Todd Terje, dalla Norvegia con brio

Todd Terje

Un profeta del Verbo moroderiano senza dubbio, amante dell’exotica, della musica da cocktail (definizione ridicola di una cosa però effettivamente esistente o quantomeno e a quello che pensi ascoltando certa musica e quindi amen, è gioco-forza definirla tale) e dei robottini francesi ovviamente.

Quest’esempio rende alquanto bene l’idea di cosa potete trovare in It’s Album Time:

Assolutamente da ascoltare nella sua interezza il disco (d’altronde It’s Album Time) che regala diversi brani giochicchiosi, carammellosi, piacioni e via vezzeggiando, compreso un pezzo di elevata caratura pop in feat. nientepopodimeno che con sua altezza Bryan Ferry con una voce tanto roca quanto bella.

Enjoy Yourself, Have Fun!

Daft Punk – Random Access Memories – recensione

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DISCLAIMER: LA RECENSIONE E’ STATA SCRITTA SENZA AVER SENTITO L’ALBUM (NON ERA ANCORA USCITO)

A questo punto direi che possiamo anche fare la recensione del nuovo album dei Daft Punk, Random Access Memories. Sono bastati un minuto e 42 secondi per scatenare l’isteria collettiva. Perché i grandi gruppi fanno uscire prima un solo pezzo dell’album, il cosiddetto singolo. I grandissimi invece addirittura solo un minuto e mezzo di un pezzo dell’album, e quello basta: in poche ore decine di remix, video dei fan, loop da 10 minuti o più. Credo che manchino solo le cover a cappella ma è questione di ore. Dunque cosa dire di questo nuovo grande e attesissimo album dei Daft Punk? Per prima cosa che non delude, non delude affatto. E’ il giusto tributo al suono del futuro di Giorgio Moroder, e di questo non possiamo che esserne fieri dato che – per quanto ne sappiamo – siamo l’unico sito che festeggia ogni anno il Giorgio Moroder Day. Il tributo prima o poi doveva arrivare, per vari motivi, ma basterebbe quel “I feel love”, un pezzo di 36 anni fa che sembra fatto domani. Perfettamente integrati nel sound Daft Punk anche Chilly Gonzales, Pharrel, Julian Casablancas, il grande Nile Rodgers e Panda Bear.  Un mix di tutto ciò che è ed è stato il pop fin qui, frullato e remixato dai due robot francesi, sempre geniali nel loro essere inattuali: non seguire il suono del momento, ma imporre quello che sarà il suono del momento. E basta sentire pochi secondi per riconoscerli, soprattutto se indossano i caschi da robot.