La mia redenzione: Fever Ray – Fever Ray

Sappiamo tutti più o meno chi è Fever Ray (la sorella dei due The Knife, che, tra l’altro, recentemente hanno rilasciato un lavoro altamente interessante fatto in collaborazione per uno spettacolo teatrale, ascoltabile interamente sul sito ufficiale). La signorina si chiama Karin Dreijer Andersson ed è svedese. La sua voce è inconfondibile: era lei nel famoso singolo What Else Is There? dei Röyksopp (col duo norvegese vanta anche altre collaborazioni meno conosciute) così come nella canzone Slow dei dEUS, oltre che tutto il rispettabile repertorio dei The Knife. Fever Ray è il suo disco di esordio. E, piccolo dettaglio, sembra essere stupendo (anche se mi sto infliggendo colpi dolorosi per averlo scoperto solo adesso).
Ma il personaggio non si esaurisce qui, e ce lo dovrebbe suggerire anche il megapost sui musicisti mascherati. Per dirla in due parole, Karin dev’essere una tipa abbastanza scoppiata da essere totalmente interessante per noi tutti. A meno chè pensiate rientri tutto nell’ortodossia cristiana considerare normale interviste mascherate e con le voci distorte oppure truccata da stregone tribale. Ma le sue ragioni, come si evince da una intervista italiana, sono assolutamente condivisibili, ed anche lo sfondo teorico guylumbardonesco ne converrebbe:

Certo questo può accadere ma al tempo stesso se ti focalizzi troppo sulla persona, sul suo travestimento finisci per distrarti dalla cosa principale ovvero la musica. Per come la vedo io, ognuno di noi dovrebbe semplicemente concentrarsi sulla musica, tutto il resto, le maschere, i vestiti, i visuals sono solo contorno. Trovo molto strano che le persone siano ossessionate dal conoscere chi c’è dietro un personaggio. A tal proposito apprezzo l’approccio della cultura techno e dance dove a nessuno realmente interessa che faccia abbia il dj oppure chi si nasconda dietro a questo o a quel moniker.

Ma se, arrivati a questo punto, ancora non vi siete accorti di amare inconsapevolmente questa donna, allora vedete in che modo ha recentemente ritirato il primo premio al P3 Gold.
Un saluto svedese.

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Fever Ray – Triangle Walks

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Fever Ray – Keep the Streets Empty for Me

Bat for Lashes – Two suns

Mettiamo subito in chiaro una personale prospettiva. Natasha Khan (dei Bat for Lashes) è bona come il pane. Mi correggo nell’essere teoricamente pedante: per ciò che afferisce al mio sentire e alla mia dimensione sensibile, ella è percepita come qualcosa di piacevole ed esteticamente ‘sensato’, motivo per cui preferisco non vedere sue foto, altrimenti la voglia di toccarla aumenta a dismisura. Pertanto meglio chiudere il capitolo.
Anzi, già che mi trovo chiudo anche il capitolo ‘musica’ limitandomi a dire che si potrebbe tentare l’ascolto, di cui sotto un paio di tracce.
Mi sembra sempre più difficile proferir parole su espressioni umane, rese fisiche tramite alcuni strumenti (registrazione audio), che sollecitano l’organismo. Come faccio, davanti ad un tipo che prova piacere nel farsi di cocaina, a dirgli “vedi che è brutta la cocaina, è banale, è mediocre, è senza idee, è commerciale!”?

Midlake – The Trials Of Van Occupanther

Gruppetto indie consigliatomi da una mia amica. Musica che mio fratello ottusamente non ascolterebbe per il solo fatto che siano taggati ‘indie’.
Ieri proprio, ad una cena, ad un certo punto un mio amico musicista ha detto che aveva visto un documentario sulla ‘musica estrema’, alchè un altro mio amico, prof. di chimica, lo ferma ribattendo: “Ma perchè, esiste una musica estrema? Per me esiste o quella musica che ‘mi fà la palla’* o quella che mi piace!”. Direi un buon compendio teorico.
 

* espressione dialettale, vedasi ‘che mi annoia’.