Bombino – Nomad (2013)

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se qualcuno dovesse chiedermi cos’ho fatto nel 2010, intendo nel corso dell’intero anno, la mia risposta sarebbe “ho ascoltato imuhar”. a 3 anni di distanza, e dopo altri bellissimi album, esce Nomad, una specie di raccolta di vari pezzi del grandissimo Omara “Bombino” Moctar prodotti da dan aurebach dei black keys. al blues desertico di bombino, tutto cuore e chitarra, viene fatta un’iniezione di rock psichedelico: più suoni, più ritmo, più produzione, più tutto. e il risultato è eccellente, anche se in alcuni casi – soprattutto in imuhar, qui in una versione più energica e a tratti quasi ethio-jazz – si prova la stessa sensazione che si prova ascoltando le cover dei pezzi che amiamo: sì bella, però preferisco l’originale. molto bella la chiusura del disco, tamiditine.

[audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2013/06/04-Imuhar.mp3]
Bombino – Imuhar

Daft Punk – Random Access Memories – recensione

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DISCLAIMER: LA RECENSIONE E’ STATA SCRITTA SENZA AVER SENTITO L’ALBUM (NON ERA ANCORA USCITO)

A questo punto direi che possiamo anche fare la recensione del nuovo album dei Daft Punk, Random Access Memories. Sono bastati un minuto e 42 secondi per scatenare l’isteria collettiva. Perché i grandi gruppi fanno uscire prima un solo pezzo dell’album, il cosiddetto singolo. I grandissimi invece addirittura solo un minuto e mezzo di un pezzo dell’album, e quello basta: in poche ore decine di remix, video dei fan, loop da 10 minuti o più. Credo che manchino solo le cover a cappella ma è questione di ore. Dunque cosa dire di questo nuovo grande e attesissimo album dei Daft Punk? Per prima cosa che non delude, non delude affatto. E’ il giusto tributo al suono del futuro di Giorgio Moroder, e di questo non possiamo che esserne fieri dato che – per quanto ne sappiamo – siamo l’unico sito che festeggia ogni anno il Giorgio Moroder Day. Il tributo prima o poi doveva arrivare, per vari motivi, ma basterebbe quel “I feel love”, un pezzo di 36 anni fa che sembra fatto domani. Perfettamente integrati nel sound Daft Punk anche Chilly Gonzales, Pharrel, Julian Casablancas, il grande Nile Rodgers e Panda Bear.  Un mix di tutto ciò che è ed è stato il pop fin qui, frullato e remixato dai due robot francesi, sempre geniali nel loro essere inattuali: non seguire il suono del momento, ma imporre quello che sarà il suono del momento. E basta sentire pochi secondi per riconoscerli, soprattutto se indossano i caschi da robot.