Guylum Bardot feat. Michele Mirabella

acufeni

Credo che tutti teniamo molto alla nostra bellissima musica, la difendiamo, la descriviamo e ne parliamo bene. Ognuno di noi ha gusti personali sulla scelta della musica da ascoltare, ma sicuramente tutti, per goderne, la ascoltiamo nei modi che troviamo più consoni. Credo che un appassionato di musica debba conoscere il contesto della fruizione e non solo l'”oggetto musica”, a maggior ragione se negli ultimi decenni sono cambiate molte carte in tavola. Il nostro corpo e la nostra biologia non evolvono nel così breve tempo in cui sono avvenuti radicali cambiamenti culturali, sollecitati soprattutto dall’industria. Faccio riferimento al modo di ascolto della musica al giorno d’oggi: questo è un dettaglio che può addirittura causare un po’ di danni. E con molta probabilità questa non è la cosa che più interessa ad una setta che ama smodatamente la sua musica “bellissima” e la diffonde come droga pregiata senza il rischio di estinzione.

Allora ecco una brevissima serie di consigli personali, un po’ fuori tema e sicuramente un po’ scomodi ma certamente utili, che possono evitarci di incorrere in fastidiosi problemi come il calo graduale dell’udito e della percezione di alcune frequenze o i fastidiosi acufeni (la cui percentuale aumenta sempre di più nella popolazione giovane, ed alcuni musicisti cominciano ad accorgersene)

(Il discorso sarebbe lungo, e implicherebbe una riflessione storica multidisciplinare e sul fatto che oggi la musica è praticamente dappertutto: in radio, in auto, in TV, nel computer, nei negozi… ed a volte siamo quasi costretti ad ascoltarla. L’ascolto prolungato è una acquisizione recentissima dell’Occidente, a mio avviso si è quasi totalmente perso il valore di ritrovo sociale, di festa e di cerimonia dove convergevano in maniera rituale molte dinamiche della società. Di conseguenza, l’ascolto musicale non rappresenta più un “evento” di piacere, ma una sorta di fontana che ci fornisce acqua gratuita e senza sforzo ogni singolo minuto)

 

CONSIGLI:

– Cercare di usare meno possibile ed in maniera continuativa i lettori mp3 con gli auricolari (o quelli in-ear).

– Se si usano auricolari meglio tenere basso il volume.

– Agli auricolari preferire delle cuffie chiuse di buona qualità, purtroppo costano un po’ in più però garantiscono una risposta più lineare delle frequenze e permettono di non tenere i volumi molto alti. (Esistono molti modelli, ad esempio Sony mdr-7506, Shure 440-840, Krk 6400-8400, diverse AKG etc.)

– Per l’ascolto in casa sarebbe l’ideale l’acquisto di casse alta fedeltà o diffusori acustici di qualità (vanno bene anche i monitor audio per la produzione anche se più “freddi”), se ne trovano numerosi anche low-budget. Anche qui le marche sono moltissime.

– Ai concerti evitare di posizionarsi vicino alle casse ed usare sempre i tappi che tagliano alcuni decibel (mi hanno detto che all’estero, in alcuni paesi, vengono direttamente forniti ai ragazzi alcuni tappi del tipo usa e getta)

 

La trasmissione termina qui, arrivederci.

Blue

C’è il blu di Yves Klein, denominato International Klein Blue. Qui non c’è musica. Forse qualcuno non ricorda chi diamine sia ‘sto Yves Klein. Però se permettiamo al mondo di farlo spiegare da Fulvio Abbate, allora siamo davvero troppo democratici. Klein fautore di numerose azioni fatte in gallerie francesi, e autore di questa misteriosa foto, oggi molto più chiara.

Poi c’è il Blue di Derek Jarman. Il colore in questione non è altro che una tonalità del blu di Klein. Ultimo film che il regista inglese ha prodotto prima di morire. Opera liminare (e per qualcuno minimalista), immagine fissa blu per tutta la durata della pellicola, narrato e musicato. Nella tracklist di tutto rispetto troviamo brani come Triennale di Brian Eno, Disco Hospital dei Coil e l’immancabile prima Gnossiennes di Erik Satie.

Infine, molto meno conosciuto è l’ultimo album del giù citato 36 (Tape Series: Blue, qui interamente in ascolto). Che ha messo in vendita queste composizioni solo ed esclusivamente con 36 tape (cassette) a disposizione. Sono dieci remix che ha fatto su alcuni suoi brani; a differenza dei precedenti sono molto ma molto più dilatati, minimali ed ostinati. Seguiranno, a distanza di qualche mese, come ha annunciato sulla sua pagina FB, altri due album-colorati.

