L'Inferno di Gnaw Their Tongues


Ieri sera guardavo L’Inferno, film muto del 1911 sulla prima cantica della Divina Commedia. Il film è molto bello e ha effetti speciali visionari – molte immagini sono ispirate a quelle di Dorè – ma il problema della versione restaurata del 2002 è la colonna sonora dei Tangerine Dream: decisamente molto brutta. Così dopo qualche minuto ho deciso di togliere l’audio e di sostituirlo con qualcosa di più adatto. Mi sono ricordato che qualche ora prima avevo scaricato il nuovo Gnaw Their Tongues, il progetto noise-ambient-black-metal dell’olandese Maurice De Jong, di cui apprezzammo molto il disco precedente, L’Arrivee De La Terne Mort Triomphante. E ho pensato che le atmosfere horror e i cori infernali sarebbero stati perfetti per l’Inferno dantesco. E infatti. Il film è cambiato da così a così. Quindi il mio consiglio è di scaricare il film e usare come colonna sonora il nuovo disco di Gnaw Their Tongues: Per Flagellum Sanguemque, Tenebras Veneramus. Per chi non si fida, ecco tre minuti di esempio.

I vecchi dischi di Gnaw Their Tongues si possono comprare direttamente dal suo sito. Ad esempio l’ottimo L’Arrivee De La Terne Mort Triomphante si prende con soli 8 euro.

Earth – Angels of Darkness, Demons Of Light 1

Diffile parlare seriamente degli Earth senza sfiorare le tre cartelle di lunghezza. Quindi deciderò di non parlarle quasi affatto. Capeggiati da Dylan Carlson, gli Earth sono stati definiti padri del “Drone” come forma musicale. Il termine si può riferire al bordone, ossia all’effetto musicale in cui una note suona continuamente come accompagnamento. La peculiarità del “drone” è il ronzio o vibrazione, caratteristico delle corde della chitarra elettrica (ottenuti credo sia con effetti sia con un particolare tipo di amplificazione).
Anche se solitamente viene ricondotto ai Sunn il successo di questa forma, sono stati gli Earth, negli anni ’90, a coniugare le sonorità alla Black Sabbath ad un tipo di metal doom (molto più pesante dell’espressione loro ordierna). Successivamente saranno appunto i Sunn O))) a sviluppare e sperimentare  on altre direzioni questo tipo radicale di sonorità (ad esempio ottenendo dei droni pazzeschi lasciando appesa una chitarra davanti ad un amplificatore e sfruttando così il ritorno, per parecchi e parecchi minuti).

Questo è l’ultimo lavoro degli Earth, e chi non ha colpevolemente ascoltato i precedenti farebbe bene a ritagliarsi qualche minuto di tempo.

Curiosità:

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2011/01/01-Old-Black.mp3]
Earth – Old Black

Agalloch – Marrow of the Spirit

Noi siamo qui, magari ci divertiamo, chessò parliamo di politica, ci facciamo un caffè, tentiamo di lavorare, tentiamo di guadagnare, tentiamo di affrontare la vita amorosa, facciamo cose, vediamo gente…
E intanto gli Agalloch (non servirebbe neanche il link), senza che MTV lo dica, fanno uscire il loro ennesimo album con i controcoglioni da sotto (6 lunghe tracce, stupende tutte).
E noi intanto che facciamo? Ci divertiamo, parliamo di politica…

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/11/02-Into-the-Painted-Grey.mp3]
Agalloch – Into the Painted Grey


Kvelertak – Kvelertak

Io tre quarti di cazzo me li son già rotti, quindi a che cazzo servono ‘ste recensioni? Cioè questi mi piacciono e ve li consiglio. Stop. Tutto il resto è contorno, patatine al forno attorno al pollastro.

Oggi due parole sui Kvelertak. Gruppo norvegese hardcore o black metal o che cazzo ne sò. Talmente segnalabili che si trovano perfino nella home ufficiale dell’ambasciata norvegese (in realtà adesso è stata aggiornata, ma l’articolo è ancora presente).
Hanno registrato il loro primo album nella casa/studio del produttore/chitarrista dei Converge (su youtube ci sono anche varie riprese). Proprio con i Converge hanno iniziato a suonare, nel loro tour. Guardate come si presentano al minuto 0:39 in questo video:

Alcuni dipingono il loro genere “Black’n’Roll”, per via delle melodie ritmate e quasi ballabili (ascoltare in proposito Ordsmedar Av Rang).
E di seguito il video del singolo. Se vi serve altro, ve lo cercate, e non cacate il cazzo:

p.s. se qualcuno il Venerdì 17 sera è a Salerno, Gianfranco Marziano terrà, dopo il successo dell’anno scorso, un suo concerto. Controvoglia, ovviamente.)

