Secondo semestre

Qualche segnalazione, anche se ce ne sarebbero molte altre.

Quando l’antropologia incontra la musica elettronica. Gli Shangaan sono una tribù divisa fra Mozambico meridionale e Sud Africa, saliti alla ribalta internazionale qualche mese fa grazie alla raccolta Shangaan Electro: New Wave Dance Music From South Africa, che mette insieme alcuni brani dei maggiori esponenti della musica popolare shangaanese, un genere assurdo di elettronica suonata e ballata a ritmi inumani, piena di suoni presi direttamente da tastiere Bontempi di quarta fascia e con voci al limite del paranormale. Se tutto ciò vi sembra una porcata è perché effettivamente è una porcata, eppure la cosa incredibile ed inspiegabile è l’effetto assolutamente ipnotico di questi pezzi, che nonostante tutto riescono a mantenere in qualche modo un’aura mistica, quasi sovrannaturale. Talmente mistica che dopo venti minuti di marimbe a 180bpm ho avvertito chiari e forti i segni di una crisi di derealizzazione. Tenete i vostri antipsicotici a portata di mano.
Ah, categoricamente imperdibili i vari video di accompagnamento, per esempio questo eterno capolavoro.
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/01-bbc-ngunyuta_dance.mp3]BBC – Ngunyuta Dance
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/09-tiyiselani_vomaseve-naxaniseka.mp3]Tiyiselani Vomaseve – Na Xaniseka

Poi è uscito anche Send Ultimate dei Wire, che a quanto pare sarebbe la versione espansa di Send, a sua volta una riedizione di brani composti dal gruppo agli inizi degli anni duemila, che comunque non ho ascoltato. A dire il vero dei Wire ho ascoltato solo il celeberrimo Pink Flag, che come al solito sembra essere piaciuto a tutto il mondo tranne che a me. Comunque, Send Ultimate è abbastanza interessante. A tratti forse un po’ troppo curato, un po’ troppo “post-punk per papà”, ma interessante.
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/108-wire-read_and_burn.mp3]Wire – Read and Burn
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/204-wire-germ_ship.mp3]Wire – Germ Ship

Passiamo a King Night, primo full-length dei Salem, che forse qualcuno già conosce. L’album non è niente di particolare, nel senso che riprende esattamente lo stesso stile dei vari EP pubblicati in precedenza dal gruppo ed è quindi consigliatissimo, almeno a chi apprezza quel genere di shoegaze malefico e dronico e distorto e stirato e disperato ormai noto come drag.
In allegato anche un brano che ha allietato le mie altrimenti inutili serate estive: l’edit (in versione drag appunto) di “Better Off Alone” degli Alice Deejay, una canzone eurodance che ho amato visceralmente ai tempi delle medie.
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/08%20Hound.mp3]Salem – Hound
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/02%20Asia.mp3]Salem – Asia
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/SALEM%20-%20Better%20Off%20Alone%20%28edit%29.mp3]Alice Deejay – Better Off Alone (Salem edit)

Altra segnalazione per Pop Negro dello spagnolo El Guincho, album di cui stanno parlando tutti i giusti dei blog musicali e che credo possa diventare la nuova moda dell’autunno. Da ascoltare preventivamente per non fare brutta figura con chi vi chiederà un’opinione, ma anche perché è divertente, perché contiene esattamente ciò che dice il titolo (praticamente gli Animal Collective in vacanza al mare) e soprattutto perché ha un cazzo di polpo in copertina, che diamine.
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/01%20Bombay.mp3]El Guincho – Bombay
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/04%20Soca%20Del%20Eclipse.mp3]El Guincho – Soca Del Eclipse

E visto che abbiamo tirato in ballo gli Animal Collective, come non parlare di ODDSAC. E’ la colonna sonora dell’omonima opera visuale psichedelica diretta dall’artishta shperimendale Danny Perez, già autore della loro performance al Guggenheim. Il “film” è bello (pieno di sequenze lisergiche ed evocative come non ne vedevo almeno dai tempi di Altered States) e le musiche – che accompagnano perfettamente il video – pure. L’album in sé si discosta notevolmente dallo psicopop di Merriweather Post Pavillion per tornare alle radici più tipicamente drogate del gruppo, per grande gioia, penso, di tutti. Assolutamente consigliato l’ascolto ma ancor più consigliata la visione per apprezzare appieno il trip.
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/6%20Urban%20Creme.mp3]Animal Collective – Urban Creme
[audio:http://dl.dropbox.com/u/6431609/13%20What%20Happened%20-%20Credits.mp3]Animal Collective – What Happened (Credits)

Poi, roba che non mi è piaciuta e di cui mollicamente non parlerò (lista in continuo aggiornamento)
Chromeo – Business Casual
Röyksopp – Senior
DJ Shadow – Def Surrounds Us / I’ve been trying

E per finire un po’ di cazzate random:
Pan Sonic vs. Fabrizio Corona
Il suono della dopamina
Aphex Twin live feat. il noto gruppo di oligofrenici Die Antwoord

Staff Benda Bilili – Très très fort

staff-benda-bilili

sapete qual è la più grossa band di handicappati del congo? gli staff benda bilili. sono dei paraplegici che si muovono su strane biciclette e vivono intorno allo zoo di kinshasa, dove hanno registrato l’album très très fort.  alla chitarra c’è un ragazzino che la chitarra se l’è costruita da solo con un filo e una lattina. ma sarebbe ingiusto parlare degli staff benda bilili solo perchè buffi, handicappati e negri. il fatto è che l’album è bello: musica tradizionale africana, funk, citazioni di james brown e altro. a seguire, un video introduttivo con immagini incredibili (è il trailer di un film sulla musica del congo) e due pezzi tratti da très très fort: je t’aime, con incursioni di sex machine di james brown, e polio, che parla di poliomielite.

Gavino Murgia a Borore (28 dicembre 2008)

MurgiaColor.giftra i concerti di gavino murgia che ho visto questo è stato sicuramente il più psichedelico. pochi spettatori, location fredda, buia, isolata, difficile da trovare e acustica mediocre: tutti presupposti per un grande concerto. formazione composta da: badara seck, fenomeno senegalese che nessuno aveva notato prima del concerto perché immobile in un angolo, da solo, nascosto tra le tende, ma una volta sguinzagliato davanti al pubblico si è rivelato una specie di essere demoniaco. poi alla chitarra elettrica marcello peghin, discreto e preciso, a cui si devono notevoli momenti di delay, al contrabbasso salvatore maltana, e infine ovviamente il solito bravissimo francesco sotgiu alla batteria, già visto più volte live assieme a gavino murgia. a un certo punto, a metà concerto, mentre badara seck urlava e declamava chissà cosa e gavino seguiva con il sax il loop di se stesso in versione abissi infernali e tutti gli altri dietro fino all’estasi finale, un vecchio di borore, compiaciuto, ha commentato il tutto con “bette casinu”, ottima conclusione per la serata. segnalo anche un imprevisto effetto glitch dovuto a un microfono malfunzionante proprio durante un freestyle gutturale di gavino, cosa che ha causato numerosi svenimenti, tutti del sottoscritto.