Joerg Burger – Modernism begins at home

Entro in un negozio, e mentre provo in camerino due magliette senza troppe pretese, sento una canzone, inizio seriamente ad ascoltarla. Incomincia a penetrare direttamente nella testa. Mentre tolgo la mia maglia finisce il ritornello ed incomincio a fischiettarla da subito, muovendo un pò la testa, e capisco che devo fare qualcosa pur di riascoltarla. Così sguaino il mio iphone, rigorosamente almeno 2 o 3 versioni più vecchio di tutti quelli che si vedono in mano a sedicenni e neo-patentati, che permette comunque di scrivere una frase in pochi secondi, e scrivo le parole del presunto ritornello “I WANT TO KISS MYSELF”.
Così oggi mi son detto che Internet dovrebbe essere utile sempre, non solo per cercare il film hard di Sara Tommasi. E dopo un paio di stringhe digitate su Google arrivo esattamente dove volevo arrivare, scrivendo:

song “want to kiss myself” -Sugarhigh -Amy -Ghostface -Brown

Brown è quel James Brown, chiederò scusa per sempre per aver messo il “meno” davanti al suo nome.
Ed ecco una pagina dove un tizio chiede, forse, proprio quello che avrei voluto chiedere io. Sì, perchè in buona parte internet si basa sul “sicuramente qualcuno sarà stato più motivato o meno pigro di me nello scrivere la domanda a qualche sito tipo Yahoo Domande”, e quindi è utile.
In effetti, tutti i dati in mio possesso potrebbero ricadere nella canzone hardcore di sopra (qui un remix più rave), degli Human Resource intitolata Dominator. Insomma, una canzone per ragazzi tosti e con acconciatura spigolosa, con i soldi a sufficienza per comprare ecstasy e carburante per raggiungere il party di sorta, che li vedrà ripetere fino alla sfinimento il testo al netto dei continui martellamenti:

I wanna kiss myself.
I’m bigger, I’m bolder, I’m rougher and tougher in other words sucker. There ain’t no other.
I’m the one and only Dominator, I’m the one and only Dominator
I wanna kiss myself.

Ma non è quello che sto cercando, la canzone che cerco è qualcosa di più lento, più pacato, con una voce un pò più lisergica e trasognata nel cantato, con una melodia fischiettata che viene voglia di rompere tutti i camerini dei negozi duranti i periodi dei saldi.
Ed eccoci a noi, come l’utente p3t3 fa notare (Dio lo benedica da oggi fino alla caduta del governo Monti) la questa canzone che si sta cercando “sembra quella sorta di scherzosa cover che Joerg Burger ha fatto per questa compilation“.

“Sì, è questa!”, rispondo io da casa.

E’ una cover geniale, intitolata Modernism begins at home, che non ha nulla a che fare con la canzone degli Human Resource, se non il testo. Profonda come l’oceano oltre le Filippine e cinica come un’illustrazione di Roland Topor.
Buona giornata.

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