scena dove mike la cita, ma non avvenne realmente come gaffe, anche se c’è gente che giura di ricordarsela).

    ovviamente la partecipazione di cage non è un mito, però a questo punto il video è diventato una specie di santo graal. in qualche modo mi ricorda quando 10 anni fa tutti cercavano il fantomatico porno di pacciani. eppure da qualche parte ci sarà! comunque qui c’è la foto di cage con le cuffie http://goo.gl/nvQDl e si trovano diversi articoli nell’archivio storico della stampa http://www.archiviolastampa.it

    @barney
    è interessante come proprio 4.33 sia diventato il pezzo simbolo di cage, o comunque il più conosciuto. è paradossale, no? ah, mi hai fatto venire una grandissima voglia di leggere questo “L’alba della notte” di Peter F. Hamilton (l’ho visto nel tuo blog)

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