Sunn O))) / Pansonic – Che (più Bruce Springsteen, Alan Vega, Elvis Presley e Joe Preston)

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questa serie di cover dei suicide l’avevo annunciata più di un anno fa, ma solo oggi sono riuscito a sentire la versione di “che” dei sunn o))) & pansonic con joe preston (earth e melvins) alla voce. io mi aspettavo un pezzo che sprofondasse all’eccesso, dilatato fino a raddoppiare la durata dell’originale, maestoso finale che chiudeva il primo disco dei suicide (1977) dopo quell’incubo chiamato frankie teadrop. e invece addirittura dura meno ed è sostanzialmente fedele alla prima versione, quindi molto bella, e sprofondare si sprofonda, dato che è pur sempre una canzone dei suicide. a fine post le due versioni di “che” a confronto, la cover e l’originale. oltre alla cover dei sunn nel disco c’è anche un pezzo live del signor alan vega e un altro di stephen buroughs (non so chi è).

tra le altre cover già disponibili da segnalare anche la stupenda versione strappalacrime di dream baby dream fatta da bruce springsteen, che la brucespringsteenizza come si deve e chi non si commuove ha il cuore di pietra. (e non per dire eh, però a noi ci tocca vasco che fa creep, con tutto il rispetto per vasco e per creep.)

ma la cosa incredibile è che questa intensità bruce springsteen l’ha raggiunta ogni sera per 64 sere consecutive suonando “dream baby dream” come finale dei concerti durante il tour del 2005. livelli di professionismo concessi a pochi (si veda in proposito elvis che a las vegas era in grado di cantare suspicious mind ogni sera allo stesso modo, sempre come se fosse l’ultima volta – e anche qui chi non si commuove ha il cuore di pietra). tra l’altro “dream baby dream”  dimostra ancora una volta che alan vega era semplicemente il nuovo elvis.

00-joe_preston_and_daniel_menche--cerberic_doxology-.anthem.-2008-frontsempre in tema di cover dei suicide, pare che i mogwai faranno una loro versione di ghostrider, tratto sempre dal primo album capolavoro dei suicide. inoltre sempre oggi ho sentito casualmente cerberic doxology, disco di joe preston (vedi sopra) e daniel menche che consiste in un unico lungo pezzo (24 min) che inizia con le loro due voci che si alternano per poi fondersi in un unico epico suono tutto riverberi e monsignor drone che celebra messa nella cattedrale del noise. non male.

[audio:http://www.guylumbardot.com/x/che.mp3]
Sunn O))) / Pan Sonic – Che

[audio:http://www.guylumbardot.com/x/07 – Che.mp3]
Suicide – Che

Sunn O))) – Monoliths & Dimensions

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e se a sorpresa i sunn O))) avessero fatto un disco di bubblegum music con basi allegre e coretti alla beach boys? non l’hanno fatto. sono rimasti coerenti a quella che è l’idea alla base del progetto sunn, ovvero: il porco dio. pezzi lunghi, solite frequenze infernali, voci sataniche, cori medievali e una generale atmosfera esoterica che ti fa pensare che non andrà a finire bene (o forse sì: si veda il finale dell’ultimo pezzo, Alice). per chi può, il primo giugno sono in concerto a bologna (e qualche giorno prima ci sono gli psychic tv, tra l’altrO))).

No Fun Fest 2009

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il 15, 16 e 17 maggio 2009 a new york c’è il No Fun Fest, festival dell’etichetta no fun curato da carlos giffoni. tre giorni di noise, drone e molta musica con “post” e il trattino davanti. i biglietti sono quasi finiti. tra i partecipanti: sonic youth, bardo pond, merzbow, thrones, bastard noise, c. spencer yeh, blank dogs, prurient, lo stesso carlos giffoni e molti altri (non li conosco tutti). siccome purtroppo lo fanno a new york e non, che so, nel giardino di casa mia, io non ci sarò.

Stephen O'Malley – Keep an Eye Out

Per chi scrive, “Keep an eye out” si è ipotecato qualche posto in podio per quest’anno. Stephen O’Malley, famoso per il suo contributo in numerosi gruppi, è un tipo oscuro, droneggiatore a tradimento, elemento cardine dei Sunn O))). Insomma, stiamo parlando di gente strana, gente che rilascia i propri album SOLO ed ESCLUSIVAMENTE in vinile. Unica traccia dell’album, di 12 minuti su un lato, “Keep an eye out” è una spinta propulsiva verso il disfacimento, che a tratti mi ricorda, non so perchè, “Stars” di Brian Eno (ma per essere più musicalmente corretti, qualcuno sguainerà il nome di Alva Noto).
Per motivi di dimensione l’ascolto è non in player embedded, ma dovrete sudarvelo voi registrandolo dal giradischi.

Tim Hecker – An Imaginary Country

Preparate gli altarini, sua maestà delle 4 del mattino, come ho felicemente rinominato Tim Hecker, è tornato. Questo implica una leggera ridefinizione delle nostre inutili esistenze, per almeno qualche mese. L’album si intitola An Imaginary Country. Dovrebbe uscire il 10 Marzo, ma qualche furfante ha avuto la bella pensata di leakarlo; operazione, come ben sapete, totalmente a favore del LOL. Questo vuol dire che l’album ancora non è acquistabile online.
Da ascoltare sotto la doccia, in auto, nell’amplesso, in palestra, al cinema, durante la tombolata, mentre ascoltate altra musica o durante le prime ore del mattino. An Imaginary Country, una semplice garanzia per superare ciò che è terreno.

Burning Star Core – Challenger

vabbè ormai stiamo diventando una filiale della no fun di new york (prurient, carlos giffoni, merzbow, religious knives, jim o’rourke, per dirne alcuni). ma come si fa a non segnalare almeno questi due pezzi di C Spencer Yeh aka burning star core tratti dallo splendido album del 2008 challenger, uscito appunto per la hospital productions di prurient? si può comprare on line, oppure.

Rumori 2008

 

Non è il periodo ideale per segnalazioni di questo calibro, soprattutto alla luce dei nuovi lavori edili intrapresi 5 mesi orsono di fronte casa mia.

Prurient, un rumorista con un negozietto di dischi a NY e seminterrato adibito a casinoteca (vedasi concertino di cui sopra, apprezzabile soprattutto per la presenza scenica). L’album è più ambientale del solito, non mancano però disturbi elettrici e rumori degni del mastro muratore che ogni mattina alle 7 mi si palesa di fronte.