2013: Una classifica

MIA

Premessa: quest’anno c’è stato un sostanziale cambiamento per quanto riguarda la fruizione della musica, un cambiamento tecnico che ha creato prima l’illusione di una rivoluzione e poi una discreta confusione: spotify. Per la prima volta, dopo molti anni, ho ascoltato tanta musica senza scaricarla e archiviarla; ovvero l’archiviazione era passata da itunes al mondo ancora più immateriale di spoty. Se da una parte ciò mi ha permesso di ascoltare indubbiamente più musica, dall’altra questa nuova tipologia di ascolto mi ha reso ancora più distaccato e propenso “all’usa e getta”. Ad ogni buon modo, questo cambiamento è ancora in atto (per quanto mi riguarda non sono ancora abbonato alla versione premium) e quindi ho avuto non poche difficoltà a redigere una classifica, ma con la solita dose di entusiasmo sono arrivato a queste conclusioni: Continua a leggere 2013: Una classifica

The Three Dimensions of Social Prominence

In un interessante articolo, un gruppo di ricercatori di Pisa hanno studiato come i gusti musicali si diffondono in un social network online. Sono stati innanzitutto scaricati circa 160mila ascolti musicali di 70mila utenti Last.fm, insieme alla loro rete sociale. Dopodiché è stato sviluppato un algoritmo per rilevare i “leader di ascolto” che sono quegli utenti che per primi ascoltano un nuovo album, dando avvio alla diffusione dell’ascolto del nuovo album sulla rete sociale.
Le principali scoperte che son state fatte si possono riassumere in due punti:

1) L’ascolto di un album musicale può diffondersi, a partire da un leader di ascolto, in tre modi: in ampiezza, quando molti degli amici del leader ascoltano a loro volta lo stesso album; in forza, quando gli amici che ascoltano il suo stesso album influenzano a loro volta i propri amici; in profondità, quando il processo di diffusione dell’album si sviluppa molto in profondità nella rete, creando lunghe catene di influenza .

2) Ogni genere musicale si diffonde in modalità di diffusione particolari. Per esempio, il jazz tende a diffondersi prevalentemente in ampiezza. Questo vuol dire che il leader riesce ad influenzare soltanto i suoi amici diretti nella rete (ragionevole, visto che il jazz non è un genere di largo consumo). Rock e Pop invece usano in modo più equilibrato tutte e tre le modalità, diffondendosi sia in ampiezza, che in forza e profondità (ragionevole, visto che rock e pop sono genere di larga e potente diffusione).

 

L’articolo intero si può consultare qui.
Qui sotto invece alcuni ascolti abbastanza incantevoli e sconosciuti che non sapremo precisamente come si diffonderanno.

[audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2013/12/Nocow-Like-Apart.mp3] [audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2013/12/Lovers-05-Purple-Sage.mp3] [audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2013/12/Naono-07_Untitled_Merrow.mp3] [audio:http://www.harrr.org/guylumbardot/wp-content/uploads/2013/12/Blue-Skye-Black-Death-II-feat.-Child-Actor.mp3]

Oneohtrix Point Never R+7

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Una formula: chimica e magica insieme. L’ultimo disco di Lopatin conferma l’autore statunitense in un posto ben saldo del mio cuore, che ha battuto con gioia sul ritmo (pazzo all’inizio, non è stato facile) delle sue ultime alchimie sonore. Parte forte, molto forte e mescola tante cose (il gioiellino Americans su tutto, uno dei miei brani preferiti dell’anno), poi arriva al climax, Zebra:

dopo il mood cambia notevolmente, rallenta sempre più svelando una quiete inaspettata e per questo ancor più gradita.

Non un capolavoro, ma un disco da coccolare. Lo ritroverete in classifica ’13.

Quel che cerco e non trovo

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C’è un pezzo bellissimo del film “Tutte le mattine del mondo” dove il vecchio maestro chiede all’allievo cosa sia la musica, e lui dà una serie di risposte tutte molto convincenti, tanto che lo spettatore a ogni risposta è portato a pensare “ecco, questa è quella giusta!” e invece no, il maestro dice sempre di no, finché, fuochino, dice “ecco, ecco: ci sei quasi” e poi viene fuori la risposta giusta, che non vi dico perché non è questo il punto. Che invece, forse, è questo qua: tra poco usciranno le classifiche sui migliori album dell’anno – pure qua su guylum bardot, come da tradizione, dato che le classifiche le amiamo – quelli che abbiamo sentito e ci sono piaciuti, quelli che forse ci diranno qualcosa anche fra cinque anni, quelli che ci hanno entusiasmato per un mese e poi chi se li ricorda più, le canzoni che non ci leviamo dalla testa e i suoni che ci hanno fatto intravedere la possibilità di qualcos’altro. Ed è appunto questo qualcos’altro che a volte, soprattutto quando non lo cerco, mi capita di trovare, in questo caso come allegato in una mail di un carissimo amico:

