Soap&Skin – Narrow

Anja Franziska Plaschg è la Nico dei nostri giorni. Folgorante e straziante il suo canto, oscure e tremende le sue atmosfere; difficile innamorarsi a prima botta, ma una volta che si è salito il gradito è amore senza freni. Narrow potrebbe essere l’album più oscuro che ascolterete quest’anno, una vera discesa nel buio pesto. La copertina parla per lei, il suo volto su fondo completamente scuro, nessun trucco, nessuna espressione accennata.

Lei è austriaca, ma nell’album la troverete cantare in inglese, in tedesco, e perfino in francese, sì, perchè nell’album c’è Voyage Voyage, ammaliante cover, ma davvero da togliere il fiato, di una storica hit di Desireless. E’ nata nel 1990, due anni dopo la morte di Nico, come a mantenere in piedi una certa continuità, e quindi fatevi due conti sulla precocità di questo talento dark.

Ogni singola canzone dell’album possiede dentro sè un’atmosfera unica; suoni talvolta sconosciuti, che tendiamo a non accettare subito. Ma la stranezza si tramuta subito in droga da assumere in quantitativi proporzionali al nostro stato d’animo. Non mancano piccoli intarsi di elettronica, campionamenti tipografici (emozionatevi pure senza complimenti nell’ascoltare i battiti della macchina da scrivere in Boat Turns Toward the Port che magicamente si tramuta nella vera percussione), voci da strappare il cuore, pianoforti gotici non adatti agli emo che si procurano dolore e abissi oscuri come se piovesse. Tutto sommato sì, direi che l’immagine di una pioggia color nero sarebbe adeguata.
Quindi, liberatevi, e lasciare pure il vostro cuore nelle sue mani, male che vada sarà lei stessa a ricucirvelo.

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Soap&Skin – Wonder

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Soap&Skin – Boat Turns Toward the Port

 

John Tavener – Funeral Canticle

Funeral Canticle è stato scritto in memoria di mio padre. Tanto era il suo amore per la vita e le persone che ci sorprendeva continuamente stringendoci attorno quando pensava di essere sul punto di morte. Così ho scritto questo lavoro durante l’ultimo anno della sua vita, in preparazione del funerale interconfessionale, quale era suo desiderio.
Il funerale di mio padre fu celebrato dall’arcivescovo Gregorio di Thayateira e Gran Bretagna, dall’archimandrita Padre Ephrem e l’arciprete Padre Michael Fortunatto, così come i tre Pastori dalla United Reformed Church, che era la chiesa di battesimo di mio padre. Fu una cerimonia commovente, con icone e candele che illuminavano la chiesa, ed io credo che ciò abbia reso gioia all’uomo che giaceva nella bara. Eterna memoria – Kenneth.
(John Tavener, 1996)

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John Tavener – Funeral Canticle (15 di 23min.)

Górecki, Sinfonia dei canti dolorosi

Chi ama l’opera e la musica classica ma resta un ignorante, un profano, arriva ai grandi pezzi quasi sempre casualmente, magari perché se ne parla da qualche parte per il suo significato storico, o perché è stato citato in un disco dei Lamb, o perché ha influenzato i Godspeed You Black Emperor, o perché l’autore è un contemporaneo morto un paio di mesi fa, oppure, com’è successo a me, perché l’ha sentito per caso a Radio 3 e ha pensato “ah, minchia che figo, devo scaricarlo”. Solo che poi c’è sempre quel problema con Radio 3 che, sì dicono nome e titolo e direttore d’orchestra ecc. ecc., però si tratta quasi sempre di compositori e maestri russi o polacchi con nomi impronunciabili che non si trovano nemmeno con l’aiuto del “forse cercavi” di Google. Per fortuna la Sinfonia n.3, op. 36 per soprano e orchestra di Henryk Mikolaj Górecki è conosciuta anche come “Sinfonia dei canti dolorosi”, nome che ovviamente mi è rimasto impresso, per cui trovarlo (FLAC, ovviamente) non è stato così difficile.

Górecki è morto il 12 novembre 2010. La sinfonia si ispira a una preghiera scritta da una ragazza ebrea su un muro di una prigione della Gestapo in Cecoslovacchia e, indirettamente, al recente rapimento della salma di Mike Bongiorno (titolo completo: ALLEGRIA! Sinfonia dei canti dolorosi). “Gorecki” dei Lamb cita proprio questa sinfonia. E anche la bellissima Moya dei Godspeed inizialmente si chiamava Gorecki, e basta sentire un paio di secondi della sinfonia per capire l’influenza che ha avuto sugli amati canadesi.

(la foto è di milla)

Steve Reich – Music for 18 musicians

Diciotto musicisti. Un violino, quattro pianoforti. un violoncello, due clarinetti, tre marimba, due xylofoni, un metallofono, e quattro voci femminili. L’opera di Steve ReichMusic for 18 musicians” è una di quelle cose di cui personalmente non posso fare a meno. Ogni giorno, come tutti, mi devo nutrire, defecare, e soddisfare altre incombenze fisiologiche. E almeno una volta ogni due settimane devo premere play su questa opera, partendo dalla sezione Pulses e finendo con Pulses II (la prima e l’ultima).

Tra le molte esecuzione registrate che si trovano in giro ed in commercio, consiglierei quella orchestrata dal Grand Valley State University New Music Ensemble (che ha ricevuto diverse lodi e premiazioni). Per i puristi del suono, o per chi possiede un degno impianto audio riproduttivo, esiste il formato Hybrid SACD – DSD, che non so precisamente cosa diamine voglia dire ma pare sia una delle modalità per supportare il miglior tipo di registrazione audio (su computer sono più di 4giga!).

Tra pochi giorni Steve Reich sarà a Londra in uno degli auditorium più fighi. Scrivo questo post solo per ripiegare alla mia assenza a questo grande evento.
Ho tentato anche una veloce creazione della voce italiana di Wikipedia. Avviso però sulla resa mediocre della traduzione.
Lascio il seguente trailer sulla performance del GVSU New Music Ensemble:

In questo video invece altri 18 musicisti scelti che sembrano divertirsi: http://www.vimeo.com/2884327

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2009/10/Music-for-18-Musicians-Section-VII.mp3]
Music for 18 musicians – Section VII

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2009/10/Music-for-18-Musicians-Pulses-II.mp3]
Music for 18 musicians – Pulses II


AGGIORNAMENTO 22/11/2009

Un tizio ha messo su youtube il seguente video che mostra, ovviamente in modo veloce e sommario, le differenze di esecuzione di cinque registrazioni dell’opera:

Inoltre ha realizzato questo sito tributo, dove potrebbe essere segnalato Guylum Bardot: http://www.18musicians.com/

AGGIORNAMENTO 1/10/2011: c’è una tshirt ufficiale!