36 – Isolatedmix 12

La serie degli isolatedmix si arricchisce con una notevole rosa di tracce ambient/experimental, miscelate sapientemente in stile e scelte da 36 (alle spalle tre album e abbastanza remix). Si parte da un evergreen, o meglio un everdark, ossia Teimo di Thomas Köner. Koner corifeo del dark e dell’ambient ultra-minimale, questa traccia ha sempre emozionato.
Si continua con i droni mortiferi di Deathprod e a seguire Markus Guentner – Wenn Der Musik Liebe Ist Nahrung, la traccia è piacevole e soffice, di quelle che non si dimenticano facilmente, soprattutto dopo che parte un’eco femminile avvolto da chitarre elettriche. Markus Guentner fa parte dell’etichetta Kompakt, che è capeggiata come sappiano da Wolfgang Voigt aka Gas. (36 racconta che la Sony una volta l’ha contattato per chiedergli se era possibile rilasciare un album di Markus sulla sua etichetta!).
Si avanza con William Basinski – El Camino Real, favolosa traccia album che rientra a pieno titolo nel suo classico e famoso stile “loop”. Ricordo che mi piacque talmente che mandai una email a William dove scrissi: “William, davvero complimenti per El Camino Real, mi piace moltissimo. Un saluto”. – lui rispose – “Grazie Mattia, piace anche a me!”. Per 36, Basinski sembra aver preso alla lettera John Cage quando diceva che se una canzone è noiosa per due minuti, allora bisogna provare per quattro. Se è ancora noiosa, per otto. Poi sedici minuti. Poi trentadue. Alla fine si scoprirà che non è affatto noiosa. (un interessante esperimento è stato fatto e segnalato, rallentando per molti minuti una noiosa traccia).
Arvo Pärt – Für Alina (Rafael Anton Irisarri Cover). Su Arvo Part mi sembra inutile soffermarsi tanto sarebbe l’inchiostro da versare, la versione presa in considerazione è quella di Irisarri, altro giovane che mangia pane e droni. E la canzone di Part è ed è sempre stata qualcosa di divino (qui una masterclass).
A seguire troviamo Bass Communion – Ghosts On Magnetic Tape II. Bass Communion è il progetto del pregevole Steven Wilson, fondatore e prima chitarra dei Porcupine Tree, che riesce a raggiungere, con questi suoi lavori “laterali”, un pubblico totalmente differente. Non tutti i fan dei PT ascolterebbero volentieri la traccia in questione. E allora massimo rispetto.
Verso la conclusione troviamo l’immancabile Fennesz e uno sconosciuto compositore londinese, Talvihorros, che si ingegna da un pò con le sue chitarre e strumenti analogici rotti per produrre bellisima roba triste, a metà tra i Goodspeed You! Black Emperor e Mario Monicelli sopra il balcone.

Buon Ascolto di tutto ciò.

36 – Hollow

36. Si, 36. Si era distinto col suo primo album, Hypersona, e ricordo in particolar modo Inside, soprattutto perchè era ed è un album totalmente gratis, scaricabile e masterizzabile liberamente, oppure aggiungendo pochi dollari ti arriva a casa addirittura il digipak. Sto tipo o è parente a Tronchetti Provera, o la mamma l’avrà cacciato di casa.
Oggi torna alla piccola ribalta di nicchia con Hollow, che io ritengo a tratti anche meglio del precedente. La sua musica è essenzialmente e semplicemente ambient, violentemente oltraggiato dalla sua struggente melanconia di fondo. Per certi versi si avvicina a Loscil (dilatazioni), per altri a William Basinski (piccoli e frammentari loop). Ma qualcuno più politicamente corretto metterà sicuramente in mezzo anche Eluvium, Stars of the Lid e compagnia cantanti.

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36 – Geiga

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/06/10-36-equassa.mp3]
36 – Equassa