Mike Cooper live @ Miniere sonore, Parco dei suoni, Riola Sardo (7 agosto 2009)

GREGSPHOTO

il festival miniere sonore mi aveva già convinto prima di andare. mi era bastato il servizio di un telegiornale che parlava di “performance interminabili che non hanno esattamente entusiasmato il pubblico”: il genere di frasi pronunciate da un attempato giornalista regionale che hanno il potere di farmi scattare in piedi e buttarmi in strada immediatamente (le altre sono tutte quelle che contengono le parole “gratis” o “gavino murgia”). e poi avanguardia, di notte, in una cava abbandonata vicino al mare, in un posto alieno e suggestivo, non sono forse le keywords della serata perfetta?

mike cooper è un signore inglese che vive a roma e ha l’aspetto da vecchio hippy con tanto di codino e camicia hawaiana (le colleziona. questa la pagina del suo sito dedicata alle camicie hawaiane). nato come cantautore folk-blues, poi chitarrista, compositore, giornalista, autore di colonne sonore per film muti, cineasta, ma soprattutto sciamano dell’elettronica improvvisata, cooper si è esibito ieri sera con la sua lap steel guitar elettrica, che sarebbe  una chitarra elettrica che si suona da seduti con una barretta d’acciaio: avrete sentito il suono che fa migliaia di volte nella musica hawaiana (e infatti è stata l’occasione per rispolverare la compilation vintage hawaiian music) e anche in quella country. il suono poi veniva manipolato e distorto dal vivo scatentando deliziose meraviglie soniche, ma non solo.

la particolarità di cooper infatti è che a tutto questo aggiunge la voce blues, sua antica passione, cantando sopra la musica e dosando fastidio e melodia con grande maestria. così, quando il suo ambient-noise si faceva fastidioso e portava lo spettatore medio ad alzarsi per andare via, arrivava una melodia sotterranea, qualche loop registrato chissà dove, poi la voce, un ritornello, ed ecco che il culo dello spettatore tornava sulla sedia.

il parco dei suoniin questa intervista cooper, parlando di musica sperimentale, dice:

“La buona musica sperimentale è quella che il pubblico trova interessante anche se non conosce niente, se le passioni che essa suscita nelle persone le spingono a rimanere lì ad ascoltare”.

sull’entusiasmo del pubblico non posso parlare a nome di tutti – alcuni si sono allontanati dopo qualche minuto, ai primi rumori fastidiosi, con la faccia di chi dice “ragazzi, noi ci abbiamo provato: ma niente, non ci piace”, mentre altri, la maggior parte, sono rimasti fino alla fine.

ma diciamo che basandomi sull’unico campione affidabile, e cioè me stesso, posso tranquillamente affermare che pubblico era decisamente entusiasta e sarebbe rimasto tutta la notte a sentire l’emozionante musica di mike cooper, che invece ha suonato poco più di un’ora. non abbastanza.

il posto poi, alieno e suggestivo, diciamo che aiutava. l’idea di sfruttare una cava, che anni fa era solo un buco vuoto usato come discarica, per farci della musica, è una grande idea. unico problema forse l’illuminazione, nel senso che non si sapeva dove mettere i piedi, ma il buio evitava che la gente si muovesse troppo obbligandola a stare ferma ad ascoltare, quindi meglio così.

nel sito di mike cooper si trovano molte informazioni sui suoi molteplici progetti, mentre nel myspace qualche pezzo da sentire, qualche video e anche degli articoli contro berlusconi. eh, già.

One thought on “Mike Cooper live @ Miniere sonore, Parco dei suoni, Riola Sardo (7 agosto 2009)”

  1. mentre la mia rumorosa sorella in salotto ascolta i donald thompson io tento di mettere in cuffia il myspace di questo simpatico fenomeno. ah ma che bei suoni!! mi stupisce sempre l’indole solitaria e autarchica di questi “sperimentatori”.

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