Sugar Man

Searching_for_Sugarman

Documentario la cui visione è da considerarsi OBBLIGATORIA. Si consiglia di scaricare o comprare la versione originale, in giro si trovano anche i sottotitoli ita. Altro consiglio: per non rovinarvi la visione non cercate assolutamente alcuna info su internet nè sul film nè sulla storia nè sul personaggio in questione. Guardate e ascoltate.

Sugar Man
Rodriguez – Sugar Man

Io sono Tony Scott

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Porto avanti volentieri la deriva jazz di Guylum Bardot con la segnalazione di questo bellissimo film che Franco Maresco ha dedicato a Tony Scott: Io sono Tony Scott, ovvero come l’Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz. Si può vedere intero nel sito della Rai (già, incredibile). Un film politico, in un certo senso, una storia tanto bella quanto triste, con molti colpi di scena e un sacco di bella musica. Consigliato.

Le lezioni di Lemmy

Sono passati tre anni dal post su Lemmy: the movie, uno dei primi di questo blog, dove si annunciava l’imminente uscita del documentario sul grandissimo imperatore dei Motörhead. Sono passati tre anni e se non l’avete ancora visto, fatelo.

(ah sì, scusa Lemmy per i sottotitoli in francese, ma è colpa di internet)

AGGIORNAMENTO (19/04): We have disabled the following material as a result of a third-party notification from LEMMY MOVIE LLC (Wes Orshoski and Greg Olliver) claiming that this material is infringing. Vabbè, ormai è impossibile mettere video su youtube.

Bruce Haack, king of techno

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grazie al buoncuore di Angelo, che ringrazio di nuovo, ho finalmente potuto vedere il documentario “bruce haack, king of techno” citato qualche tempo fa nel post su bruce haack. è molto bello, ci sono le origini come compositore classico, i tentativi di fare soldi con il pop, gli spezzoni televisivi – due su tutti: bruce che suona il pianista che suona il piano e bruce da mister roger con la fedele esther nelson – e varie interviste ai suoi fan attuali (eels e mouse on mars, ad esempio). ma soprattutto viene fuori la personalità da uomo rinascimentale di haack, che suonava, cantava, componeva, dipingeva, costruiva e giocava, e allo stesso tempo anche il suo lato più cupo, depresso, rabbioso, alcolizzato e drogato, soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita, passato a quanto pare a mischiare droghe e alcolici, a odiare lo show business e a sfornare però perle come party machine, il suo ultimo pezzo.

gli intervistati che lo conoscevano ne parlano tutti con affetto, ma l’aggettivo che si sente usare più volte per definirlo è “inquietante”. nel documentario si parla anche di questo disco tributo (con beck, eels, stereolab, money mark e altri) che purtroppo non riesco a trovare. da sentire almeno la cover di beck di funky little song, veramente bella, al pari dell’originale.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2009/10/15-funky-little-song.mp3]
Bruce Haack – Funky Little Song

ma i momenti più poetici del documentario secondo me sono quelli in cui l’amico e collaboratore chris kachulis, nonchè suo folle ed eroico manager, canta in strada e in metropolitana, rigorosamente in canottiera, alcuni pezzi dell’album electric lucifer. lui è quello che spediva ovunque la musica di bruce, sperando, prima o poi, nel successo. insomma, se oggi la musica di bruce haack esiste è anche grazie a uno come chris kachulis, di cui non si sa nulla e che a questo punto meriterebbe un documentario a parte.