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Die Forelle

Attualmente la mia versione preferita di Die forelle ma anche manifesto di quello che cerco e non trovo. Capita raramente e quindi mi è sembrato doveroso condividerlo. Altri casi:

La dolce malìa di Julia Holter

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Classe ’84, artista, polistrumentista e cantautrice losangelina, dopo due album belli e acclamati, ha da poco pubblicato il suo terzo, Loud City Song, bellissimo.

Spiccano (ma sono quasi tutte di altissimo livello le canzoni) le due parti di Maxim’s:

Può non sembrare ad un primo ascolto ma è un disco che regala anche divertimento e in definitiva emozioni molteplici a volte contrastanti, come appunto la grande Arte sa fare. Una ragazza da tenere d’occhio insomma.

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Chiudo con un live radiofonico:

Sugar Man

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Documentario la cui visione è da considerarsi OBBLIGATORIA. Si consiglia di scaricare o comprare la versione originale, in giro si trovano anche i sottotitoli ita. Altro consiglio: per non rovinarvi la visione non cercate assolutamente alcuna info su internet nè sul film nè sulla storia nè sul personaggio in questione. Guardate e ascoltate.

Sugar Man
Rodriguez – Sugar Man

Sole che brucia

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Per seguire il volo di un vento fortissimo: ardere di laviche coltri o euforia grazie a libertà sconfinate, come questo desertico pezzo? Quale gorgo starà risucchiando i giorni odierni? Risorgere di nuovi significati o la morte della realtà, della verità, tra l’altro?

Di questo suono un occhio torvo e dissuccesso aspira larghe boccate, e le volute delle atmosfere che lo sommergono a poco a poco, quando ci saranno rivelate? Di quale ghiaccio sarà arso il chiodo conficcato nel soffocare dei giorni odierni?

Lo sguardo mansueto della serenità: si tratta del bollore di un sole caldo, sotto le magie dei paesaggi sudafricani, forse desertici. Occhi fratelli guardano uguale, ma quando sorge dall’ascolto il flusso di marea di acque, lisergiche o meno, che immergono lo sguardo dissuccesso già menzionato, di cosa quest’ultimo ci starà parlando? Chi conosce il cuore pulsante dei giorni odierni; chi conosce “l’anima, e l’essenza” del tempo che scorre, oggi, tra i nostri dispersi moti contemplativi?

Cos’è il cuore se non questo suono, ed il contrario di esso?

Sentire il fuoco delle dune… per affondarvi morbidamente il viaggio…

Di quale rabbia potremmo riconoscere la presenza? Fuoco, sconfinatezza e libertà da tutti: quale era, quando il pezzo nasceva, il “veleno” che faceva stringere il morso, se c’era? O l’entusiasmo, del fuoco, e di “una Venere signora sotto un sole pomeridiano”?

O forse un tenero, verde prato; tè e savane selvagge, nelle quali respirare anche l'”anima”, e solo il Sole a permeare il pezzo? Se una ruvida stretta di mano scalda questa “anima”, quanto è più verde il prato, e quanto più gradevole il vento (sempre che ci fosse)?

Magari tutti e due i “fumi” (o i “panorami”) sono stati presenti…

Fatto sta che: dove, dato che c’è, il cuore pulsante dell’attualità di questo pezzo? Questo è il punto principale. Io mi perdo nella libertà del deserto (il “veleno” di un annientatore potrà sfiancarmi a terra, se il Regno Selvaggio lo deciderà). Lo sguardo dei gorghi sfrenati dei tempi moderni invece?

Ogni secondo condanne a morte, e ogni giorno qualcuno si sveglia… Un sole che brucia incorniciato nel selvaggio sogno dei viaggi dei decenni passati: quale il legame con le visioni del canto passato? Dagli anni Sessanta in poi, quale la storia del nostro cuore, specialmente se autentico nel fare musica?

Sole e forza di andare avanti quando il mio “sguardo” lo vede, e allorquando potrà testimoniarlo un’altra volta, per amor di precisione, per esperienza.


Africa Unite – Sole che brucia