Stephen O'Malley – Keep an Eye Out

Per chi scrive, “Keep an eye out” si è ipotecato qualche posto in podio per quest’anno. Stephen O’Malley, famoso per il suo contributo in numerosi gruppi, è un tipo oscuro, droneggiatore a tradimento, elemento cardine dei Sunn O))). Insomma, stiamo parlando di gente strana, gente che rilascia i propri album SOLO ed ESCLUSIVAMENTE in vinile. Unica traccia dell’album, di 12 minuti su un lato, “Keep an eye out” è una spinta propulsiva verso il disfacimento, che a tratti mi ricorda, non so perchè, “Stars” di Brian Eno (ma per essere più musicalmente corretti, qualcuno sguainerà il nome di Alva Noto).
Per motivi di dimensione l’ascolto è non in player embedded, ma dovrete sudarvelo voi registrandolo dal giradischi.

HTRK, nuova droga scoperta casualmente

guylumsasha

Sconosciuto gruppo musicale scoperto visitando il myspace di Sasha Grey, attrice porno interessante, estrema e anche sufficientemente colta per essere maritata a vita, Costantino Della Gherardesca ne fa un ritratto sul suo blog. Eppoi, stanti alla descrizione, ascolta roba come Joy Division, Depeche Mode, Faust, Can, Mayhem, Prurient, Coil, Tool, The Roots, Eno, Nico, Slayer, Sleep, Current 93 e adora Werner Herzog e Jean-Luc Godard. 

Ma su questi strambi e languidi HTRK cosa si può dire? Che assomigliano ai Coil? Ai Suicide? Che hanno fatto da spalla ai Liars? Che la cantante è provocante almeno quanto Sasha Grey da vestita? Che i loro album non si trovano neanche in maniera illecita? E’ certo che taluni gruppi meriterebbero un pò più di visibilità, non tanto perchè, secondo misteriosi canoni e metri qualitativi, ci possano piacere o meno, ma per il fatto che alcune sonorità sono associabili ed ascoltabili tanto quanto gruppi fortemente più famosi che non hanno il rischio di vedere il conto corrente drenato da un giorno all’altro.

Ad ogni modo, chi volesse continuare gli ascolti può andare sul loro profilo Last.fm, ove si trovano alcuni brani completi, quantomeno i più famosi.

Una colonna sonora intrappolata

En passant, inserisco l’ascolto facile di un paio di canzoni di Jennifer Haines che, dopo un po’ di tempo, finalmente adesso risiedono sul mio computer. Chi non conosce il famoso filmato, di cui l’immagine sopra, del tizio intrappolato in un ascensore per 41 ore? Nulla di recentissimo, ma la colonna scelta dal NEW YORKER mi ha sempre impressionato e , con cadenze bimestrali regolari, mi prodigavo a guardare nuovamente il video a mò di installazione artistica nella mia stanza.

Sfogo pre-classifica

Nell’attesa che la classifica dei BEST OF 2008, di rito, prenda piede, voglio sic et simpliciter mandare affanculo le riviste musicali, specialmente tutte. E non voglio neanche proferire descrizioni precise e teorie funamboliche, perchè non ne ho voglia (magari leggendo qualcosa di passato su queste latitudini qualcosa si comprende). Et ergo, Ondarock, Sentireascoltare, Storia della musica, vi seguo per conoscere nuove band ed artisti, però, per favore, dovete andare un po’ AFFANCULO. Le vostre inutili recensioni non le leggerò manco morto. Esiste più sensibilità in un tronista di uomini e donne. I vostri arti traballanti e neuroni salterini non potranno neanche lontanamente interrogarsi su cosa voglia significare l’oggetto delle vostre accurate quanto inani disamine. Fatiche di Sisifo spacciate per erudite analisi con tanto di citazioni ed interconnessioni. ANDATE BEATAMENTE AFFANCULO. Snobbettini (sine nobilitate) dei miei testicoli trasandati, vi calate nelle discipline come un rullo compressore accarezza una rosa. Per il momento vi odio, ma vi consiglio caldamente di non beccarmi in conferenze, incontri, presentazioni ove si parli di queste tematiche di caratura estetica, perchè non mi tirerò indietro dallo smerdarvi coram populo, facendovi ingoiare quella dogmaticità e facendovela rigettare per l’altro orifizio, quello non adibito all’eloquenza. Capito?
ANDATE AFFANCULO.

I Justice sono rock'n'roll

“A Cross the Universe” è un documentario sul tour in America dei Justice, non so se li conoscete. Riassunto: sono due francesi e sono pazzi, nel senso di malati.
Nel video la componente musicale è del tutto secondaria, e la maggior parte delle riprese si concentra su loro che, costantemente ubriachi o strafatti (ma possibilmente entrambe le cose), si impegnano nel fare quanti più danni è possibile, con una decadenza che non si vedeva da tempo e un perenne KILL THE ENTHUSIASM stampato sui loro volti.
Vediamo infatti i Nostri compiere svariate imprese tra cui:
– scoreggiare durante le interviste e rispondere fissando insistentemente le tette dell’intervistatrice
– dare pasticche agli scoiattoli nel parco
– comprare abbastanza armi da radere al suolo tre licei e un college (salvo poi farsi beccare dalla polizia mentre le sventolano in un ristorante)
– sposare a Las Vegas una groupie appena conosciuta presentandosi in chiesa in occhiali da sole & bottiglia
– rovesciare alcool sui capelli di una fan cretina sì da poterli agevolmente dare alle fiamme

– interrompere un live set mandando a fanculo il tecnico del suono per non si sa bene quale motivo (ma probabilmente solo perché loro possono)

La loro epica raggiunge però il culmine con un finale veramente d’altri tempi che li consacra definitivamente ad eroi, ma che la redazione lascia volentieri scoprire al Gent.mo Lettore.
I Justice dunqe possono piacervi o no, ma sappiate che in loro scorre vigoros lo Spirito del rock’n’roll.
Il documentario dura solo un’ora e merita di essere visto.

“A Cross the Universe” ve lo potete comprare (ahahah) qui ma se ne detenete già una copia regolarmente acquistata nel pieno rispetto delle normative sul copyright, lo potete prendere anche da qui.

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