annunciasi capolavoro

Dal battente guylumbardonesco si annuncia un capolavoro che possiamo anche non attenderlo per definirlo tale. Nel caso non si rivelerà tale il sito si dimetterà (immaginarsi il tavolo di ciliegio, Porta a Porta e Bruno Vespa alle spalle).

Il singolo di Bjork è uscito, e nel giro di poche ore ve lo ritroverete, volente o nolente, in radio, in macchina, in casa e nel vostro letto. Si prega la gentile clientela di ascoltare gli ultimi 50 secondi.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2011/06/Björk-Crystalline.mp3]
Bjork – Crystalline

Ma, dopo questo leggero stupore, ciò di cui non si potrà fare a meno è quel che viene mostrato nel seguente video.
Cara Bjorkola, su, dopo Matthew Barney, per completare l’opera di cambiamento climatico, devi fare un figlio anche con Omar Souleyman!


 

Bruce Haack, king of techno

haack

grazie al buoncuore di Angelo, che ringrazio di nuovo, ho finalmente potuto vedere il documentario “bruce haack, king of techno” citato qualche tempo fa nel post su bruce haack. è molto bello, ci sono le origini come compositore classico, i tentativi di fare soldi con il pop, gli spezzoni televisivi – due su tutti: bruce che suona il pianista che suona il piano e bruce da mister roger con la fedele esther nelson – e varie interviste ai suoi fan attuali (eels e mouse on mars, ad esempio). ma soprattutto viene fuori la personalità da uomo rinascimentale di haack, che suonava, cantava, componeva, dipingeva, costruiva e giocava, e allo stesso tempo anche il suo lato più cupo, depresso, rabbioso, alcolizzato e drogato, soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita, passato a quanto pare a mischiare droghe e alcolici, a odiare lo show business e a sfornare però perle come party machine, il suo ultimo pezzo.

gli intervistati che lo conoscevano ne parlano tutti con affetto, ma l’aggettivo che si sente usare più volte per definirlo è “inquietante”. nel documentario si parla anche di questo disco tributo (con beck, eels, stereolab, money mark e altri) che purtroppo non riesco a trovare. da sentire almeno la cover di beck di funky little song, veramente bella, al pari dell’originale.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2009/10/15-funky-little-song.mp3]
Bruce Haack – Funky Little Song

ma i momenti più poetici del documentario secondo me sono quelli in cui l’amico e collaboratore chris kachulis, nonchè suo folle ed eroico manager, canta in strada e in metropolitana, rigorosamente in canottiera, alcuni pezzi dell’album electric lucifer. lui è quello che spediva ovunque la musica di bruce, sperando, prima o poi, nel successo. insomma, se oggi la musica di bruce haack esiste è anche grazie a uno come chris kachulis, di cui non si sa nulla e che a questo punto meriterebbe un documentario a parte.