Tenores de Aterùe

Come ho scritto altre volte ormai da anni non riesco a frequentare i concerti. Un po’ per la noia, un po’ per il disgusto verso ogni manifestazione mondana, un po’ – confesso – per pigrizia. Quindi la mia regola è aspettare che le cose che mi interessano arrivino dietro casa. Ieri sera è capitato: il tenores de Aterùe (il, e non “i”) ieri sera cantava proprio dietro casa mia, in una chiesa. E’ stato un concerto breve ma bellissimo. Per chi si fosse perso il precedente post di Guylum Bardot, si tratta di 4 americani – del Massachussets – che si sono appassionati al canto a tenore sardo. Per anni ascoltavano le registrazioni e tentavano di replicare quel misterioso suono, senza però riuscire a capire il metodo. Poi, dopo anni di esperimenti, hanno trovato un video su Youtube dove il tenores di Bitti cantavano uno alla volta, con le voci separate, e da lì è cambiato tutto: hanno capito il metodo e sono riusciti a replicarlo. Cosa non facile se abitate in Sardegna, cosa quasi impossibile se abitate nel Massachussets. Incredibilmente ci sono riusciti, oltretutto davvero bene, guadagnandosi una credibilità che va al di là della curiosità antropologica del tipo “ma pensa, degli americani che fanno musica sarda”. Sono bravi davvero. C’era grande attesa. Riporto un dialogo avvenuto tra due vecchi del mio paese:

– oh, giusè! tui puru innoghe (ciao giuseppe, anche tu qui?)
– eh, deu seu beniu po s’americanusu (sì, io sono venuto per gli americani)
– deu puru! (anch’io!)

Altri facevano considerazioni sul fatto che per anni l’Italia, ma anche la Sardegna, ha importato la musica dall’america, il rocchenrolle e altro, ma finalmente qualcuno dall’america – dal Massachussets! – ha fatto il contrario, ha fatto sua della musica proveniente da un altro pianeta. Insomma, è stata un’ora bellissima, emozionante, tanto più che gli americani non hanno semplicemente replicato, emulato, il canto sardo, ma l’hanno fatto loro: hanno un loro stile riconoscibile che va al di là dello schematismo di chi “copia”. Hanno capito e sentito davvero questa musica, l’hanno fatta loro. Un’ora di musica che ti riappacifica con il mondo, che ti fa uscire di casa, che ti fa pensare che no, forse non è tutto da buttare. Grazie davvero.

8 thoughts on “Tenores de Aterùe”

  1. bravo. infatti è stato il pezzo più bello anche ieri sera. davvero perfetto. mentre la cantavano c’erano un sacco di vecchi nel pubblico che annuivano come a dire “oh però bravi veramente eh!”. la cosa incredibile poi è la pronuncia praticamente perfetta. davvero, bravi bravi bravi.

  2. io facevo la stessa cosa negli scomodissimi cosi della chiesa. panche, inginocchiatoi, come si chiamano. ma li avrei ascoltati anche su un letto di spine, tanto meritavano. e avrei annuito.

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