The samples fascination pt.1

Ho sempre avuto una passione nello scandagliare le canzoni che più mi piacciono. Tentare di capire come sono state composte e che mezzi sono stati usati per arrivare a tale magico risultato, una sorta di decoupage applicato ai suoni o di decostruzione più terrena e mondana. Oggi, ove buona parte della musica ascoltata è elettronica (uso di synth, laptop, softwares etc.), i samples sono un sicuramente un oggetto portante nel caso si voglia analizzare e capire come un pezzo “esce fuori”.

Così ho trovato il modo a canalizzare le mie piccole e brevi indagini con un video (alcune ricerche son semplici, altre più complesse, e coinvolgono anche l’interrogazione dell’artista stesso); questo è il primo forse di una serie, o almeno si spera (da perdonare la qualità youtube e il primo sputtanato sample, si accettano consigli):

Trotsky ed altri pasticci

Segnalazioni varie a pioggia e senza un criterio preciso o una volontà di trovare un nesso logico.

Traggo spunto dal blog di canzoni tristi ma che tanto ci piacciono, dove Andrea Girolami sceglie un bellissimo ma bellissimo ma bellissimo pezzo di John Frusciante e giustifica la scelta parlando di una scena del film La stanza del figlio di Nanni Moretti.

C’è questa scena nel film di Nanni Moretti, “La stanza del figlio”, in cui l’inconsolabile padre continua a riascoltare la stessa canzone. Neanche tutta per intero ma solo pochi secondi, un frammento mandato avanti e indietro in continuazione, il regista lascia intendere che sono ore che è lì davanti e ci rimarrà ancora per molto. Perché quando una cosa fa troppo male funziona così: la devi prendere poco alla volta, quindi repetita iuvant e se è una cosa breve tanto meglio, si possono moltiplicare le dosi.

Ricordo perfettamente la scena, riproposta qui sotto anche se brutalmente estratta da tutto l’importante contesto del film. E’ uno dei momenti più toccanti e potenti del film, e ricordo che quando mi capitò sott’occhi durante la visione, piansi come un deficiente e come un disperato. In pochi secondi Moretti ha filmato un concentrato di dolore, un essere pensieroso in posa che cerca una valvola di sfogo con piccoli gesti. Inoltre sarà sicuramente capitato a tutti di riascoltare una canzone o solo una parte di essa (a me capitava di brutto con i gruppi progressivi come i Dream Theater che hanno la frenesia di non farti gustare una melodia che subito dopo cambiano tutto). Il pezzo dentro l’Hi-Fi è Water Dances di Michael Nyman.

Ma passiamo ad un’altra primizia: twinsistermoon, il 50% puro maschio (anche se francese) già piacevolmente segnalato con un pendente annuncio dell’album in questione, ci ha soddisfatti: “Then Fell The Ashes” si può già ascoltare, in qualche modo.
Com’è? La prima traccia è ciò che io ho sempre chiesto dai Natural Snow Building, cioè droni pesanti, chitarre elettriche dilatate all’estremo e psichedelia che porta sull’orlo del baratro (difficile tutt’oggi dimenticarsi della traccia d’apertura segnalata tra i best 2009). Il resto è tutto sommato sulla falsariga dei precedenti, quindi, tradotto, è OK.

[audio: http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/09/01-Black-Nebulae.mp3]
TwinSisterMoon – Black Nebulae

[audio: http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/09/05-Desert-Prophecy.mp3]
TwinSisterMoon – Desert Prophecy

Il già segnalato Ducktails, sembra non essere apprezzabile esclusivamente tramite live che vengono rilasciati in forma gratuita, ma anche tramite album che vengono rilasciati in forma meno gratuita. Landscapes è pieno di tranquillità, pieno di armonie che vorresti ascoltare all’alba, o durante un viaggio di ritorno. Lui, una chitarra, alcuni effetti. Non si richiede molta strumentazione per stare bene.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/09/03-Roses.mp3]
Ducktails –  Roses

I Blue Sky Black Death li conosciamo, per Dio. Fanno soundtrack con tutto ciò che è commissionabile, i loro beats sono giunti al Wu Tang Clan, gli Hieroglyphics, Jean Grae ed parecchi altri. Ma l’ultimo album appena uscito è addirittura Pop, si Pop. Vabbè, intendiamoci, le basi son sempre quelle loro e facilmente riconoscibili, cambia solo il cantato. Questo mi porta quindi a pensare che non è da escludere, tra qualche anno, una base blue sky black death con un cantato death metal alla cannibal corpse. Qui il video del singolo.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/09/10-Scandal.mp3]
Blue Sky Black Death – Scandal

Poi c’è Kevin Drumm, oscuro uomo amante del rumore analogico. Personalmente lo piazzerei già nell’olimpo degli eletti, per il solo fatto di aver fornito all’umanità due album come Imperial Distortion e Imperial Horizon. Adesso va oltre, fa scaricare tramite Mediafire il suo ultimo lavoro! E’ intitolato “The Obstacles of Romantic Exaggeration”. Avvertenza: si denota la presenza massiccia di rumore.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2010/09/01-hang-the-hustlers.mp3]
Kevin Drumm – Hang The Hustlers

Altre piccole grandi cose:

e concludiamo con un classico intramontabile, che ci riporta ciclicamente a Moretti, il pasticciere trotzkista: