Sul rumore. E sulla musica.

Ho sempre pensato che le persone che fanno uso smodato di parole e del linguaggio verbale, o, più semplicemente, sono immerse a tempo pieno in uno scenario costellato dal cosiddetto dialogo interpersonale, siano manchevoli di musica e di musicalità.
Il senso dell’udito non ipostatizza la dimensione dell’esterno corporale, perchè ogni suono e rumore è trattato come un ‘corpo’ carico delle conseguenze ambientali. In breve, nella dimensione uditivo-sonora la soglia relazionale con il suo carico di minaccia e promessa che assegna prospettiva futura al presente, si imprime il grimaldello che l’uomo, nel pieno dell’antropocentrismo, ha utilizzato per suscitare la massima eccitazione del senso. La musicalità, così, trova la sua espressione nella creazione fittizia dell’evento, nell’eccitamento derivante dal carico esperienziale delle conseguenze dei suoni, dell’indicizzazione ed ostensione dei rumori uditi. Continua a leggere Sul rumore. E sulla musica.