Mi ricordo Monteverdi (ecco un titolo che quelli di Radio3 non avrebbero mai fatto)

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Dimentichiamo velocemente la citazione di Marcella Bella e dedichiamoci alla celebrazione del genio musicale di Claudio Giovanni Antonio Monteverdi. Uno degli illuminati del Seicento, del millennio passato e probabilmente anche di quello futuro. Noto per aver inventato l’opera (è sua la prima: L’Orfeo) e per i numerosi madrigali, su cui lavorò praticamente per tutta la vita. Diciamo che è uno di quelli da citare quando sentite qualcuno dire “la musica classica/l’opera ah che palle, che noia”, ovviamente dopo aver colpito lo sventurato interlocutore con un potente schiaffo a cinque dita, possibilmente inanellate.

Ma non è solo per incitare alla violenza che scrivo questo post, ma anche e soprattutto per chiedere soldi. Parliamo dopotutto di musica, di teatro, quindi la moneta è fondamentale. Infatti accade che, mentre la massa dei loro coetanei si anestetizza il cervello con opere mediocri, consolatorie e derivative che non solo non sfiorano ma nemmeno vedono da lontano le potenzialità sublimi della musica, un gruppo di giovani donne ha deciso di portare avanti quello che a me sembra un vero e proprio discorso politico: fare, nel 2013, Il ballo delle ingrate di Monteverdi. In particolare riporto questo passaggio, per me addirittura commovente, tratto dalla loro dichiarazione d’intenti:

L’intento non è solo esplorare, ancora una volta, le sfumature infinite di questo capolavoro di Monteverdi, ma anche di divulgare (per quanto ci sarà possibile) tra i nostri coetanei la bellezza della musica barocca e la maestria inimitabile di questo compositore, per dimostrare che, realizzata in un certo modo, non solo può travalicare i secoli, ma anche le generazioni.

Ecco, fosse per me raderei al suolo ogni pub, ogni centro sociale, ogni area concerti, ogni luogo di socializzazione e condivisione della musica, compresi i teatri, anzi: soprattutto i teatri. Ma questo perché io ho perso la speranza già da tempo, dunque – da anziano – mi fa piacere sapere che c’è qualcuno che pensa sia possibile portare Monteverdi alle orecchie di chi quando va a fare la spesa al supermercato si becca Marco Mengoni se gli va bene o qualche gruppo indie simpaticissimo se gli va male. Questo loro non lo dicono e probabilmente non lo pensano (nonostante la loro passione per Monteverdi sono comunque delle giovani) ma lo dico e lo penso io.

Perché questo è uno di quei casi in cui una dichiarazione estetica, poetica, è una vera dichiarazione di guerra: contro la mediocrità, contro i contemporanei, contro chi si accontenta. Noi invece non ci accontentiamo: largo al futuro e quindi largo a Monteverdi, Carlo Gesualdo, e ovviamente Rossini, Rossini, Rossini.

Però per portare avanti questa iniziativa ovviamente servono dei soldi. Dunque le giovani terroriste della musica barocca hanno messo su una raccolta fondi e chiunque può aiutarle con un piccolo contributo. Noi di Guylum Bardot sosteniamo convinti – ancora per poco, poi lo sconforto riprenderà il sopravvento – questa lodevolissima iniziativa. E per incitare anche i nostri fedeli lettori allo sganciamento di moneta, vi ricordiamo che per ogni quota donata un musicista mediocre verrà ucciso, sacrificato sull’altare della Grande Musica Sublime. Dunque è uno di quei casi in cui doni qualche euro e fai un’opera buona.

Insomma, fatelo per il mondo, fatelo per i vostri figli.

Fatelo per Monteverdi.

SOSTIENI IL BALLO DELLE INGRATE SU PRODUZIONI DAL BASSO (una quota 5 euro, non fate i poveri: si tratta di salvare il mondo dalla mediocrità)

Qui la pagina Facebook dell’iniziativa.