RIAA – Joy Of Noise

Avevamo già segnalato in passato RIAA, maestro del mashup, e dopotutto il link al suo bellissimo blog di stranezze musicali e oscurità assortite – Music For Maniacs – è stabilmente nel blogroll sulla colonna destra di Guylum Bardot. Ma pare che repetita iuvant, quindi. Ricordo che l’acronimo RIAA (che negli USA è la temutissima Recording Industry Association of America) sta in questo caso per Recording Industries Are Archaic, una delle sue prime raccolte (2005) con tanto di Stalin chitarrista in copertina. Il mashup è totale, senza limiti, certamente non quelli imposti dal copyright: i Kraftwerk con i Coldplay, Prodigy, Butthole Surfers, Black Flag, Beach Boys e MC Hammer. Quello che qui riporto è il colpo di genio finale dell’album, il trascinante incontro tra l’Apollo 100 di Joy e i Public Enemy di Bring The Noise. Il risultato, ovviamente, è The Joy of Noise.

[audio:http://www.guylumbardot.com/wp-content/uploads/2012/02/RIAA-The-Joy-of-Noise-mp3-Public-Enemy-vs-Apollo-100.mp3|titles=RIAA – The Joy of Noise mp3 (Public Enemy vs Apollo 100)]
RIAA – The Joy of Noise

Altri album consigliati sono “Reality is An Accident” (altro bell’acronimo di RIAA), “Sounds For The Swing Set” e ovviamente Sounds For The Space-Set, descritto come A mashup tribute to the pioneers of electronic music…A glamorous excursion thru the solar system… dallo stesso RIAA – che in questo caso sta per Robotic Intergalactic Astro-Artists – con Sun Ra e Mort Garson, i Kraftwerk (che non devono ma mancare) e i Queen, Celine Dion e i Devo, Messer Chups, Rihanna, Daft Punk, Bruce Haack, Brian Eno, Ella Fitzgerald e qui mi fermo.

L’ultimo epico delirio musicale di RIAA invece è The Wonderful World of Sound.

Da Gonjasufi a S.Maharba

Il nuovo EP di Gonjasufi, autore sempre presente su questo blog annerato, è deliziosamente eclettico. Però di materiale che lo riguarda la rete è piena. Andando a casaccio: Nickels And Dimes, i remixes, e poi ci sarebbe una bellissima canzone intitolata Do Me A Favor che però è scomparsa da ogni piattaforma). Questo sotto è il video estratto dall’ultimo singolo.
 

 
Dopodichè mi accorgo che su YouTube circola anche questo remix “non ufficiale”, che sembra abbastanza stupendo:
 

 
Il bel volto ritratto e perfino il titolo non sembrano suggerirci molto. Però alla fine si comprende che l’autore è un certo S.Maharba che ha voluto intitolare il suo singolo His Sister/My Body. S.Maharba quindi, questo sembra il suo sito ufficiale. E dai pochi ascolti disponibili sembra qualcosa di interessante e da indagare, se non altro per le bellissime immagini di donne e copertine d’altri tempi.
I suoi due album si possono ascoltare liberamente: s/t e She. Ascoltando questa roba si intuisce anche in che modo lo stregone capellone e barbuto Gonjasufi sia un punto di riferimento: i mashup e i beats. E quindi l’ora di togliere un po’ di polvere da alcuni monumenti magnetici dall’ampio diametro, e darci all’ascolto.

 

Last Donut of the Night

Pitchfork segnala che l’etichetta Throw Records per i suoi 15 anni ha indetto un video contest libero su ogni traccia disponibile. I due registi amatoriali Tuomas Vauhkonen and Jeremias Nieminen hanno scelto, probabilmente, uno tra i più grandi di sempre: J Dilla. La canzone è stupenda ed amara, “Last donut of the night”, tratta dall’album Donuts, terminato poco prima della sua morte ed uscito postumo il 6 Febbraio 2006.
Mi son sempre chiesto se qualcuno scriverà un libro biografico su Jay Dilla, perchè l’ho sempre immaginato come un timido nero che pubblicamente voleva fare il ganzo west coast, mentre nel resto del tempo passava ore e ore nei negozietti di vinili d’epoca a cercare nuovi motivi e melodie da mashuppare e tappezzare di beats. Una sorta di artigiano “minatore” che usava le gambe più per prendere i 33giri in fondo allo scaffale che per battere sulla cassa.
Inoltre, mi piace pensare che “Last donuts of the night” sia per davvero l’ultima canzone che abbia composto, e allo stesso tempo la sua ultima ciambella mangiata.
Se volete sapere perchè sia morto così giovane è inutile che andiate a leggere la sua vera storia, la risposta è quella data da un fan su youtube: “God needed a beat maker”.