Moby – Wait for me

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Qualcuno lo attendeva e, come prima o poi per forza di cose accade, è uscito. Anzi mi correggo subitario: “per il sottoscritto” è uscito, ma non per la collettività a quanto pare.
Ricordo Moby ancora un giovane DJ che era appena uscito dai preset di Garage Band. Nel frattanto, ha attraversato generi musicali, produzioni techno-punk, collaborazioni e quant’altro (incluso quello spot-tormentone vodafone).

Album che passa liscio con qualche balzo di piacere dalla sedia, senza farci mancare qualche titolo riempitivo, una “wait for me” che per motivi astrusi mi ricorda Elisa e la canzone collaborazione con David Lynch. Lui lo descrive: “a quieter, more melodic, more mournful, and more personal record than some of the records I’ve made in the past.”

Le sue influenze, estratte dal myspacedavid bowie, kraftwerk, roxy music, public image ltd, suicide, echo and the bunnymen, television, led zeppelin, grace jones, pantera, joy division, flaming lips, massive attack, antony and the johnsons, donna summer, eno, nick drake, derrick may, the birthday party, bad brains, the feelies, polyrock, john lee hooker, george gershwin, blind willie johnson, the gun club, silver apples.