Soviet Jazz

Forse non tutti sanno che, incredibilmente, il jazz degli esordi riuscì a penetrare anche nella Russia sovietica degli anni ’20. La sua diffusione fu ostacolata per gli ovvi motivi che legavano questo genere musicale alla cultura occidentale, e addirittura Maksim Gorkij in persona intervenne sulla questione con un articolo molto critico apparso nel 1928 sulla Pravda; a causa di ciò, i grandi compositori russi non ebbero mai la rilevanza internazionale che meritavano.
Oggi, grazie a YouTube, possiamo riscoprire le perle indimenticate di autori come Alexander Tsfasman, Nikolai Minh, Leonid Utyosov e Alexander Varlamov.

Un pezzo imperdibile è Неудачное Свидание di A. Tsfasman, con uno strepitoso coro in lingua originale:
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Dennis Wilson – Pacific Ocean Blue

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hanno ristampato (e quindi sì, si trova anche via torrent) il disco da solista di dennis wilson, batterista e fondatore dei beach boys – l’unico surfista del gruppo – sosia di gesù cristo e grande talento musicale, quasi sempre offuscato dal genio del fratello, brian wilson, e credo anche da notevoli quantità di alcol. è morto annegato nel 1983, probabilmente molto ubriaco. lui tra l’altro è quello che fece amicizia con charles manson (che poi accusò i beach boys di avergli fottuto una canzone, quella che diventerà “never learn not to love”). questo pezzo mi piace molto.

Jean-Herve Peron / Andrew Liles – Fini!

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è inutile, per fare certe cose ci vogliono i mostri sacri. e quindi ecco Fini! un disco in stile kraut-rock come Dio Noise comanda realizzato da Jean-Herve Peron e Andrew Liles (faust, nurse with wound, mica cazzi). copertina orrenda, ma grandi suoni oscuri ed inquietanti, anche se purtroppo non credo sia un concept dedicato all’attuale presidente della camera. un assaggio.

Frank Rothkamm – Just 3 organs

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frank rothkamm racconta la storia molto toccante di quando a 13 anni scoprì il suono dell’organo per la prima volta e bla bla bla bla bla. insomma, com’è capitato a molti di noi, frank si è innamorato del suono di uno strumento e ha deciso di farci un disco intero, pensando che sicuramente anche gli altri avrebbero rivissuto le stesse emozioni. non è così. però il suono di TRE organi Yamaha 205D Electone è bello, e basta sentire “B and B plus 33” per capirlo. ma l’effetto è comunque quello di una personalissima sega d’artista che piacerà sicuramente a voi feticisti dell’organo Yamaha 205D Electone (sicuramente qualcuno c’è). il disco è interamente ascoltabile nel sito dell’autore, come tutte le altre sue opere, tra le quali segnalo “Opus Spongebobicum”, 40 variazioni su Spongebob. ehhh, questa è avanguardia, pubblico di merda.

Cosmic disco, cosmic rock

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ci sono un paio di espressioni che, quando faccio skimming con le recensioni dei dischi, mi fottono regolarmente. una di queste è “cosmic”. se c’è la parola cosmic, di solito ascolto il disco, che sia pop, metal, folk, rock o dance. quindi potete immaginare la mia reazione quando ho visto questa copertina. inoltre questa “eskimo recordings”, che ovviamente ha richiamato alla mia memoria un certo album. comunque “cosmic disco?! cosmico rock!!!” è una raccolta di pezzi più o meno rari opportunamente mixati nel nome del “cosmic sound” (l’autore, daniele baldelli, è praticamente il padre del genere). alcune perle, qualche figata, molte figatine, e in generale suoni utili per depurarsi un po’ le orecchie dall’attuale sound like-justice dei gruppi dance di nerd con i loghi anni 80 tutti uguali vaffanculo andata a cagare. segue un assaggio, anche se ovviamente è consigliato l’ascolto integrale.