A volte ritornano

Circa un anno fa scrissi una sorte di sfogo-preclassifica. Di recente ho scoperto che è stato uno dei post più cliccati, pur essendo assolutamente non musicale e senza nessun ascolto. Mi accingo quindi, in due parole, a puntualizzare una questione per evitare futuri fraintendimenti e vivere in armonia con tutti. Il mio sfogo, che ancora trovo leggittimo e dal quale non sottrarrei una virgola, nasceva dall’esigenza, a questo punto disattesa, di mettere in chiaro il modo in cui si esprimono giudizi e scale valutative in ambito musicale. Coloro che scrivono e recensiscono album musicali, emettendo più volte valutazioni giudiziarie fondate su numeri, stellette e pallette, non tengono in considerazione che le persone che ascoltano i loro brani musicali preferiti lo fanno con un certo piacere che è totalmente avulso e distante dalle argomentazioni teoriche, seppur le più fini e circostanziate (e qui potrei intavolare una serie di testi estrapolati da una vasta letteratura esistente). Ad es., il recensore che valuta come pessimo un brano musicale deve direttamente scontrarsi e fare i conti col fatto che quel brano musicale mi arreca del piacere e può eccitare in modo “organico” un potenziale ascoltatore.
Questa dimensione fisiologica ed organica è totalmente arginata nel leggere le attuali dissertazioni sulle riviste musicali, che si occupano sempre più degli “oggetti” senza incuriosire minimamente su altri orizzonti della musica. E questa “koinè” tra qualche anno la troverei opportunamente non giustificabile, soprattutto alla luce dei recenti studi fatti in ambiti extra-umanistici (neuroscienze, biologia etc.) che, se vogliamo essere rigorosi, devono assolutamente trovare risarcimento.
In conclusione, il mio intendo non era di spalare cacca gratuita sulle riviste musicali, riviste che peraltro continuo a seguire ogni tanto per carpire qualche novità, ma era semplicemente un giudizio linguistico “a caldo”, forse un po’ spinto, che affondava comunque le radici in mie precise motivazioni.

Approfitto per fare gli auguri di BUON NATALE a tutti.
GUYLUM BARDOT, tutto il resto è silenzio.

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Sfogo pre-classifica

Nell’attesa che la classifica dei BEST OF 2008, di rito, prenda piede, voglio sic et simpliciter mandare affanculo le riviste musicali, specialmente tutte. E non voglio neanche proferire descrizioni precise e teorie funamboliche, perchè non ne ho voglia (magari leggendo qualcosa di passato su queste latitudini qualcosa si comprende). Et ergo, Ondarock, Sentireascoltare, Storia della musica, vi seguo per conoscere nuove band ed artisti, però, per favore, dovete andare un po’ AFFANCULO. Le vostre inutili recensioni non le leggerò manco morto. Esiste più sensibilità in un tronista di uomini e donne. I vostri arti traballanti e neuroni salterini non potranno neanche lontanamente interrogarsi su cosa voglia significare l’oggetto delle vostre accurate quanto inani disamine. Fatiche di Sisifo spacciate per erudite analisi con tanto di citazioni ed interconnessioni. ANDATE BEATAMENTE AFFANCULO. Snobbettini (sine nobilitate) dei miei testicoli trasandati, vi calate nelle discipline come un rullo compressore accarezza una rosa. Per il momento vi odio, ma vi consiglio caldamente di non beccarmi in conferenze, incontri, presentazioni ove si parli di queste tematiche di caratura estetica, perchè non mi tirerò indietro dallo smerdarvi coram populo, facendovi ingoiare quella dogmaticità e facendovela rigettare per l’altro orifizio, quello non adibito all’eloquenza. Capito?
ANDATE AFFANCULO.