Kikuri – Pulverized Purple: Masami Akita aka Merzbow e Keiji Haino live in Ginevra – 15/07/08 (e noi c'eravamo)

KIKURI è un progetto nato dai diarchi dell’avanguardia musicale giapponese, Masami Akita e Keiji Haino.

il primo, meglio noto come Merzbow, è forse l’artista noise più conosciuto al mondo. eccentrico, geniale e consapevole d’esserlo, ha all’attivo decine di realizzazioni — alcune veri e propri capolavori, altre di valore decisamente più dubbio. comincia col torturare registratori e sperimentare feedback nel suo garage negli anni settanta, e oggi lavora solo con un portatile. un Mac. ha perso diversi fan, puristi del noise analogico, ma in molti continuano ad adorarlo.

Keiji Haino, personalità molto più enigmatica. attivo pure lui dagli anni settanta, quando iniziò col gruppo rock Lost Aaraaff. chitarrista, quello che fa alla sua Gibson SG è simile allo stupro; ha la faccia di quello che in tribunale si giustifica affermando che è piaciuto anche a lei. la mise da rockstar, capelli lunghi e lisci e occhiali da sole, accentua il disperato sfottò, la serissima presa per il culo che perpetra ai danni della musica. indubbiamente meno celebre di Masami Akita, ha preso parte a diversi progetti: forse è meno celebre del suo amico perché seguire tutte le sue collaborazioni è un autentico casino.

e Pulverized Purple è il live che hanno fatto (e stanno facendo) fuori dal Giappone. le luci sono viola, grazie al cazzo, la durata è di circa due ore. è uno show monolitico ma bipolare, solenne. da una parte, Keiji Haino: umano. flauto, voce, percussioni, chitarra.

inizio isterico e stridulo, il flauto viene presto accompagnato dal laptop di Merzbow. i rumori profondi, titanici. tuoni, movimenti sismici digitali che duettano con l’uomo. dopo il flauto, la voce: vibrazione gutturale, o filtrata con la guancia, o priva di filtro, col microfono che sembra ricevere una fellatio. il risultato è sorprendente ed evocativo, terribilmente umano. il drum set, poi, viene suonato in modo paranoide ma straordinariamente ordinato, così come disciplinata è l’alternanza tra rumore e strumento. l’assolo di chitarra è anch’esso vivo, pulsante, quindi mortale: una nevrosi sonora che si annienta, piegandosi su sé stessa e tossendo agonizzante fino all’ultimo, spirando in un treno di fragore digitale.