Chemical Brothers – Hanna


Dopo l’ottimo Further pensavo di dover aspettare altri 10 anni per un album molto-più-che-valido dei Chemical Brothers. E invece è bastato andare al cinema il 14 agosto per vedere un film – scelto anche e soprattutto per assenza di valide alternative – e passare tutto il tempo a dire “troppo bello questo pezzo, quando torno a casa devo assolutamente acquistare legalmente la colonna sonora originale”, per poi scoprire nei titoli di coda che: “Music composed by Chemical Brothers”. Ah, ecco.
Il film si chiama Hanna ed è una strana commistione di varie cose, proprio come la colonna sonora, che va da melodie fiabesche pseudo-orientali inserite in contesti inquietanti (The Devils Is In The Details – micidiale, resta in testa) a potenti ed epici crossover tra elettronica e rock che ricordano un po’ i Muse (Container Park), fino a malinconici inserti ambient che colpiscono per classe e bellezza (The Sandman / Marissa Flashback).

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Chemical Brothers – Marissa Flashback

The Chemical Brothers – Further (avvertenza: in questo post i Chemical Brothers non verranno mai chiamati "i fratelli chimici")

Con tutte le cose nuove che escono e col tempo che è sempre meno non resta che buttarsi sui classici, giusto? In questo caso sì, giusto. Further è un disco del 1997, o del 2010, o del 2097 d.C., dipende da quale calendario seguite e a quale teoria sullo spazio-tempo date credito. Comunque è una bomba psichedelica da ascoltare a tutto volume mentre si guida, possibilmente di notte, in una strada senza troppi incroci a raso e ovviamente solo dopo aver bevuto responsabilmente (qualsiasi cosa voglia dire). Niente ospiti vip, niente il mio dito è sul bottone spingi il bottone, ma molte idee, alcune vecchie, alcune nuove, ma in sostanza tutte belle. L’inizio è perfetto: intro con melodia eterea, voci suadenti e suoni diabolici che si fondono in Escape Velocity, tributo a Terry “Baba” O’Riley, 11 minuti esaltanti di epico kraut che vi faranno uscire fuori strada. Il resto del disco resta su questi (alti) livelli, tra dance, finezze electro, new wave e schitarrate vecchio stile: non c’è un pezzo minore. Anzi, se dovessi segnalare i pezzi migliori finirei per segnalarli tutti, compreso l’adorabile delirio techno-naif di Horse Power, con il robot che ripete semplicemente “horse. power. horse. power” e in sottofondo il nitrito di un cavallo. Sì, il nitrito di un cavallo. Loro possono.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/06/05-Horse-Power.mp3|titles=05 – Horse Power]
The Chemical Brothers – Horse Power

Qui il video di Swoon.