Malinconia Bontempi

Svezia, 1937. “Musica fusa da impulsi elettrici può dirsi quella resa da questo originale organo che suona senza il soccorso di canne nè di mantici, direttamente attingendo i suoni da generatori elettrici. “

A molti di noi il suono dell’organo elettronico piace perché è seducente e malinconico. Ma c’è qualcosa di più malinconico del suono di un organo elettronico, ed è un organo elettronico abbandonato in mezzo al nulla.

Quando dico in mezzo al nulla intendo proprio in mezzo al nulla. Non c’era niente nel raggio di alcuni chilometri. Solo vespe, zanzare, serpenti e topi. Perché qualcuno l’ha portato in un posto così lontano e isolato? Potrebbe restare qua per sempre. E poi di chi è quella scrittura? Forse quest’organo è legato a ricordi orribili?

Questa è la pubblicità dell’organo Bontempi del 1977. Che fine avranno fatto questi bambini? Che fine avrà fatto il piccolo Sergio Minola di Milano, che non sapeva suonare finchè non gli hanno portato un organo Bontempi? Anche lui sarà stato buttato in mezzo al nulla più grigio, tra fango, piante di salicornia e nidi di vespe?

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Just noise and distortion: Neil Young, la guerra e il rumore

Che Neil Young non sia solo un chitarrista bravo a scrivere canzoni ma anche un folle sperimentatore amante del rumore, è una cosa dimostrata da album strani e deliziosamente non riusciti come Trans, Landing on Water e Re-ac-tor, ma anche e soprattutto da colonne sonore capolavoro come quella di Dead Man. Un altro esempio della sua grandezza – perché, se non si fosse capito, questo è un post che ha come scopo ribadire la grandezza di Neil Percival Young – è questo strano disco del 1991 – Arc – senza dubbio appartenente alla categoria degli album strani e deliziosamente non riusciti. Se non vi interessano gli album di serie B di musicisti di serie A, potete lasciare perdere subito e tornare a sentirvi Harvest e After the Gold Rush. Altrimenti.

Intanto, la copertina: Neil Young come un vampiro grunge con un enorme amplificatore alle spalle che non si capisce se sta salutando o se si sta arrendendo e in questo secondo caso non si capisce bene a chi o a cosa. Poi, l’idea: e cioè prendere intro e finali dei pezzi di Weld, potente album live del 1991 con lunghe code chitarristiche, e unirli tutti in un solo pezzo-collage, ovvero 34 minuti di feedback, distorsioni e brevi frammenti vocali. E’ come sentire l’inizio di una canzone che non comincia mai, oppure il finale di una canzone che però non è mai cominciata, questo è Arc. L’idea iniziale era addirittura più bella e consisteva in una videocamera puntata sull’amplificatore, pare per farci un film intitolato “Muddy Track”. L’audio risultato di questo esperimento era, secondo le parole di Young, “fuckin’ distorted to hell”, qualcosa, insomma, che oggi ci dispiace non poter sentire. Poi Young mostrò il risultato a Thurston Moore dei Sonic Youth (che facevano da spalla durante quel tour) il quale gli suggerì di fare un disco intero così, con gli attacchi e i finali delle canzoni. E questo disco è appunto Arc, realizzato però con le registrazioni ad alta qualità di Weld, non con quelle super distorte della videocamera. Peccato. Comunque all’epoca venne rilasciato perfino il singolo da tre minuti e mezzo.

http://www.youtube.com/watch?v=JmnHpOlTxXg

Chissà se Moore aveva in mente il famigerato disco noise di Lou Reed, Metal Machine Music. A molti sicuramente è venuto in mente, anche se sono due album molto diversi. Hanno in comune il fatto che sono rumorosi e che sono considerati come due momenti di follia nell’onorabile carriera di due rispettati autori di canzoni, per quanto entrambi da sempre dediti alla sperimentazione/provocazione (in questa categoria, in un certo senso, rientra anche Two Virgins di John Lennon, ma lì c’era Yoko Ono). Quel che rende Arc interessante come testimonianza è che secondo me è un disco che parla di guerra, come altre cento canzoni di Young (in realtà “solo” 27, secondo questo sito) e perfino interi album, come l’incazzatissimo Living in War del 2006, quando ce l’aveva a morte con Bush Jr, e come non capirlo. Ma quello è il Neil Young cantautore, quello che usa le parole, ed è piuttosto bravo, lo sappiamo. In Arc invece a parlare è principalmente il rumore. E’ musica libera da ritmo e struttura, just noise and distortion, come dirà lo stesso Young a proposito del disco. Rumore che però racchiude l’essenza di quelle canzoni.

Il fatto è che gli anni di Arc sono quelli di Bush senior e della guerra del Golfo, di apocalissi nel deserto, bombe, fumo nero e pozzi di petrolio in fiamme. Per capire che aria tirava basta sentire la cover di “Blowin’ in the Wind” che Young faceva proprio in quel tour con i Crazy Horse. Inizia con rumori di guerra, sirene dell’allarme antiaereo e bombardamenti (aveva già messo la mitragliata in musica nella bellissima Shots del 1978, molto prima dei colpi di pistola di Paper Planes di M.I.A.), poi avanza lentamente, epica e allo stesso tempo funerea, mentre si chiede cose tipo quando i cannoni smetteranno di sparare e la gente di morire e altre domande retoriche scritte molti anni prima da Dylan che oggi trovate nei libri di scuola. Sarà per questo che a sentire le distorsioni e le schitarrate condensate in Arc viene in mente più l’inno americano di Jimi Hendrix che la metal-macchina di Reed. Insomma, la guerra. Nel bellissimo video dell’esibizione live Young sembra davvero un vampiro che emerge dall’oscurità e canta la sua litania avvolto nel fumo (mi lascio andare al citazionismo e mi permetto di ricordare che: “Good times are comin’, I hear it everywhere I go / Good times are comin’, but they sure comin’ slow”Vampire Blues).

Detto ciò, Arc è soprattutto una bella idea, ma di quelle che difficilmente riascolti due volte, come può essere appunto Metal Machine Music di Lou Reed o, in tempi più recenti, Delirium Cordia dei Fantomas. Fase uno: FI-GA-TA! Fase due: ok, non lo ascolterò mai più. Un disco che invece si può – anzi si DEVE – sentire e risentire più volte è il live Weld che l’ha originato, il Young elettrico e incazzato più in forma che mai. Diciamo che si tratta di una momentanea vittoria delle canzoni sul rumore. E a proposito di canzoni, se per caso avete perso Neil Young negli ultimi anni e siete convinti che non abbia più fatto niente di interessante da Weld in poi, sappiate che non è così. Nel 2010 ha fatto un bel disco, forse anche questo nella categoria deliziosamente non riusciti, comunque è sicuramente il suo disco migliore da un sacco di anni. Si chiama La Noise. Voce, schitarrate e vari effetti di riverberi e delay (Walk With Me). C’è un pezzo molto classico che si chiama Love and War e c’è pure un video in bianco e nero con Neil Young seduto che questo pezzo lo canta e lo suona e quindi non dico altro.