Che il blu inondi ad oltranza le giornate estive.

Perchè ci piace la musica? (Parte 1)

(aggiornato il 25/5)

Con questa brevissima serie di post cercherò di affrontare lo sforzo immane di essere chiaro ed esplicativo circa le dinamiche sottese al nostro atavico piacere dell’ascoltare musica. Ometterò molti interessanti particolari teorici che, però, troveranno spazio magari in seguito o in testi segnalati.

Dunque, perchè ci piace tanto la musica?
Un paio di anni fa mi rimase impressa una notizia. Alla maratona di New York fu vietato l’uso di ipod o walkman. Questo perchè avevano notato che gli atleti che indossavano le cuffie, mediamente,  risultavano maggiormente performanti e rendevano di più. Continua a leggere Perchè ci piace la musica? (Parte 1)

United Nations. Una scomoda potenza.

Gli United Nations. Un supergruppo che ha totalmente colonizzato i miei lettori musicale di ogni piattaforma. Di questi simpatici ominidi, la cui identità è sospesa a mezz’aria tranne che per Geoff Rickly, è difficile non citare le spiacevoli vicende di censura che li riguarda. Il loro sito è abbastanza esemplificativo. Le controversie iniziano con la censura della loro copertina di esordio LP, che a tratti ricorda un altro graffiante esordio, quello della copertina para-scimmiottante dei Residents. Ad ogni modo, sono state stampate solo 1000 copie con la copertina originaria, dopodichè si è trovato un diversivo acquietante.
Dopodichè arriva la seconda censura, questa volta è sulla loro pagina di Facebook. Nientedimeno si scomodano le Nationi Unite che ordinano, un tantino gentilmente, che la loro pagina sul noto network sociale è da cancellare.
Arriva, infine, anche la cancellazione da Myspace per ancora-non-definiti problemi legali. La band scrive “What will they remove next?”.
Ma, tralasciando il contorno facoltativo, a questo punto sarebbe meglio ascoltare i ceffi in oggetto che vanno girando con maschere di Reagan e che si descrivono ‘emo-power-violence’. La scelta dei brani è ardua. Sottolineo che la traccia ‘Model UN’ è stata ascoltata da sottoscritto una quarantina di volte, di fila.

Sfogo pre-classifica

Nell’attesa che la classifica dei BEST OF 2008, di rito, prenda piede, voglio sic et simpliciter mandare affanculo le riviste musicali, specialmente tutte. E non voglio neanche proferire descrizioni precise e teorie funamboliche, perchè non ne ho voglia (magari leggendo qualcosa di passato su queste latitudini qualcosa si comprende). Et ergo, Ondarock, Sentireascoltare, Storia della musica, vi seguo per conoscere nuove band ed artisti, però, per favore, dovete andare un po’ AFFANCULO. Le vostre inutili recensioni non le leggerò manco morto. Esiste più sensibilità in un tronista di uomini e donne. I vostri arti traballanti e neuroni salterini non potranno neanche lontanamente interrogarsi su cosa voglia significare l’oggetto delle vostre accurate quanto inani disamine. Fatiche di Sisifo spacciate per erudite analisi con tanto di citazioni ed interconnessioni. ANDATE BEATAMENTE AFFANCULO. Snobbettini (sine nobilitate) dei miei testicoli trasandati, vi calate nelle discipline come un rullo compressore accarezza una rosa. Per il momento vi odio, ma vi consiglio caldamente di non beccarmi in conferenze, incontri, presentazioni ove si parli di queste tematiche di caratura estetica, perchè non mi tirerò indietro dallo smerdarvi coram populo, facendovi ingoiare quella dogmaticità e facendovela rigettare per l’altro orifizio, quello non adibito all’eloquenza. Capito?
ANDATE AFFANCULO.

The Guardian: Youtube ed arte.

Questo link garantisce ripetuti godimenti: http://www.guardian.co.uk/technology/2008/aug/31/youtube.jazz

E’ la classifica di THE GUARDIAN intitolata un pò altezzosamente The 50 greatest arts videos on YouTube. Viste i nostri terreni di competenza, svisceriamo qualche video di musica: Continua a leggere The Guardian: Youtube ed arte.