A Trip by Masahiko Satoh & Soundbreakers

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[avvertenza: leggere molto flemmaticamente durante l’ascolto]

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Il cielo si fa plumbeo, si accavallano scene da film noir ed esplosioni atomiche, una distonia improvvisa sembra inchiodarmi al suolo; un suono basso mi martella le tempie. Aeri da guerra sfrecciano nel cielo mentre in strada si predica col mitra e si guardano sfilare le fanfare; le bandiere sono a mezz’asta, si piangono gli ainu caduti, eppure c’è nell’aria la speranza, è quella amara del “ora possiamo solo rialzarci”;

poi d’improvviso prendo coscienza di me stesso, ma è giusto un attimo, con la forza del lampo mi esplodono nella mente visioni psichedeliche; vedo gente che discute animatamente se sia giusto lasciarsi andare al Viaggio; quelli che patteggiano per il sì stanno tutti con Timothy Leary; ma il tizio dietro i tamburi ignora gli uni e gli altri e va per la sua strada.

Ritorna insistente la guerriglia e poi vivo un doppio salto nel vuoto: sento un quartetto d’archi, sono a casa del kaiser, e allora mi chiedo: “possibile sia tutto un sogno?”, il paesaggio che muta mi risponde di sì: sono nel Village, c’è un tizio che mi passa una canna e un altro che ci da dentro con l’organo hammond, dice di averlo inventato negli anni ’30 poco prima della molotov, io me ne frego e comincio a farmi trasportare dal groove. Però dio se potessi far tacere queste maledette trombe nella mia testa! vanno per fatti loro, mi stanno facendo impazzire!

E’ molto dura ma ci riesco: sono ancora nel trip, le cose però stavolta vanno storte, c’era da aspettarselo: i fantasmi iniziano il loro inseguimento, li vedo e non riesco a sfuggire… tutto diventa gotico, horrorifico, mi manca il fiato, poi cristo sia lodato riecco la mia ancora di salvezza, il demone dell’organo: ancora una volta mi si rianima intorno la festa ed è estrema confusione, birre, donne procaci…

mi sento bene eppure ho sonno, non riesco a non addormentarmi e ricordo chiaramente che tutto d’un colpo ho iniziato a sognare: sono un piedipiatti e sono io l’inseguitore stavolta, ma l’inseguito mi sfugge, rovino al suolo e mi sveglio; ma solo una volta, non la seconda. Questa volta è tutto fin troppo chiaro: sono intrappolato nel sogno di mezzo! La paura mi schiaccia perché ora lo so, sono nel limbo dove tutto può accadere: dei brividi di ghiaccio mi dicono che sarà questa la mia realtà, per sempre. Non posso sfuggirvi.

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[opera di Tadanori Yokoo]