The Doors of Perception

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Le porte della percezione Huxley le schiuse con la mescalina, ma un’anima allenata può farlo anche attraverso la trascendenza indotta dall’ascolto di determinata musica. Ciò avviene con la musica (quasi sempre denominata ambient) di alcuni artisti, quali i due di cui vi voglio brevemente parlare: Steve Roach, uno dei maestri indiscussi di quest’arte immaginifica e Dirk Serries, ovvero Vidna Obamana, belga autore di innumerevoli opere di valore in questo settore, come Revealed By Composed Nature. Ho scoperto che i due, nel lontano 1995, collaborarono alla genesi di una trancemusic (in doppio disco) che univa l’ambient più meditativa e trascendentale sia ad un etnicismo da rituale che ad una kosmichemusic da perdita dei sensi. E la collaborazione tra queste due anime destinate ad incontrarsi continuerà con altri album di (quasi) uguale spessore.

Non potete far altro che farvi tra(n)sportare.

Tim Hecker live nella Chiesa Metodista a Roma

Venerdì 30, a Roma, una frangia di Guylum Bardot sarà al concerto di Tim Hecker nella Chiesa Metodista in Via XX settembre 123.

Qui sotto viene offerto (in sacrificio per voi) un recente articolo apparso sulla rivista Musicworks, a bientot!

[audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2012/11/06-Hatred-Of-Music-I.mp3]
Tim Hecker – Hatred of Music I

Il triangolo sì: Robin Guthrie, Harold Budd e John Foxx

In questa orripilante foto possiamo ammirare, a partire da sinistra: 1) Robin Guthrie, co-fondatore dei Cocteau Twins; 2) Harold Budd, compositore; 3) un russo ubriaco vestito peggio di Paolo Limiti, non meglio identificato; 4) John Foxx, ex leader degli Ultravox

L’articolo si concentrerà però su soltanto tre di questi quattro. Chi sarà l’escluso?

Scopritelo.

Ménage à trois è un’espressione francese indicante una relazione, non necessariamente di natura sessuale, ma in ogni caso di tipo sentimentale, fra tre persone (wiki). E se queste tre persone sono John Foxx, Harold Budd e Robin Guthrie le cose si fanno parecchio interessanti, non trovate?

John era, come molti sapranno, l’anima originaria degli Ultravox, i primi, quelli col ! alla fine del nome, messo lì per citare (ed imitare) i mostri tedeschi Neu! le cui sonorità, mischiate al Bowie berlinese e non e ai Kraftwerk davano base al loro post-punk. In effetti tra i primi new-wavers in circolazione.

Ma andiamo avanti: ad un certo punto John si annoia, lascia gli Ultravox, che proprio allora faranno il botto guidati da Midge Ure, e pubblica qualche album da solista, quasi tutti fiaschi assoluti, poi scompare (classica parabola verso l’oblio si pensava, ed invece…)

Harold Budd è un personaggio assai riservato, non è che si sappia molto di lui, comunque è un diplomato in composizione fin dagli anni ’60 e citando sempre wiki “crebbe nel deserto del Mojave e fu ispirato in giovane età dal rumore generato dal soffiare del vento attraverso i cavi del telefono”; mica noccioline!

Diventa famoso grazie all’onnipresente Brian Eno che gli produce con la Obscure un album davvero bello, dove potete trovare la migliore musica per addormentarsi come infanti dopo il biberon.

Da li in poi diventa il maestro riconosciuto dell’ambient più “classica”. Da segnalare un altro suo album magnifico, del 2004, simpatica boutade, in quanto doveva essere il disco con il quale il maestro annunciava la sua uscita di scena, cosa che poi non avverrà. Tra i massimi album ambient di sempre.

Robin Guthrie è tra i membri fondatori dei Cocteau Twins, e non so voi, ma solo per questo la meriterebbe una statua in un qualche paese in via di sviluppo. Alfieri di quello che chiameranno dream-pop, negli anni ’80 erano davvero forti, e già lì un primo contatto col maestro Budd.

Gli incontri:

Dicevamo dell’oblio di Foxx, dal quale incredibilmente l’ex-cyborg new-wave uscì nel 1997 per amore dell’ambient music più gotica-gregoriana (per intenderci, quella che fece la fortuna, pochi anni prima, di Jan Garbarek). L’album che segna il suo ritorno si chiama Cathedral Oceans.

In realtà la sua parte robotica John non l’abbandonerà affatto, e come un moderno dr. jakyll/mr. hide da qui in poi continuerà ad approfondire queste sue due anime con risultati mai raggiunti neppure con gli Ultravox! Ma tornando a ciò che ci interessa, è del 2003 l’incontro tra Foxx e Budd, così prolifico da generare due album pubblicati nello stesso anno: Translucence e Drift Music. L’ambient più pura che potete immaginare.

Diciamocelo, da lacrimoni:

[audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2012/10/2-12-You-Again1.mp3]

Harold Budd & John Foxx – You Again

[audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2012/10/3-14-Underwater-Flowers.mp3]

Harold Budd & John Foxx – Underwater Flowers

Il Maestro Budd invece ri-incontrerà il geniaccio Guthrie per la realizzazione di una colonna sonora; è il 2005, il film è Mysterious Skin.

[audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2012/10/01-Neils-Theme.mp3]

Robin Guthrie & Harold Budd – Neil’s Theme

Nel 2009 il triangolo si completa con l’uscita di Mirrorball, album a nome Foxx/Guthrie. Un viaggio in altri mondi, ma forse sarebbe meglio dire nelle profondità oceaniche:

[e con questo post diamo il benvenuto all’amico mckenzie]

Liondialer – Mitt Andra Hem

That It Stays Winter Forever è il nome di un album che unisce tre registrazioni live di tre oscuri artisti drone/ambient, etichettati a buon ragione come “Masters of the Dark Arts”. Rispettivamente, stiamo parlando di Machinefabriek, Kleefstra+Bakker e Liondialer. Fluid Radio non se l’è lasciato sfuggire.
La traccia che chiude il disco è una composizione di 22 minuti intitolata Mitt Andra Hem. Ma cos’è Mitt Andra Hem? Bella domanda, difficile rispondere. Chitarre acustiche, scenari desolati, droni da cattedrale abbandonata, dilatazioni sintetiche, vetrate dai colori sbiaditi, ambient cauto e rilassante, elettronica degradante, sintetizzatori inceppati, rumore di una radio a basso volume, commodore 64, lampi e segnali di errori da cancolatore. Liondialer, in sinergia con Greg Haines e Danny Saul, fornisce questo e tutto l’altro che potrete intravedere.
Ricordate l’anno scorso la felice epifania con Paul Jebanasam? la linea d’onda è la medesima, ma farcite il pezzo con sporca e fausta elettronica, e l’arpeggio della chitarra come unico cordofono.
L’ascolto è proprio qui in basso.