Nachtmystium – Addicts Black Meddle Pt II

Porca di quella puttana eva zoccola stronza. E’ reperibile sull’internet, in pieno regime illegale, Addicts Black Meddle Pt II dei già adulati Nachtmystium (noi di Guylum Bardot siamo tra i più trasgressivi in rete, quindi consigliamo sempre l’acquisto degli album che più ci piacciono). Non posso esimermi, però, nei limiti delle norme vigenti, dal rendervi nota cotanta pregevole distorsione che per alcuni è nota come musica.
Come abbiamo avuto più volte occasione di ripetere, i Nachtmystium hanno avuto una certa virata di “genere”, che vede come punto di partenza il puro black metal (Instinct: Decay era pieno di momenti estremi e cupi, ma già si intravedevano piacevoli melodie mefistofeliche che trasbordavano altrove). I loro ultimi due dischi hanno diviso i “fans”: quelli che hanno apprezzato e continuano ad apprezzarli, e quelli puristi del genere che non vedono di buon’occhio questo cambio di toni. Di questi ultimi il commento più mite che si trova in rete è “ma che cazzo è successo a questa band?”.
Assassins: Black Meddle Pt I ci aveva già egregiamente illustrato cosa diamine avevano in testa queste metallarozzi, che rappresentano esattamente il tipo di persona che mia madre non vorrebbe che diventassi mai. Chi ha apprezzato la prima parte non potrà rimanere insensibile a questo secondo lavoro, “la parte drogata”. Difficile inquadrare alcune sonorità che vi si trovano: guizzi punk? Assoli anni ’70? Urla disperate black metal? Tastiere cosmic? chitarre psichedeliche?
L’uscita del disco è stata anticipata prima da un trailer, poi da un singolo rilasciato just for fun, “No Funeral”, che alcuni hanno ritenuto una traccia strana; più che altro nessuno si sarebbe mai aspettato l’introduzione di uno strumento maledetto e vituperato: la “tastiera” (synth).
Ma sti farabutti emozionano, eh sì, emozionano, e nulla ci si può fare. Sovente passo da Lucio Battisti ai Nachtmystium, perchè questi ultimi, come noi, amano tanto alcune conservazioni tanto quanto l’eclettismo. Nel giro di pochi anni hanno maturato una loro consistente personalità uscendo dai rigidi steccati, e ascoltando più da vicino ciò che le loro corde metalliche volevano. L’ultima traccia poi, “Every Last Drop”, è essenzialmente una porta d’entrata (o d’uscita). Non si capisce se sia meglio il mondo che ci viene proiettato o quello che vi troviamo all’esterno. Ed è questo rendere soffusi i confini che ci smarrisce tanto serenamente.
Quindi lasciamo pure sciolte le briglie dell’ascolto, e che la cupezza ammaliante di questi individui scalmanati possa guidarci nelle nostre azioni quotidiane. Porca di quella puttana eva.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/06/03-nachtmystium-nightfall.mp3]
Nachtmystium – Nightfall

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/06/04-nachtmystium-no_funeral.mp3]
Nachtmystium – No Funeral

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/06/10-nachtmystium-every_last_drop.mp3]
Nachtmystium – Every Last Drop

Gente malvagia

Nel mesto fluire della nostra quotidianità se ne incontra di gene strana, malvagia, razzista e aberrante. Ma è curioso vedere come la creatività umana, anche se un briciolo di essa, si manifesti in tutti e proprio tutti. La creatività ci sostiene come delle ruote, e non è razzista, o quantomeno non è abbonata a La Padania.

Quindi per cui possiamo sentirci col cuore in pace se momentaneamente scindiamo la condotta di vita di alcuni psicopatici per non maledirli e gustare le loro performances.
Qui di seguito quello che ritengo il cantante che fornisce le migliori risposte durante le interviste. Sto parlando di Gaahl, leader e cantante dei Gorgoroth. Ogni volta che lo ascolto suscita in me una bilanciata reazione tra la risata fragorosa e lo stupore interrogativo.

Sempre di Gaahl è la seguente epica risposta, data in conclusione del documentario True Norwegian Black Metal che segnalammo con prontezza. Vedetelo tutto e apprezzatene pure, se volete.

Ma in sede di risposte epiche non potevamo sottrarci dal mostrare La risposta epica, quella di Charles Manson:

Ovviamente su Charles Manson si sa già tutto, motivo per cui sarebbe inutile intavolare colte discussioni, qui riportiamo solo il lato che taluni potrebbero ritenere “artistico” o quantomeno in distonia rispetto a ciò che faceva quando non conosceva un carcere (certo, qualcuno si sentirebbe maggiormente legittimato sulla scorta di Roman Polanski violentatore di dodicenni, ma è un gioco un pò visioso).
I Beach Boys volentieri hanno suonato pezzi scritti da Manson. E al tempo non è occorso molto per farlo ergere una sorta simbolo di una cultura.

[Audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/04/Charles-Manson-Home-is-where-you-re-happy.mp3]
Charles Manson- Home is where you’re happy

Divertenti alcuni tag di last.fm che qui cito: , , , (che sta bene un pò su tutti), , , , e infine uno che non avrei mai sospettato, .

Chiudiamo con chi invece è pienamente redento e dedito, come sempre lo è stato, alla sua passione musicale, il nostro travagliato Burzum (che da poco ha sfornato l’ultimo album).

[Audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/04/Burzum-Glemselens-Elv-Belus-2010.mp3]
Burzum – Glemselens Elv